Territorio
Santa Croce: riapre al pubblico l'antica chiesa rupestre
Visita guidata e presentazione dei lavori effettuati il 1 novembre
Andria - mercoledì 29 ottobre 2014
17.49
La Chiesetta rupestre di Santa Croce ad Andria, ormai inglobata tra i palazzi, rivedrà uno spiraglio di luce dopo diversi lavori di restauro effettuati in questi mesi. L'antica laura basiliana, infatti, sarà riaperta al pubblico con una simbolica visita guidata alla presenza delle autorità civili e religiose del territorio sabato 1 novembre alle 10,15. La cripta di S. Croce è ubicata nella zona detta dei "Lagnoni", la cui denominazione deriva dalla remota presenza di un "letto artificiale" per il deflusso delle acque piovane provenienti dalle prime propaggini della Murgia. L'area, in cui insiste la cripta, è caratterizzata dalla presenza di rilevanti banchi tufacei con cavità naturali; in origine doveva essere ricca di numerose grotte, così da favorire un insediamento basiliano, il cui fulcro doveva essere proprio Santa Croce, ricavata in un masso tufaceo di circa 100 metri di perimetro.
Un importante sito religioso e storico-artistico per la cui riapertura vi sarà l'intervento del Sindaco di Andria, Nicola Giorgino, l'assessore alla Cultura, Antonio Nespoli, il delegato ai beni culturali della Diocesi di Andria, Pasquale Losito e don Riccardo Agresti, parroco della parrocchia Santa Maria Addolorata alle Croci. La Cripta di Santa Croce assume notevole rilievo per il programma iconografico che ivi si trova. Gli affreschi hanno un carattere essenzialmente devozionale e quindi legati alla cultura religiosa e alla pietà popolare; infatti i programmi decorativi e i modelli iconografici, dovendo soddisfare il bisogno religioso dell'uomo dell'epoca, si adeguano alle capacità di lettura dei fruitori.
Tuttavia, anche se eseguiti in uno stile "popolare", gli affreschi denotano committenti (clero locale, forse francescani e la famiglia dei Del Balzo, duchi di Andria) con un ricco bagaglio culturale e biblico, oltre che aggiornati sulle idee teologiche del tempo ed esecutori informati della coeva produzione. Santa Croce rappresenta un esempio di filone pittorico in cui i motivi puramente bizantini cedono il posto a forme propriamente occidentali che risentono della cultura nordica intervenuta con la presenza normanna e, ancor più, della cultura pittorica affermatasi nella vicina corte angioina di Napoli.
Un importante sito religioso e storico-artistico per la cui riapertura vi sarà l'intervento del Sindaco di Andria, Nicola Giorgino, l'assessore alla Cultura, Antonio Nespoli, il delegato ai beni culturali della Diocesi di Andria, Pasquale Losito e don Riccardo Agresti, parroco della parrocchia Santa Maria Addolorata alle Croci. La Cripta di Santa Croce assume notevole rilievo per il programma iconografico che ivi si trova. Gli affreschi hanno un carattere essenzialmente devozionale e quindi legati alla cultura religiosa e alla pietà popolare; infatti i programmi decorativi e i modelli iconografici, dovendo soddisfare il bisogno religioso dell'uomo dell'epoca, si adeguano alle capacità di lettura dei fruitori.
Tuttavia, anche se eseguiti in uno stile "popolare", gli affreschi denotano committenti (clero locale, forse francescani e la famiglia dei Del Balzo, duchi di Andria) con un ricco bagaglio culturale e biblico, oltre che aggiornati sulle idee teologiche del tempo ed esecutori informati della coeva produzione. Santa Croce rappresenta un esempio di filone pittorico in cui i motivi puramente bizantini cedono il posto a forme propriamente occidentali che risentono della cultura nordica intervenuta con la presenza normanna e, ancor più, della cultura pittorica affermatasi nella vicina corte angioina di Napoli.