Cronaca
Sequestrati ad Andria sette reperti archeologici del IV sec. a. C.
Si tratta di piatti ed anfore d'argilla privi di certificazione. Segnalati all'autorità i proprietari
Andria - sabato 29 novembre 2014
13.28
Sette reperti archeologici, piatti in argilla ed anfore di piccole e medie dimensioni, risalenti alla seconda metà del IV secolo a.c. ed esposti in casa di un privato sono stati sottoposti a sequestro dai militari della Guardia di finanza.
Gli investigatori non hanno rinvenuto, nonostante esplicita richiesta alla famiglia che deteneva gli oggetti, una certificazione che ne attestasse il lecito possesso e, in sua mancanza, i reperti sono stati sottoposti a sequestro, su disposizione del magistrato di turno, Michele Ruggiero.
Una perizia, effettuata dagli esperti della soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, sede distaccata di Canosa di Puglia, ha accertato l'autenticità dei reperti, dichiarandoli risalenti all'epoca preromana, seconda metà del IV secolo a.C.
Secondo gli investigatori è possibile che gli oggetti siano stati asportati abusivamente da una delle tante tombe di cui è ricca l'area del nord barese. I proprietari dell'abitazione sono stati segnalati all'autorità giudiziaria per ricettazione e per essersi impossessati in maniera illecita di beni archeologici.
Gli investigatori non hanno rinvenuto, nonostante esplicita richiesta alla famiglia che deteneva gli oggetti, una certificazione che ne attestasse il lecito possesso e, in sua mancanza, i reperti sono stati sottoposti a sequestro, su disposizione del magistrato di turno, Michele Ruggiero.
Una perizia, effettuata dagli esperti della soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, sede distaccata di Canosa di Puglia, ha accertato l'autenticità dei reperti, dichiarandoli risalenti all'epoca preromana, seconda metà del IV secolo a.C.
Secondo gli investigatori è possibile che gli oggetti siano stati asportati abusivamente da una delle tante tombe di cui è ricca l'area del nord barese. I proprietari dell'abitazione sono stati segnalati all'autorità giudiziaria per ricettazione e per essersi impossessati in maniera illecita di beni archeologici.