Religioni
Rischio per le scuole paritarie: «Alla crisi delle finanze comunali si aggiunge adesso il covid 19»
Don Adriano Caricati, direttore diocesano di pastorale della scuola: «Siamo invisibili per questo Governo»
Andria - lunedì 25 maggio 2020
15.23
«Il Covid-19 rischia di causare la chiusura di circa il 30% delle scuole paritarie, sia laiche che religiose» E' Don Adriano Caricati, direttore di pastorale della scuola per la diocesi di Andria, a lanciare questo allarme a livello locale, dopo che su questo tema era intervenuta nei giorni scorsi la Conferenza Episcopale Italiana.
«Noi siamo invisibili per questo Governo: le scuole paritarie e le scelte delle famiglie valgono pochissimo».
Infatti, tra le categorie che hanno risentito fortemente, sia dal punto di vista sociale che economico a causa di questa pandemia vi è il personale scolastico delle scuole paritarie, tanto da porre ora a rischio la stessa sopravvivenza di questa scelta d'insegnamento, come hanno in più di una occasione fatto valere molte famiglie italiane.
Secondo la Conferenza Episcopale Italiana «le forme di sostegno poste in essere dal Decreto Rilancio – in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle rette, determinato dalla sospensione dei servizi in presenza, a seguito delle misure adottate per contrastare la pandemia – ammontano a 65 milioni per le istituzioni scolastiche dell'infanzia e a 40 milioni per le scuole primarie e secondarie, a fronte di un miliardo e mezzo destinato alla scuola tutta. Si tratta di un passo dal valore innanzitutto culturale, rispetto al quale si chiede al Governo e al Parlamento di impegnarsi ulteriormente per assicurare a tutte le famiglie la possibilità di una libera scelta educativa, esigenza essenziale in un quadro democratico».
Per ricordare quanto sia difficile la situazione anche a livello locale, Don Adriano Caricati tiene a sottolineare come: «Per Andria i problemi sono molto seri, soprattutto per i nidi e le scuole dell'infanzia nel nostro Comune, dopo la dolorosa questione della convenzione saltata a seguito del piano di riequilibrio, e con una situazione di contenziosi non ancora chiusi oppure se chiusi non ancora liquidati, secondo gli impegni presi dall'Ente locale. Seconda questione, i nidi: mai considerati nelle misure economiche di ripresa dalla crisi sanitaria. Infatti, i buoni di conciliazione, maturati al 31 marzo non sono stati erogati così come la cassa integrazione non ancora erogata ai dipendenti. La Didattica a distanza, pur rimanendo l'unica via percorribile – tiene a precisare il direttore di pastorale della scuola per la diocesi di Andria - ampiamente utilizzata con grande fantasia ed impegno da parte del personale che, generosamente, ha continuato a tenere i contatti con i genitori ed i bambini, è stata di fatto discriminante, soprattutto per le difficoltà tecnologiche delle famiglie e per le difficoltà di carattere sociale ed economico che ha impedito ad alcuni l'accesso alla rete ed ai dispositivi, non forniti agli alunni iscritti alle paritarie. Tra l'altro, gli istituti paritari non hanno la possibilità di mettere in Cassa Integrazione i propri docenti, dal momento che il servizio educativo continua, in molti casi, a essere garantito a distanza Un'ultima questione: alle rette sospese da marzo non ha fatto fronte nessun contributo MIUR per il sostegno delle spese generali di gestione delle strutture».
Purtroppo il risultato di questa situazione è presto detto «il Covid-19 rischia di causare –prosegue Don Adriano Caricati- la chiusura di circa il 30% delle scuole paritarie, sia laiche che religiose, se il governo non interverrà in maniera adeguata. Le scuole dell'infanzia e gli asili nido a correre il rischio maggiore. La questione dovrebbe destare preoccupazione, a tutti i livelli, perché le paritarie svolgono, soprattutto nella fascia 0-6 anni, un rilevante ruolo di supplenza e di copertura della insufficiente rete dei servizi a diretta gestione statale. Le stime parlano di metà delle scuole dell'infanzia paritarie a rischio chiusura. Questo sarebbe uno squilibrio che neppure un'Italia senza Coronavirus avrebbe potuto permettersi, figuriamoci nel mezzo di questa crisi. Al momento il decreto Cura Italia si è preoccupato delle scuole paritarie in modo piuttosto timido. Il Decreto "Rilancio" non prevede misure adeguate. Per fare un passo avanti, lo Stato potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di aumentare in modo consistente gli sgravi fiscali in vigore per le famiglie che scelgono l'opzione paritaria – magari con una condizionalità sul pagamento delle rette – oppure istituire un fondo ad hoc. Le famiglie e gli studenti necessitano di risposte chiare ben prima di settembre – conclude Don Adriano Caricati -. Questo clima potrebbe spingere molti a rivedere le proprie scelte in merito all'istruzione dei figli. L'effetto domino sarebbe devastante, dal punto di vista economico ed occupazionale».
«Noi siamo invisibili per questo Governo: le scuole paritarie e le scelte delle famiglie valgono pochissimo».
Infatti, tra le categorie che hanno risentito fortemente, sia dal punto di vista sociale che economico a causa di questa pandemia vi è il personale scolastico delle scuole paritarie, tanto da porre ora a rischio la stessa sopravvivenza di questa scelta d'insegnamento, come hanno in più di una occasione fatto valere molte famiglie italiane.
Secondo la Conferenza Episcopale Italiana «le forme di sostegno poste in essere dal Decreto Rilancio – in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle rette, determinato dalla sospensione dei servizi in presenza, a seguito delle misure adottate per contrastare la pandemia – ammontano a 65 milioni per le istituzioni scolastiche dell'infanzia e a 40 milioni per le scuole primarie e secondarie, a fronte di un miliardo e mezzo destinato alla scuola tutta. Si tratta di un passo dal valore innanzitutto culturale, rispetto al quale si chiede al Governo e al Parlamento di impegnarsi ulteriormente per assicurare a tutte le famiglie la possibilità di una libera scelta educativa, esigenza essenziale in un quadro democratico».
Per ricordare quanto sia difficile la situazione anche a livello locale, Don Adriano Caricati tiene a sottolineare come: «Per Andria i problemi sono molto seri, soprattutto per i nidi e le scuole dell'infanzia nel nostro Comune, dopo la dolorosa questione della convenzione saltata a seguito del piano di riequilibrio, e con una situazione di contenziosi non ancora chiusi oppure se chiusi non ancora liquidati, secondo gli impegni presi dall'Ente locale. Seconda questione, i nidi: mai considerati nelle misure economiche di ripresa dalla crisi sanitaria. Infatti, i buoni di conciliazione, maturati al 31 marzo non sono stati erogati così come la cassa integrazione non ancora erogata ai dipendenti. La Didattica a distanza, pur rimanendo l'unica via percorribile – tiene a precisare il direttore di pastorale della scuola per la diocesi di Andria - ampiamente utilizzata con grande fantasia ed impegno da parte del personale che, generosamente, ha continuato a tenere i contatti con i genitori ed i bambini, è stata di fatto discriminante, soprattutto per le difficoltà tecnologiche delle famiglie e per le difficoltà di carattere sociale ed economico che ha impedito ad alcuni l'accesso alla rete ed ai dispositivi, non forniti agli alunni iscritti alle paritarie. Tra l'altro, gli istituti paritari non hanno la possibilità di mettere in Cassa Integrazione i propri docenti, dal momento che il servizio educativo continua, in molti casi, a essere garantito a distanza Un'ultima questione: alle rette sospese da marzo non ha fatto fronte nessun contributo MIUR per il sostegno delle spese generali di gestione delle strutture».
Purtroppo il risultato di questa situazione è presto detto «il Covid-19 rischia di causare –prosegue Don Adriano Caricati- la chiusura di circa il 30% delle scuole paritarie, sia laiche che religiose, se il governo non interverrà in maniera adeguata. Le scuole dell'infanzia e gli asili nido a correre il rischio maggiore. La questione dovrebbe destare preoccupazione, a tutti i livelli, perché le paritarie svolgono, soprattutto nella fascia 0-6 anni, un rilevante ruolo di supplenza e di copertura della insufficiente rete dei servizi a diretta gestione statale. Le stime parlano di metà delle scuole dell'infanzia paritarie a rischio chiusura. Questo sarebbe uno squilibrio che neppure un'Italia senza Coronavirus avrebbe potuto permettersi, figuriamoci nel mezzo di questa crisi. Al momento il decreto Cura Italia si è preoccupato delle scuole paritarie in modo piuttosto timido. Il Decreto "Rilancio" non prevede misure adeguate. Per fare un passo avanti, lo Stato potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di aumentare in modo consistente gli sgravi fiscali in vigore per le famiglie che scelgono l'opzione paritaria – magari con una condizionalità sul pagamento delle rette – oppure istituire un fondo ad hoc. Le famiglie e gli studenti necessitano di risposte chiare ben prima di settembre – conclude Don Adriano Caricati -. Questo clima potrebbe spingere molti a rivedere le proprie scelte in merito all'istruzione dei figli. L'effetto domino sarebbe devastante, dal punto di vista economico ed occupazionale».