Vita di città
Sciopero 12 dicembre, nella BAT alta l'adesione
Gli umori del corteo: la Flai sfiora il 100%, Barsa e Sangalli l'80%
Andria - venerdì 12 dicembre 2014
13.12
La Barsa, nella Città di Barletta, ha sfiorato una partecipazione dell'80% con un presidio permanente già partito da questa notte. Al 100%, invece, l'astensione dal lavoro di tre delle più grosse aziende monitorate dell'industria agroalimentare della BAT secondo i dati della FLAI CGIL, ma dati alti anche per la ditta Sangalli di Andria e la Buzzi Unicem in cui un lavoratore su due ha aderito allo sciopero. Al 35% la partecipazione dei lavoratori Enel. Questi i dati analitici registrati dai sindacati nel giorno dello sciopero generale indetto per il 12 dicembre e che prevede l'astensione dal lavoro per protestare contro le manovre sul lavoro previste dal Governo Renzi nel Job Acts, ma che vede l'intrecciarsi inevitabile di diverse categorie e diverse motivazioni soprattutto del mondo della scuola.
«Senza articolo 18 i lavoratori sono molto più deboli delle aziende - ci dice un sindacalista della FIOM - io sono uno di quelli che ne ha usufruito già tre volte, ma qualcosa è cambiato ed alla quarta volta mi stavano tenendo fuori perchè anche i Giudici sono più malleabili. Se tolgono l'articolo 18 i lavoratori, difatto, non possono più fare sindacato». Determinazione da parte del mondo dell scuola: «E' una lotta alla precarietà che riguarda tutti ed in particolare il mondo della scuola - ci dice un manifestante della CGIL - con le misure sulle pensioni, i giovani che entrano nella scuola hanno 40 o 45 anni. A noi tocca ora il compito di difendere la dignità professionale oltre a poter aprire porte per il futuro dei i giovani». Rincara la dose una manifestante: «Protestiamo contro la scuola azienda, le scuole non impacchettano prodotti, i dirigenti scolastici non sono manager di azienda. Nelle scuole si ha a che fare con le persone e la produttività non si può valutare in base ai progetti o in base a quanti progetti i docenti portano a scuola».
Un manifestante della UIL, invece, rilancia il messaggio: «Protestiamo contro questa politica del governo che ha imposto dei tagli al mondo della scuola facendo passare questo documento della buona scuola come una cosa ottima per gli insegnanti. Ma sappiamo bene che ci sarebbe stata una sentenza europea che avrebbe imposto l'assunzione al governo. E queste assunzioni, tra le altre cose, le si fa togliendo soldi alla scuola stessa con il blocco degli scatti ed il blocco del rinnovo sino al 2019. Siamo incavolatissimi e non ci fermeremo a questa protesta ma andremo oltre». Una rappresentanza degli studenti: «Stiamo protestando per avere un futuro migliore, non è possibile che noi dobbiamo dipendere dallo stato».
«Senza articolo 18 i lavoratori sono molto più deboli delle aziende - ci dice un sindacalista della FIOM - io sono uno di quelli che ne ha usufruito già tre volte, ma qualcosa è cambiato ed alla quarta volta mi stavano tenendo fuori perchè anche i Giudici sono più malleabili. Se tolgono l'articolo 18 i lavoratori, difatto, non possono più fare sindacato». Determinazione da parte del mondo dell scuola: «E' una lotta alla precarietà che riguarda tutti ed in particolare il mondo della scuola - ci dice un manifestante della CGIL - con le misure sulle pensioni, i giovani che entrano nella scuola hanno 40 o 45 anni. A noi tocca ora il compito di difendere la dignità professionale oltre a poter aprire porte per il futuro dei i giovani». Rincara la dose una manifestante: «Protestiamo contro la scuola azienda, le scuole non impacchettano prodotti, i dirigenti scolastici non sono manager di azienda. Nelle scuole si ha a che fare con le persone e la produttività non si può valutare in base ai progetti o in base a quanti progetti i docenti portano a scuola».
Un manifestante della UIL, invece, rilancia il messaggio: «Protestiamo contro questa politica del governo che ha imposto dei tagli al mondo della scuola facendo passare questo documento della buona scuola come una cosa ottima per gli insegnanti. Ma sappiamo bene che ci sarebbe stata una sentenza europea che avrebbe imposto l'assunzione al governo. E queste assunzioni, tra le altre cose, le si fa togliendo soldi alla scuola stessa con il blocco degli scatti ed il blocco del rinnovo sino al 2019. Siamo incavolatissimi e non ci fermeremo a questa protesta ma andremo oltre». Una rappresentanza degli studenti: «Stiamo protestando per avere un futuro migliore, non è possibile che noi dobbiamo dipendere dallo stato».