Politica
Sanità, Di Terlizzi: «Restituire ai cittadini un sistema più efficiente»
Il portavoce cittadino di Fratelli d'Italia di Andria parla della gestione
Andria - mercoledì 10 febbraio 2016
13.07
Il tema connesso alle defezioni in materia di Sanità, determina da sempre un vivo dibattito politico, indipendentemente dall'appartenenza di genere. «La questione sanitaria merita un approfondimento a largo spettro, considerando che trattasi di argomento inerente comunque la mia professione di medico - afferma il portavoce cittadino di Fratelli d'Italia AN città di Andria, Gaetano Di Terlizzi, Responsabile regionale divisione medica e sanitaria per il Dipartimento rapporti con le professioni, connesso al partito stesso - professione, resa oggi ancor più complicata dai tanti regolamenti che vorrebbero semplificare un sistema così farraginoso, ma che alla fine hanno prodotto un accentuarsi delle problematiche, inasprendo a volte il rapporto tra medico e paziente». Nella nostra Regione vi sono circa 69 mila persone che rinunciano a curarsi perché le liste di attesa sono interminabili, con 22 mila famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà, perché utilizzano le poche risorse a loro disposizione per affrontare le spese sanitarie non coperte.
La spesa sanitaria privata delle famiglie, secondo il rapporto Censis, dal 2007 al 2014 è passata da 29,6 a 32,7 miliardi, raggiungendo il 22,8% della spesa sanitaria totale. In Puglia, la percentuale di pensionati a basso reddito che nell'ultimo anno ha dovuto rinunciare o rimandare prestazioni sanitarie si attesta, secondo i dati forniti, al 45,7%. Una persona su cinque è anziana e l'invecchiamento della popolazione pone problemi di ordine sociale e sanitario, in quanto i sistemi sanitari nazionali non sono in grado di fronteggiare i molti malati cronici, pertanto, occorre potenziare soprattutto la rete del sistema territoriale. A ciò si aggiunga la norma in materia di prescrizione di esami specialistici, compresi nel cosiddetto Decreto appropriatezza, come per altro segnalato dalla FIMMG, che ha innescato un marchingegno ancor più complesso, che rischia di incrinare ancor di più il rapporto di fiducia tra il medico ed il paziente, con aggravi in termini di costo sul cittadino stesso. È stato ridotto, infatti, il numero degli esami prescrivibili su unica ricetta, con inevitabile rincaro del ticket sanitario.
In termini pratici, ciò che potrebbe verificarsi è una reticenza da parte dei medici nella prescrizione di taluni accertamenti, perché timorosi di incappare in una delle tante sanzioni, con il conseguente ricorso ad una sanità privata per chi ovviamente potrà permetterselo, od un maggiore carico di lavoro per gli ospedali, ove far riferimento per l'espletamento degli stessi, con lunghe attese, o ricorso ad accessi di pronto soccorso, con intasamento degli stessi. Inoltre, in merito all'invio della dichiarazione precompilata e alla trasmissione dei dati sanitari, non sono bastate le numerose criticità evidenziate dai professionisti coinvolti nell'operazione e non sono stati sufficienti gli appelli rivolti al Ministro dell'Economia e al Direttore dell'Agenzia delle Entrate affinché fosse concesso un tempo congruo per espletare l'adempimento dell'invio dei dati. «In questo modo - afferma Di Terlizzi - siamo difronte ad uno Stato, che dinanzi alle proprie difficoltà e lacune, investe i medici di un ulteriore compito, quello di visitare con una mano e con l'altra di utilizzare la calcolatrice, oppure conferire l'incarico ad un commercialista».
Ed infine il triste tema della paventata chiusura di strutture ospedaliere o di un loro ridimensionamento, a discapito ovviamente dei cittadini. È di questi giorni la ferma opposizione ad un coinvolgimento del nosocomio andriese, che come altre strutture, per numero di accessi, criticità del territorio, specialità presenti, popolazione, posizione geografica, non può essere considerata una struttura da depredare. «Torniamo per tanto a chiedere - conclude Di Terlizzi - che si passi da subito ad attuare tutte le misure per restituire ai cittadini un sistema più efficiente, nel rispetto dei tanti operatori che tra mille difficoltà operano perché si tuteli sempre la salute del paziente e si garantisca il diritto alla salute senza gravare ancora un a volta sulle tasche dei cittadini».
La spesa sanitaria privata delle famiglie, secondo il rapporto Censis, dal 2007 al 2014 è passata da 29,6 a 32,7 miliardi, raggiungendo il 22,8% della spesa sanitaria totale. In Puglia, la percentuale di pensionati a basso reddito che nell'ultimo anno ha dovuto rinunciare o rimandare prestazioni sanitarie si attesta, secondo i dati forniti, al 45,7%. Una persona su cinque è anziana e l'invecchiamento della popolazione pone problemi di ordine sociale e sanitario, in quanto i sistemi sanitari nazionali non sono in grado di fronteggiare i molti malati cronici, pertanto, occorre potenziare soprattutto la rete del sistema territoriale. A ciò si aggiunga la norma in materia di prescrizione di esami specialistici, compresi nel cosiddetto Decreto appropriatezza, come per altro segnalato dalla FIMMG, che ha innescato un marchingegno ancor più complesso, che rischia di incrinare ancor di più il rapporto di fiducia tra il medico ed il paziente, con aggravi in termini di costo sul cittadino stesso. È stato ridotto, infatti, il numero degli esami prescrivibili su unica ricetta, con inevitabile rincaro del ticket sanitario.
In termini pratici, ciò che potrebbe verificarsi è una reticenza da parte dei medici nella prescrizione di taluni accertamenti, perché timorosi di incappare in una delle tante sanzioni, con il conseguente ricorso ad una sanità privata per chi ovviamente potrà permetterselo, od un maggiore carico di lavoro per gli ospedali, ove far riferimento per l'espletamento degli stessi, con lunghe attese, o ricorso ad accessi di pronto soccorso, con intasamento degli stessi. Inoltre, in merito all'invio della dichiarazione precompilata e alla trasmissione dei dati sanitari, non sono bastate le numerose criticità evidenziate dai professionisti coinvolti nell'operazione e non sono stati sufficienti gli appelli rivolti al Ministro dell'Economia e al Direttore dell'Agenzia delle Entrate affinché fosse concesso un tempo congruo per espletare l'adempimento dell'invio dei dati. «In questo modo - afferma Di Terlizzi - siamo difronte ad uno Stato, che dinanzi alle proprie difficoltà e lacune, investe i medici di un ulteriore compito, quello di visitare con una mano e con l'altra di utilizzare la calcolatrice, oppure conferire l'incarico ad un commercialista».
Ed infine il triste tema della paventata chiusura di strutture ospedaliere o di un loro ridimensionamento, a discapito ovviamente dei cittadini. È di questi giorni la ferma opposizione ad un coinvolgimento del nosocomio andriese, che come altre strutture, per numero di accessi, criticità del territorio, specialità presenti, popolazione, posizione geografica, non può essere considerata una struttura da depredare. «Torniamo per tanto a chiedere - conclude Di Terlizzi - che si passi da subito ad attuare tutte le misure per restituire ai cittadini un sistema più efficiente, nel rispetto dei tanti operatori che tra mille difficoltà operano perché si tuteli sempre la salute del paziente e si garantisca il diritto alla salute senza gravare ancora un a volta sulle tasche dei cittadini».