Religioni
San Francesco di Sales: Santa Messa per il patrono dei giornalisti
La celebrazione di Mons. D'Ascenzo che ha unito le Diocesi di Andria con quella di Barletta, Bisceglie e Trani
BAT - mercoledì 24 gennaio 2024
17.25
«Essere giornalista è una vocazione, un po' come quella del medico, che sceglie di amare l'umanità curandone le malattie. Così, in un certo senso, fa il giornalista, che sceglie di toccare con mano le ferite della società e del mondo». Queste sono state le parole che Papa Francesco ha dedicato ai giornalisti ricevendo nella giornata di lunedì a Roma i colleghi del mondo dell'informazione accreditati alla Sala Stampa Vaticana provenienti da tutto il mondo.
E queste stesse parole sono state ripetute oggi da Mons. Leonardo D'Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, durante la celebrazione che si è svolta a Trani nella cappella della Cittadella Sanguis Christi. Per l'appuntamento che ha riunito i giornalisti del nostro territorio nel giorno in cui si festeggia San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli scrittori cattolici, l'arcivescovo ha ribadito le parole del Papa, che ha anche parlato di «necessità di coltivare un amore incondizionato alla verità» da parte dei professionisti dell'informazione.
L'invito è giunto ai colleghi dai Direttori degli Uffici per le Comunicazioni Sociali delle due Diocesi: don Felice Bacco, per Andria, e il diac. Riccardo Losappio, per Trani Barletta Bisceglie, che hanno spiegato le ragioni dietro questo appuntamento annuale rivolto al nostro settore professionale: «Questo appuntamento ci offre l'occasione per sviluppare, in un contesto di preghiera, qualche considerazione sul ruolo dei giornalisti all'interno del variegato mondo della comunicazione. E la riflessione muove proprio dall'esperienza di Francesco di Sales maturata prima nell'attività di studioso e poi nel ministero episcopale come vescovo di Ginevra. Egli si dedicò al giornalismo e alla stampa nel periodo a cavallo tra il millecinquecento e il milleseicento avvalendosi di una cospicua corrispondenza epistolare con i fedeli della sua diocesi, corrispondenza che veniva altresì stampata e diffusa nel territorio a lui affidato».
È stato infine ribadito il tema scelto quest'anno da Papa Francesco per la 58^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: "Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana".
L'evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale rende sempre più naturale comunicare attraverso e con le macchine, in modo che è diventato sempre più difficile distinguere il calcolo dal pensiero, il linguaggio prodotto da una macchina da quello generato dagli esseri umani. Come tutte le rivoluzioni anche questa basata sull'intelligenza artificiale, pone nuove sfide affinché le macchine non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione a larga scala e non aumentino anche la solitudine di chi già è solo, privandoci di quel calore che solo la comunicazione tra persone può dare. È importante guidare l'intelligenza artificiale e gli algoritmi, perché vi sia in ognuno una consapevolezza responsabile nell'uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet. È necessario che la comunicazione sia orientata a una vita più piena della persona umana.
Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l'affermarsi di una comunicazione non ostile. Una comunicazione aperta al dialogo con l'altro, che favorisca un "disarmo integrale", che si adoperi a smontare "la psicosi bellica" che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris. È uno sforzo che è richiesto a tutti, ma in particolare agli operatori della comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano.
E queste stesse parole sono state ripetute oggi da Mons. Leonardo D'Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, durante la celebrazione che si è svolta a Trani nella cappella della Cittadella Sanguis Christi. Per l'appuntamento che ha riunito i giornalisti del nostro territorio nel giorno in cui si festeggia San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli scrittori cattolici, l'arcivescovo ha ribadito le parole del Papa, che ha anche parlato di «necessità di coltivare un amore incondizionato alla verità» da parte dei professionisti dell'informazione.
L'invito è giunto ai colleghi dai Direttori degli Uffici per le Comunicazioni Sociali delle due Diocesi: don Felice Bacco, per Andria, e il diac. Riccardo Losappio, per Trani Barletta Bisceglie, che hanno spiegato le ragioni dietro questo appuntamento annuale rivolto al nostro settore professionale: «Questo appuntamento ci offre l'occasione per sviluppare, in un contesto di preghiera, qualche considerazione sul ruolo dei giornalisti all'interno del variegato mondo della comunicazione. E la riflessione muove proprio dall'esperienza di Francesco di Sales maturata prima nell'attività di studioso e poi nel ministero episcopale come vescovo di Ginevra. Egli si dedicò al giornalismo e alla stampa nel periodo a cavallo tra il millecinquecento e il milleseicento avvalendosi di una cospicua corrispondenza epistolare con i fedeli della sua diocesi, corrispondenza che veniva altresì stampata e diffusa nel territorio a lui affidato».
È stato infine ribadito il tema scelto quest'anno da Papa Francesco per la 58^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: "Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana".
L'evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale rende sempre più naturale comunicare attraverso e con le macchine, in modo che è diventato sempre più difficile distinguere il calcolo dal pensiero, il linguaggio prodotto da una macchina da quello generato dagli esseri umani. Come tutte le rivoluzioni anche questa basata sull'intelligenza artificiale, pone nuove sfide affinché le macchine non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione a larga scala e non aumentino anche la solitudine di chi già è solo, privandoci di quel calore che solo la comunicazione tra persone può dare. È importante guidare l'intelligenza artificiale e gli algoritmi, perché vi sia in ognuno una consapevolezza responsabile nell'uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet. È necessario che la comunicazione sia orientata a una vita più piena della persona umana.
Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l'affermarsi di una comunicazione non ostile. Una comunicazione aperta al dialogo con l'altro, che favorisca un "disarmo integrale", che si adoperi a smontare "la psicosi bellica" che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris. È uno sforzo che è richiesto a tutti, ma in particolare agli operatori della comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano.