Territorio
Sicurezza nelle campagne: sale la preoccupazione degli agricoltori pugliesi
Non solo episodi delinquenziali e le agromafie, adesso anche le difficoltà economiche del post covid 19
Andria - sabato 30 maggio 2020
08.00
Non c'è pace tra gli ulivi, specie dopo l'emergenza covid 19. Una situazione, quella relativa all'ordine pubblico e della sicurezza nelle campagne pugliesi, che sta preoccupando sempre più il mondo produttivo della regione, come rappresentato nei giorni scorsi dai vari responsabili delle organizzazioni del settore nelle sedi istituzionali deputate.
Per Onofrio Spagnoletti Zeuli, presidente onorario di Confagricoltura Puglia, si tratta di un problema grave, ancora non valutato per le sue rilevanze sociali, non più solo economiche. Campagne in preda a bande di predoni, produzioni nel mirino delle agromafie ed ora con la drammatica crisi causata dal covid 19, il malessere dell'agricoltura pugliese sta assumendo connotazioni sociali: la mancanza di lavoro nelle campagne, il fermo produttivo, gli attesi sovvenzionamenti non ancora giunti sia per i produttori che per i lavoratori, stanno creando tensione e non di poco conto. Le banche, a fronte degli impegni presi con il governo, mentre danno sostegno all'industria del nord, qui nel nostro meridione continuano a creare spasmodiche attese, ferraginosa burocrazia per l'elargizione di brevi mutui e ridotto credito alle imprese. I raccolti delle ultime annate hanno negativamente patito le persistenti gelate e le inusuali elevate temperature nel periodo primaverile. A questo calo della produzione si sono aggiunte le temerarie razzie nelle campagne, con i taglieggiamenti da parte del racket che specula su questa situazione, anche per accaparrarsi buone aziende agricole, messe in vendita per poche decine di migliaia di euro. Se poi a questa situazione si aggiungono pericolose situazioni locali, come il caso di Andria, dove un Consorzio autonomo delle Guardie campestri, con la crisi che sta attraversando, economica ed occupazionale, non riesce ormai a garantire quella sufficiente vigilanza nel vasto agro comunale, il dato è purtroppo tratto.
E' purtroppo notorio che sempre più dai mercati ai supermercati, dall'agricoltura all'allevamento, il volume d'affari delle agromafie cresce con attività che riguardano l'intera filiera agroalimentare, con un danno nei campi che ammonta a 300 milioni di euro. La denuncia è stata così portata all'esame delle Autorità di Pubblica Sicurezza, anche da parte di Coldiretti Puglia, alla presenza dei vertici politico-istituzionali e della magistratura regionale.
"L'agroalimentare è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita - ribadisce Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia- che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciano le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali, furti di prodotti in campo e delle piantine resistenti a Xylella appena messe a dimora, taglio di ceppi di uva da vino Primitivo, di uva da tavola e tiranti di tendoni, sabotaggi di cantine, taglio e furti di ulivi secolari, sono solo alcuni degli atti criminosi a danno degli agricoltori. La criminalità organizzata e la mafia, approfittando della crisi economica, penetrano in modo massiccio e capillare nell'economia legale ricattando con l'usura o acquisendo direttamente o indirettamente strutture economiche".
"Gli odiosi reati perpetrati nelle campagne richiedono un'intensificazione dei controlli. Abbiamo proposto ancora una volta l'impiego dell'Esercito -spiega il presidente CIA Puglia Raffaele Carrabba- per presidiare il territorio e l'istituzione della polizia rurale, perché siamo convinti che sia una soluzione valida per implementare uomini e mezzi, in grado di perlustrare capillarmente le aree rurali, da sempre zone sensibili ma marginali. I reati in agricoltura interessano tutta la regione, dal Gargano al Salento. Sono di più varia natura e per noi fenomeni gravi in egual misura. I più frequenti sono i furti di prodotti agricoli, trattori, macchinari e attrezzature varie – continua Raffaele Carrabba - I predoni delle campagne, ormai, tagliano e portano via alberi da frutto e ulivi, o piante appena messe a dimora. Sono senza scrupoli. Gli agricoltori sono vittime di illeciti che vanno affrontati in maniera disaggregata, considerando anche le specificità e peculiarità dei singoli territori - conclude il presidente CIA Puglia Raffaele Carrabba - Ecco perché costruire un percorso finalizzato ad esaminare le diverse tipologie ci sembra il modo migliore per poi aggredire i fenomeni e contrastarli".
Per Onofrio Spagnoletti Zeuli, presidente onorario di Confagricoltura Puglia, si tratta di un problema grave, ancora non valutato per le sue rilevanze sociali, non più solo economiche. Campagne in preda a bande di predoni, produzioni nel mirino delle agromafie ed ora con la drammatica crisi causata dal covid 19, il malessere dell'agricoltura pugliese sta assumendo connotazioni sociali: la mancanza di lavoro nelle campagne, il fermo produttivo, gli attesi sovvenzionamenti non ancora giunti sia per i produttori che per i lavoratori, stanno creando tensione e non di poco conto. Le banche, a fronte degli impegni presi con il governo, mentre danno sostegno all'industria del nord, qui nel nostro meridione continuano a creare spasmodiche attese, ferraginosa burocrazia per l'elargizione di brevi mutui e ridotto credito alle imprese. I raccolti delle ultime annate hanno negativamente patito le persistenti gelate e le inusuali elevate temperature nel periodo primaverile. A questo calo della produzione si sono aggiunte le temerarie razzie nelle campagne, con i taglieggiamenti da parte del racket che specula su questa situazione, anche per accaparrarsi buone aziende agricole, messe in vendita per poche decine di migliaia di euro. Se poi a questa situazione si aggiungono pericolose situazioni locali, come il caso di Andria, dove un Consorzio autonomo delle Guardie campestri, con la crisi che sta attraversando, economica ed occupazionale, non riesce ormai a garantire quella sufficiente vigilanza nel vasto agro comunale, il dato è purtroppo tratto.
E' purtroppo notorio che sempre più dai mercati ai supermercati, dall'agricoltura all'allevamento, il volume d'affari delle agromafie cresce con attività che riguardano l'intera filiera agroalimentare, con un danno nei campi che ammonta a 300 milioni di euro. La denuncia è stata così portata all'esame delle Autorità di Pubblica Sicurezza, anche da parte di Coldiretti Puglia, alla presenza dei vertici politico-istituzionali e della magistratura regionale.
"L'agroalimentare è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita - ribadisce Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia- che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciano le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali, furti di prodotti in campo e delle piantine resistenti a Xylella appena messe a dimora, taglio di ceppi di uva da vino Primitivo, di uva da tavola e tiranti di tendoni, sabotaggi di cantine, taglio e furti di ulivi secolari, sono solo alcuni degli atti criminosi a danno degli agricoltori. La criminalità organizzata e la mafia, approfittando della crisi economica, penetrano in modo massiccio e capillare nell'economia legale ricattando con l'usura o acquisendo direttamente o indirettamente strutture economiche".
"Gli odiosi reati perpetrati nelle campagne richiedono un'intensificazione dei controlli. Abbiamo proposto ancora una volta l'impiego dell'Esercito -spiega il presidente CIA Puglia Raffaele Carrabba- per presidiare il territorio e l'istituzione della polizia rurale, perché siamo convinti che sia una soluzione valida per implementare uomini e mezzi, in grado di perlustrare capillarmente le aree rurali, da sempre zone sensibili ma marginali. I reati in agricoltura interessano tutta la regione, dal Gargano al Salento. Sono di più varia natura e per noi fenomeni gravi in egual misura. I più frequenti sono i furti di prodotti agricoli, trattori, macchinari e attrezzature varie – continua Raffaele Carrabba - I predoni delle campagne, ormai, tagliano e portano via alberi da frutto e ulivi, o piante appena messe a dimora. Sono senza scrupoli. Gli agricoltori sono vittime di illeciti che vanno affrontati in maniera disaggregata, considerando anche le specificità e peculiarità dei singoli territori - conclude il presidente CIA Puglia Raffaele Carrabba - Ecco perché costruire un percorso finalizzato ad esaminare le diverse tipologie ci sembra il modo migliore per poi aggredire i fenomeni e contrastarli".