Vita di città
Rudere casa canonico Gazzillo: i residenti di Pendio San Lorenzo chiedono interventi risolutori
Dal 2016 la situazione è andata sempre più peggiorando, tanto da divenire ormai un problema di sicurezza ed igiene pubblica
Andria - domenica 23 ottobre 2022
10.32
Chiedono interventi risolutori, capaci di porre fine ad una situazione di pericolo per la sicurezza e l'igiene pubblica che sta creando non pochi problemi per la stessa vivibilità del quartiere.
La vicenda riguarda il rudere di quella che un tempo era la casa del canonico Gazzillo, situata su pendio San Lorenzo al civico 47. Un'area degradata ed ormai ridotta ad una discarica a cielo aperto, dove ai rifiuti di vario genere ed una folta vegetazione spontanea, si associano ben volentieri ratti ed altri animaletti poco simpatici. Il rudere si trova ad angolo della piazzetta denominata "Santovito", luoghi presenti a poche centinaia di metri dalla centralissima piazza Umberto I, al Palazzo di Città.
Dal 2016 i residenti del quartiere, ma ancor prima con segnalazioni di singoli cittadini, hanno chiesto ufficialmente all'Amministrazione comunale, divenuta nel frattempo a seguito di una cessione di beni con la Asl Bt, proprietaria del rudere, di porre fine a questo situazione di degrado e di pericolo. L'intento non era solo quello di vedere ripulita la zona, ma di vedere completamente rimosso quel che resta di questo rudere. Su quest'area era stata anche proposta l'eventualità, attesa l'impossibilità di un recupero di quell'immobile, tenuto conto che anche i muri perimetrali erano crollati, di rimuovere il tutto ed allargare quella piazzetta, realizzando così un piccolo parcheggio pubblico attrezzato con del verde.
Ma purtroppo si sa, molto spesso dalle intenzioni e buoni propositi è difficile passare ai fatti concreti. E così, dal 2016, tra interventi parziali di pulizia da parte della società che si occupa della raccolta dei rifiuti e promesse di interventi risolutori, i residenti sono ormai stanchi di subire questo lassismo da chi dovrebbe essere tenuto a garantire il benessere pubblico, a maggior ragione quando si tratta di patrimonio comunale.
L'appello è quindi quello di adoperarsi quando prima non solo per far cessare le situazioni di pericolo alla sicurezza ed all'igiene pubblica ma di mettere in cantiere un progetto capace di recuperare quest'ara e restituirla pienamente alla fruibilità pubblica.
La vicenda riguarda il rudere di quella che un tempo era la casa del canonico Gazzillo, situata su pendio San Lorenzo al civico 47. Un'area degradata ed ormai ridotta ad una discarica a cielo aperto, dove ai rifiuti di vario genere ed una folta vegetazione spontanea, si associano ben volentieri ratti ed altri animaletti poco simpatici. Il rudere si trova ad angolo della piazzetta denominata "Santovito", luoghi presenti a poche centinaia di metri dalla centralissima piazza Umberto I, al Palazzo di Città.
Dal 2016 i residenti del quartiere, ma ancor prima con segnalazioni di singoli cittadini, hanno chiesto ufficialmente all'Amministrazione comunale, divenuta nel frattempo a seguito di una cessione di beni con la Asl Bt, proprietaria del rudere, di porre fine a questo situazione di degrado e di pericolo. L'intento non era solo quello di vedere ripulita la zona, ma di vedere completamente rimosso quel che resta di questo rudere. Su quest'area era stata anche proposta l'eventualità, attesa l'impossibilità di un recupero di quell'immobile, tenuto conto che anche i muri perimetrali erano crollati, di rimuovere il tutto ed allargare quella piazzetta, realizzando così un piccolo parcheggio pubblico attrezzato con del verde.
Ma purtroppo si sa, molto spesso dalle intenzioni e buoni propositi è difficile passare ai fatti concreti. E così, dal 2016, tra interventi parziali di pulizia da parte della società che si occupa della raccolta dei rifiuti e promesse di interventi risolutori, i residenti sono ormai stanchi di subire questo lassismo da chi dovrebbe essere tenuto a garantire il benessere pubblico, a maggior ragione quando si tratta di patrimonio comunale.
L'appello è quindi quello di adoperarsi quando prima non solo per far cessare le situazioni di pericolo alla sicurezza ed all'igiene pubblica ma di mettere in cantiere un progetto capace di recuperare quest'ara e restituirla pienamente alla fruibilità pubblica.