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Sicurezza guardia medica, Lacarra: "Rinforzare la vigilanza nei presìdi sanitari"

La richiesta arriva in seguito alle minacce di morte nei confonti di una dottoressa del barese

"Fare ogni sforzo possibile per garantire la sicurezza degli operatori sanitari, soprattutto quelli che lavorano in pronto soccorso o nelle guardie mediche, spesso vittime di aggressioni o di vere e proprie violenze".

E' quanto chiede Marco Lacarra, consigliere regionale componente della terza commissione Sanità e segretario pugliese del Pd, dopo la notizia delle persecuzioni sfociate addirittura in violenza sessuale e minacce di morte ai danni di una dottoressa di guardia medica del barese, costretta più volte a cambiare la sede di lavoro per sfuggire a un paziente trasformatosi in stalker. L'uomo è stato arrestato dopo la denuncia del medico e le indagini della Procura di Bari.

"L'episodio - prosegue l'esponente regionale del Pd - è di una gravità assoluta, ma non può dirsi isolato. Sia pure con le dovute differenze, non si dimentichino le aggressioni di cui sono spesso vittima i medici e gli operatori di pronto soccorso. Mentre rimane sempre tristemente nella memoria il barbaro omicidio di Paola Labriola, la psichiatra del centro di salute mentale della Asl di Bari uccisa a coltellate da un paziente nel settembre 2013. Simili episodi non possono tollerati. Pensare di lasciare i nostri operatori sanitari soli a operare di notte, nei pronto soccorso o nelle guardie mediche o nei centri di salute mentale, privi di vigilanza o di presìdi delle forze dell'ordine, non è possibile. Esempi virtuosi non mancano in Puglia, si veda nella Asl Bt dove si sta attivando un servizio di sicurezza a protezione dei medici di turno nelle guardie chiamati ad effettuare interventi a domicilio con sistemi di localizzazione e allarmi. Credo che lo stesso si potrebbe fare in altre Asl, anche per gli operatori che rimangono nei presìdi ospedalieri. Il tutto, probabilmente, con uno sforzo economico - conclude Lacarra - non ingente".
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