Attualità
Sanremo, don Geremia Acri: “Achille Lauro ricerca qualcosa che gli curi animo. Pronto a incontrarlo”
Il sacerdote andriese intervistato in diretta da Tv2000 sulla performance sanremese
Andria - giovedì 3 febbraio 2022
13.22
"Achille Lauro è frutto di una cultura che va avanti da 30 anni. Noi non siamo stati capaci di educare. Achille Lauro è sicuramente alla ricerca di qualcosa di infinito, di qualcosa che gli curi l'animo. Achille Lauro ci sta dicendo che forse ha bisogno di essere curato nell'animo, forse vuole parlare, va alla ricerca di Dio. E io sarei disposto a incontrarlo". Lo ha detto don Geremia Acri, responsabile della casa di Casa Accoglienza "Santa Maria Goretti"- Diocesi di Andria, a Tv2000, durante il programma 'Siamo noi', commentando il gesto di Achille Lauro durante la sua esibizione sul palco di Sanremo.
Ed il nostro don Geremia non è stato il solo a sottolineare l'inopportunità dei gesti irriverenti di Achille Lauro. Il vescovo di Sanremo, mons. Antonio Suetta, ha anch'egli fortemente criticato l'esibizione che "ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso. La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante". "Ho ritenuto doveroso - dice - denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga".
Ed il nostro don Geremia non è stato il solo a sottolineare l'inopportunità dei gesti irriverenti di Achille Lauro. Il vescovo di Sanremo, mons. Antonio Suetta, ha anch'egli fortemente criticato l'esibizione che "ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso. La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante". "Ho ritenuto doveroso - dice - denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga".