Eventi e cultura
Sei personaggi in cerca di...relazioni: Michele Sinisi al Festival Castel dei Mondi
La conclusione del percorso laboratoriale è andato in scena il 25 e 26 settembre nella sezione “extra”
Andria - mercoledì 26 settembre 2018
11.17
"Il teatro non è il fine, ma il mezzo. Il mezzo che serve per capire chi siamo; per incontrarci e raccontare storie che ci connettono; per capire non cosa io penso, ma come la pensiamo insieme". Queste le parole di Michele Sinisi in scena il 25 e 26 settembre al Festival Castel dei Mondi nella sezione "extra" con "Sei personaggi in cerca d'autore", la conclusione di un progetto laboratoriale tenutosi dal 21 al 31 agosto con 17 attori.
Si tratta di un testo che ha convissuto con la nascita della psicoanalisi e della relatività e che, oltre ad essere un capolavoro della letteratura, risulta necessario in questo momento storico: ci permette di svelare il meccanismo di creazione scenica, ma soprattutto di riflettere su quale sia l'urgenza del teatro contemporaneo.
Lo spettacolo, avendo forma laboratoriale, modifica i normali rapporti di forza tra attori e spettatori, chiamandoli in causa e dando loro la possibilità di agire e scontrarsi con espedienti ed esperienze drammatiche, crea uno squarcio in cui poter trovare una propria dimensione, in cui poter rispettare le specificità di ognuno. Sinisi, con l'auto regista Nicolò Valandro, si allontana da quel teatro comodo, che preferisce dare risposte e non porre domande.
Ecco allora che Sinisi si chiede e ci chiede: "Se il Teatro ha svelato e inglobato ogni suo risvolto e ogni crepa possibile di se stesso, dove scoprire questa magia? È possibile cercarla? Dov'è il teatro? Dove sono le relazioni? La Scienza, così come l'Arte e il Pensiero, ammesso che non si siano fusi abbattendo ogni steccato di specificità disciplinare, hanno superato o rese evidenti le conseguenze di quella coscienza e di quella curiosità?".
Si tratta di un testo che ha convissuto con la nascita della psicoanalisi e della relatività e che, oltre ad essere un capolavoro della letteratura, risulta necessario in questo momento storico: ci permette di svelare il meccanismo di creazione scenica, ma soprattutto di riflettere su quale sia l'urgenza del teatro contemporaneo.
Lo spettacolo, avendo forma laboratoriale, modifica i normali rapporti di forza tra attori e spettatori, chiamandoli in causa e dando loro la possibilità di agire e scontrarsi con espedienti ed esperienze drammatiche, crea uno squarcio in cui poter trovare una propria dimensione, in cui poter rispettare le specificità di ognuno. Sinisi, con l'auto regista Nicolò Valandro, si allontana da quel teatro comodo, che preferisce dare risposte e non porre domande.
Ecco allora che Sinisi si chiede e ci chiede: "Se il Teatro ha svelato e inglobato ogni suo risvolto e ogni crepa possibile di se stesso, dove scoprire questa magia? È possibile cercarla? Dov'è il teatro? Dove sono le relazioni? La Scienza, così come l'Arte e il Pensiero, ammesso che non si siano fusi abbattendo ogni steccato di specificità disciplinare, hanno superato o rese evidenti le conseguenze di quella coscienza e di quella curiosità?".