Attualità
Sindaco Bruno ricorda Aldo Moro a 46 anni dal suo rapimento
A Palazzo di Città è stato allestito nel 2016 un angolo dedicato allo statista di Maglie
Andria - sabato 16 marzo 2024
14.34
In occasione dell'anniversario del rapimento di Aldo Moro, di seguito una riflessione del sindaco di Andria Giovanna Bruno, Presidente della Federazione dei Centri Studi "Aldo Moro e Renato Dell'Andro".
«46 anni fa le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro in via Fani. Quel giorno morirono cinque agenti della sua scorta. 5 servitori dello Stato. Da quel momento inizia un periodo lungo 55 giorni di buio, un buco nero nella storia della Repubblica Italiana.
Ho sempre pensato, pur non avendolo conosciuto ed essendo nata quasi contestualmente alla sua storia, che Aldo Moro fosse uno di quegli uomini verso cui sentirsi in debito: per la sua elevata statura morale, per il suo contributo alla crescita di questo Paese, per il suo rigore, per la passione del suo agire.
Un uomo che in quella prigionia ha manifestato la sua fragilità, dandole la dignità di chi è grande.
Quel suo rapimento fu l'interruzione violenta del suo percorso di uomo, di padre, di professore, di politico, di fedele.
Così come fu una interruzione per il Paese intero la sopraffazione violenta dei terroristi sullo Stato, che spazzarono via come una folata di vento 5 uomini prestati al suo servizio, con altrettante umanità cancellate.
Cosa ci resta di quel giorno, di quel tempo, oltre il dovere di ricordare?
Cosa ci spinge a parlarne se non il desiderio profondo di imparare da quella umana tragedia, se non la necessità di completare un processo democratico avviato dallo statista e bloccato brutalmente da chi ne aveva paura?
Voglio ricordare per questo, perché questo Paese può ancora salvarsi e deve farlo. In nome di chi non ha potuto batter ciglio di fronte alla morte che incombeva, come gli uomini trucidati. In nome di chi ha invocato e sperato in ogni modo per la sua liberazione, per essere riconsegnato ai suoi affetti e ai suoi doveri, come Aldo Moro.
Ci sono uomini e fatti che non possono restare su pagine sbiadite di libri di storia o manuali di politica.
Devono continuare a vivere attraverso le nostre azioni, nei ruoli che ricopriamo, nei doveri che svolgiamo.
Il 16 marzo deve dirci tanto ancora oggi.
Andria non dimentica».
A Palazzo di Città è stato allestito nel 2016 un angolo dedicato ad Aldo Moro, con il gruppo scultoreo in sua memoria e dei cinque uomini della scorta, mentre nel 2020 la Sindaca Bruno, questa volta non più solo come Presidente del centro studi dedicato alla memoria dello statista di Maglie, ha allestito con una scrivania e alcuni testi che parlano non solo del suo rapimento e della sua uccisione ma anche varie iniziative di docente universitario e di uomo politico.
«46 anni fa le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro in via Fani. Quel giorno morirono cinque agenti della sua scorta. 5 servitori dello Stato. Da quel momento inizia un periodo lungo 55 giorni di buio, un buco nero nella storia della Repubblica Italiana.
Ho sempre pensato, pur non avendolo conosciuto ed essendo nata quasi contestualmente alla sua storia, che Aldo Moro fosse uno di quegli uomini verso cui sentirsi in debito: per la sua elevata statura morale, per il suo contributo alla crescita di questo Paese, per il suo rigore, per la passione del suo agire.
Un uomo che in quella prigionia ha manifestato la sua fragilità, dandole la dignità di chi è grande.
Quel suo rapimento fu l'interruzione violenta del suo percorso di uomo, di padre, di professore, di politico, di fedele.
Così come fu una interruzione per il Paese intero la sopraffazione violenta dei terroristi sullo Stato, che spazzarono via come una folata di vento 5 uomini prestati al suo servizio, con altrettante umanità cancellate.
Cosa ci resta di quel giorno, di quel tempo, oltre il dovere di ricordare?
Cosa ci spinge a parlarne se non il desiderio profondo di imparare da quella umana tragedia, se non la necessità di completare un processo democratico avviato dallo statista e bloccato brutalmente da chi ne aveva paura?
Voglio ricordare per questo, perché questo Paese può ancora salvarsi e deve farlo. In nome di chi non ha potuto batter ciglio di fronte alla morte che incombeva, come gli uomini trucidati. In nome di chi ha invocato e sperato in ogni modo per la sua liberazione, per essere riconsegnato ai suoi affetti e ai suoi doveri, come Aldo Moro.
Ci sono uomini e fatti che non possono restare su pagine sbiadite di libri di storia o manuali di politica.
Devono continuare a vivere attraverso le nostre azioni, nei ruoli che ricopriamo, nei doveri che svolgiamo.
Il 16 marzo deve dirci tanto ancora oggi.
Andria non dimentica».
A Palazzo di Città è stato allestito nel 2016 un angolo dedicato ad Aldo Moro, con il gruppo scultoreo in sua memoria e dei cinque uomini della scorta, mentre nel 2020 la Sindaca Bruno, questa volta non più solo come Presidente del centro studi dedicato alla memoria dello statista di Maglie, ha allestito con una scrivania e alcuni testi che parlano non solo del suo rapimento e della sua uccisione ma anche varie iniziative di docente universitario e di uomo politico.