Cronaca
Sequestro di beni patrimoniali per oltre 3milioni di euro a due andriesi
Immobili tra Andria e Casamassima, quattro società, terreni e conti correnti
Andria - martedì 14 luglio 2015
11.40
Un sequestro di beni per oltre 3 milioni di euro a due soggetti andriesi in applicazione del "Codice Antimafia". E' questa l'operazione svolta tra le giornate di lunedì e martedì da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, su disposizione della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trani su proposta della locale Procura della Repubblica.
Si tratta di sei immobili dislocati ad Andria e due a Casamassima, quattro società tra cui un autoparco ubicato nei pressi della Tangenziale di Andria ed una ditta di installazione di sistemi per le energie rinnovabili oltre a terreni e cinque conti correnti presso tre Istituti di Credito. I beni sono tutti riconducibili ad un 52enne andriese Riccardo Marinacci, in atto agli arresti domiciliari e già sorvegliato speciale di P.S., con numerosi precedenti penali e condanne per rapina, associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione, truffa, falsità materiale, estorsione e riciclaggio (reati commessi principalmente nel nord barese). Il provvedimento scaturisce da una attività, avviata dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Bari, che ha permesso di appurare come l'uomo, a fronte di modesti redditi dichiarati, abbia realizzato un rilevante patrimonio grazie ai guadagni conseguiti dalle attività illecite, intestando i beni a familiari e "prestanome". Le indagini patrimoniali condotte dai Carabinieri hanno consentito di appurare come l'uomo ed il suo nucleo familiare dal 1997 al 2013 non abbiano mai avuto redditi tali da garantire il loro alto tenore di vita ed anzi, come ricordato durante la conferenza stampa in Procura, neanche al sostentamento quotidiano.
Nell'ambito dell'operazione, poi, gli stessi Carabinieri hanno dato esecuzione ad un altro decreto di sequestro beni per un valore di 300mila euro emesso sempre dal Tribunale di Trani Sezione Misure di Prevenzione su proposta della Procura della Repubblica di Trani. Questa volta si tratta di 15 terreni coltivati ad uliveto ed un vigneto nel comune di Andria, ma anche disponibilità finanziarie ed un'autovettura tutti beni riconducibili ad un 66enne andriese, Andrea Agresti, già sottoposto all'avviso orale, condannato per diversi reati quali ricettazione, furto e riciclaggio ed arrestato nel 2014 per rapina, sequestro di persona, ricettazione e violazione della legge sulle armi. Anche sul suo conto i militari hanno appurato una evidente sproporzione tra i redditi dichiarati, neppure sufficienti a coprire i consumi familiari, e il patrimonio da lui accumulato.
«Il contrasto ai patrimoni illeciti diventa così uno dei mezzi, forse il più importante, per un decisivo contrasto all'attività delinquenziale e alle imprese illegali». Ha ricordato il Procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo che ha anche esposto i numeri dell'intensa attività avviata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e poi avvallata da Procura della Repubblica e Tribunale di Trani, in questo particolare ambito di azione. In particolare nella Città di Andria sono stati, dal luglio del 2014, ben 8 i sequestri effettuati per un totale di circa 200 milioni di euro confiscati e sottratti al patrimonio malavitoso. «Abbiamo agito nei confronti di personaggi di particolare spicco della criminalità - ha specificato durante la conferenza stampa il Col. Rosario Castello, comandante provinciale - personaggi che sono molto pericolosi ed efferati nelle proprie azioni criminali. L'aggressione ai patrimoni illeciti serve anche a proteggere l'economia legale ed a riportare trasparenza. La malavita, infatti, può contare su un accumulo di denaro enorme senza rischi e questo va ad inficiare l'economia legale».
Si tratta di sei immobili dislocati ad Andria e due a Casamassima, quattro società tra cui un autoparco ubicato nei pressi della Tangenziale di Andria ed una ditta di installazione di sistemi per le energie rinnovabili oltre a terreni e cinque conti correnti presso tre Istituti di Credito. I beni sono tutti riconducibili ad un 52enne andriese Riccardo Marinacci, in atto agli arresti domiciliari e già sorvegliato speciale di P.S., con numerosi precedenti penali e condanne per rapina, associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione, truffa, falsità materiale, estorsione e riciclaggio (reati commessi principalmente nel nord barese). Il provvedimento scaturisce da una attività, avviata dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Bari, che ha permesso di appurare come l'uomo, a fronte di modesti redditi dichiarati, abbia realizzato un rilevante patrimonio grazie ai guadagni conseguiti dalle attività illecite, intestando i beni a familiari e "prestanome". Le indagini patrimoniali condotte dai Carabinieri hanno consentito di appurare come l'uomo ed il suo nucleo familiare dal 1997 al 2013 non abbiano mai avuto redditi tali da garantire il loro alto tenore di vita ed anzi, come ricordato durante la conferenza stampa in Procura, neanche al sostentamento quotidiano.
Nell'ambito dell'operazione, poi, gli stessi Carabinieri hanno dato esecuzione ad un altro decreto di sequestro beni per un valore di 300mila euro emesso sempre dal Tribunale di Trani Sezione Misure di Prevenzione su proposta della Procura della Repubblica di Trani. Questa volta si tratta di 15 terreni coltivati ad uliveto ed un vigneto nel comune di Andria, ma anche disponibilità finanziarie ed un'autovettura tutti beni riconducibili ad un 66enne andriese, Andrea Agresti, già sottoposto all'avviso orale, condannato per diversi reati quali ricettazione, furto e riciclaggio ed arrestato nel 2014 per rapina, sequestro di persona, ricettazione e violazione della legge sulle armi. Anche sul suo conto i militari hanno appurato una evidente sproporzione tra i redditi dichiarati, neppure sufficienti a coprire i consumi familiari, e il patrimonio da lui accumulato.
«Il contrasto ai patrimoni illeciti diventa così uno dei mezzi, forse il più importante, per un decisivo contrasto all'attività delinquenziale e alle imprese illegali». Ha ricordato il Procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo che ha anche esposto i numeri dell'intensa attività avviata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e poi avvallata da Procura della Repubblica e Tribunale di Trani, in questo particolare ambito di azione. In particolare nella Città di Andria sono stati, dal luglio del 2014, ben 8 i sequestri effettuati per un totale di circa 200 milioni di euro confiscati e sottratti al patrimonio malavitoso. «Abbiamo agito nei confronti di personaggi di particolare spicco della criminalità - ha specificato durante la conferenza stampa il Col. Rosario Castello, comandante provinciale - personaggi che sono molto pericolosi ed efferati nelle proprie azioni criminali. L'aggressione ai patrimoni illeciti serve anche a proteggere l'economia legale ed a riportare trasparenza. La malavita, infatti, può contare su un accumulo di denaro enorme senza rischi e questo va ad inficiare l'economia legale».