Vita di città
Shooting fotografico per dire "basta" alla violenza sulle donne
A promuovere l'iniziativa la stilista Isabella Di Matteo e l'avvocato Magda Merafina
Andria - martedì 18 novembre 2014
15.28
Un particolare evento shooting si è svolto domenica 16 novembre presso la palestra Sporting Center di Andria. Due donne, la creativa e stilista Isabella Di Matteo e l'avvocato Magda Merafina, assessore alle politiche sociali del comune di Andria, hanno organizzato una interessante iniziativa, avente come tema il femminicidio. Quindici donne tra i 16 e i 50 anni indossavano abiti raffinati firmati da Isabella Di Matteo, mentre formavano i loro muscoli tra sacchi da pugile e attrezzature ginnico-sportive. Uno shooting insolito, diverso, che vuole sdoganare l'immagine della donna sempre abbinata alle passerelle, al glamour e al fashion, perché in questo caso chi sta sfilando e chi materialmente sta posando non sono modelle, ma sono donne comuni che hanno un ruolo nella loro vita da quello di studentessa, di madre e di moglie a un ruolo imprenditoriale o a un'attività in proprio.
Magda Merafina, che vive giorno per giorno esperienze sul campo come operatrice del diritto e delegata comunale per le politiche sociali, ha dichiarato: «mi piaceva finalmente proporre un'idea positiva che la violenza sulle donne si abbatte prendendo coscienza di sé imparando a ben volersi, imparando a stimarsi, imparando a tirarsi fuori. Non si può pensare a un carnefice se non c'è una vittima e le statistiche purtroppo che ci riguardano dimostrano che non soltanto i maggiori casi di violenza si consumano nei contesti domestici, ma anche quando si adottano delle misure per allontanare le donne insieme ai figli nei contesti familiari sistematicamente loro ritornano da chi materialmente le ha sottoposte a uno stato di suggestione psicologica oltre che di violenza fisica. Infatti, la prima forma violenza è quella che mira a svalutare, a sottomettere, a rinnegare un'identità e fondamentalmente non si può esercitare un potere se non c'è abrogazione dall'altra parte».
L' immagine, entrando in sala fitness, è quella di una donna forte, che prende coscienza della propria femminilità, che utilizza il corpo femminile per un riscatto, per un cambiamento e soprattutto per sdoganare l'immagine della donna "usata", per un tema invece così forte e sentito in questo momento storico. «Per il 25 novembre (Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne) - continua l'assessore Magda Merafina - il Comune di Andria ha organizzato una conferenza stampa dove verranno comunicati i dati dell'antiviolenza, quindi sia i dati di Andria che quelli del centro provinciale Bat con sede ad Andria e Barletta, oltre ad un manifesto per le vie della città per sensibilizzare l'opinione pubblica».
La stilista Isa Di Matteo che vanta trent'anni di carriera, spiega che è stata una sua scelta non visualizzare questo shooting con delle scarpette rosse che ricordano le vittime che hanno subito violenza. «Ho una visuale completamente diversa della sofferenza nel senso che la mia sofferenza la tengo dentro e nel momento in cui diventa un motore di azione e coraggio, decido di rialzare la testa. La donna - prosegue la Di Matteo - quando decide di smettere di soffrire prende la propria vita in mano iniziando a curarsi, a ritrovarsi, a riprendere la sua femminilità, si guarda allo specchio e inizia a sentirsi bella. I pesi servono per difendersi da questi attacchi e finalmente affrontare questa violenza. Ecco appunto spiegato il significato di rappresentare lo shooting in palestra: rendere forti le donne per poter rialzare la testa e quindi meritarsi una vita nuova, migliore».
Un comune denominatore con l'obiettivo di spiegare alle donne che alla violenza è necessario reagire, difendendosi. Infatti, promuovendo azioni che riescono a rompere il silenzio dei cittadini, si è riusciti a creare sempre più spesso momenti di riflessione e discussione su un fenomeno molte volte nascosto ed ancor più aggravato dalla superficialità, con cui viene affrontato dall'opinione pubblica.
Magda Merafina, che vive giorno per giorno esperienze sul campo come operatrice del diritto e delegata comunale per le politiche sociali, ha dichiarato: «mi piaceva finalmente proporre un'idea positiva che la violenza sulle donne si abbatte prendendo coscienza di sé imparando a ben volersi, imparando a stimarsi, imparando a tirarsi fuori. Non si può pensare a un carnefice se non c'è una vittima e le statistiche purtroppo che ci riguardano dimostrano che non soltanto i maggiori casi di violenza si consumano nei contesti domestici, ma anche quando si adottano delle misure per allontanare le donne insieme ai figli nei contesti familiari sistematicamente loro ritornano da chi materialmente le ha sottoposte a uno stato di suggestione psicologica oltre che di violenza fisica. Infatti, la prima forma violenza è quella che mira a svalutare, a sottomettere, a rinnegare un'identità e fondamentalmente non si può esercitare un potere se non c'è abrogazione dall'altra parte».
L' immagine, entrando in sala fitness, è quella di una donna forte, che prende coscienza della propria femminilità, che utilizza il corpo femminile per un riscatto, per un cambiamento e soprattutto per sdoganare l'immagine della donna "usata", per un tema invece così forte e sentito in questo momento storico. «Per il 25 novembre (Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne) - continua l'assessore Magda Merafina - il Comune di Andria ha organizzato una conferenza stampa dove verranno comunicati i dati dell'antiviolenza, quindi sia i dati di Andria che quelli del centro provinciale Bat con sede ad Andria e Barletta, oltre ad un manifesto per le vie della città per sensibilizzare l'opinione pubblica».
La stilista Isa Di Matteo che vanta trent'anni di carriera, spiega che è stata una sua scelta non visualizzare questo shooting con delle scarpette rosse che ricordano le vittime che hanno subito violenza. «Ho una visuale completamente diversa della sofferenza nel senso che la mia sofferenza la tengo dentro e nel momento in cui diventa un motore di azione e coraggio, decido di rialzare la testa. La donna - prosegue la Di Matteo - quando decide di smettere di soffrire prende la propria vita in mano iniziando a curarsi, a ritrovarsi, a riprendere la sua femminilità, si guarda allo specchio e inizia a sentirsi bella. I pesi servono per difendersi da questi attacchi e finalmente affrontare questa violenza. Ecco appunto spiegato il significato di rappresentare lo shooting in palestra: rendere forti le donne per poter rialzare la testa e quindi meritarsi una vita nuova, migliore».
Un comune denominatore con l'obiettivo di spiegare alle donne che alla violenza è necessario reagire, difendendosi. Infatti, promuovendo azioni che riescono a rompere il silenzio dei cittadini, si è riusciti a creare sempre più spesso momenti di riflessione e discussione su un fenomeno molte volte nascosto ed ancor più aggravato dalla superficialità, con cui viene affrontato dall'opinione pubblica.