Enti locali
Sicurezza guardia medica, Lacarra: "Rinforzare la vigilanza nei presìdi sanitari"
La richiesta arriva in seguito alle minacce di morte nei confonti di una dottoressa del barese
Puglia - venerdì 17 novembre 2017
"Fare ogni sforzo possibile per garantire la sicurezza degli operatori sanitari, soprattutto quelli che lavorano in pronto soccorso o nelle guardie mediche, spesso vittime di aggressioni o di vere e proprie violenze".
E' quanto chiede Marco Lacarra, consigliere regionale componente della terza commissione Sanità e segretario pugliese del Pd, dopo la notizia delle persecuzioni sfociate addirittura in violenza sessuale e minacce di morte ai danni di una dottoressa di guardia medica del barese, costretta più volte a cambiare la sede di lavoro per sfuggire a un paziente trasformatosi in stalker. L'uomo è stato arrestato dopo la denuncia del medico e le indagini della Procura di Bari.
"L'episodio - prosegue l'esponente regionale del Pd - è di una gravità assoluta, ma non può dirsi isolato. Sia pure con le dovute differenze, non si dimentichino le aggressioni di cui sono spesso vittima i medici e gli operatori di pronto soccorso. Mentre rimane sempre tristemente nella memoria il barbaro omicidio di Paola Labriola, la psichiatra del centro di salute mentale della Asl di Bari uccisa a coltellate da un paziente nel settembre 2013. Simili episodi non possono tollerati. Pensare di lasciare i nostri operatori sanitari soli a operare di notte, nei pronto soccorso o nelle guardie mediche o nei centri di salute mentale, privi di vigilanza o di presìdi delle forze dell'ordine, non è possibile. Esempi virtuosi non mancano in Puglia, si veda nella Asl Bt dove si sta attivando un servizio di sicurezza a protezione dei medici di turno nelle guardie chiamati ad effettuare interventi a domicilio con sistemi di localizzazione e allarmi. Credo che lo stesso si potrebbe fare in altre Asl, anche per gli operatori che rimangono nei presìdi ospedalieri. Il tutto, probabilmente, con uno sforzo economico - conclude Lacarra - non ingente".
E' quanto chiede Marco Lacarra, consigliere regionale componente della terza commissione Sanità e segretario pugliese del Pd, dopo la notizia delle persecuzioni sfociate addirittura in violenza sessuale e minacce di morte ai danni di una dottoressa di guardia medica del barese, costretta più volte a cambiare la sede di lavoro per sfuggire a un paziente trasformatosi in stalker. L'uomo è stato arrestato dopo la denuncia del medico e le indagini della Procura di Bari.
"L'episodio - prosegue l'esponente regionale del Pd - è di una gravità assoluta, ma non può dirsi isolato. Sia pure con le dovute differenze, non si dimentichino le aggressioni di cui sono spesso vittima i medici e gli operatori di pronto soccorso. Mentre rimane sempre tristemente nella memoria il barbaro omicidio di Paola Labriola, la psichiatra del centro di salute mentale della Asl di Bari uccisa a coltellate da un paziente nel settembre 2013. Simili episodi non possono tollerati. Pensare di lasciare i nostri operatori sanitari soli a operare di notte, nei pronto soccorso o nelle guardie mediche o nei centri di salute mentale, privi di vigilanza o di presìdi delle forze dell'ordine, non è possibile. Esempi virtuosi non mancano in Puglia, si veda nella Asl Bt dove si sta attivando un servizio di sicurezza a protezione dei medici di turno nelle guardie chiamati ad effettuare interventi a domicilio con sistemi di localizzazione e allarmi. Credo che lo stesso si potrebbe fare in altre Asl, anche per gli operatori che rimangono nei presìdi ospedalieri. Il tutto, probabilmente, con uno sforzo economico - conclude Lacarra - non ingente".