Vita di città
Rischio di crollo per il rudere di via Quinto Ennio
Una storia ultradecennale che non riesce ancora a vedere la parola fine. Nel 2013 il vecchio fabbricato doveva essere demolito
Andria - mercoledì 10 novembre 2021
5.50
Temono che possa venire giù da un momento all'altro e per questo fanno appello alla Civica Amministrazione perché la zona venga posta in sicurezza ed il vecchio immobile venga finalmente abbattuto.
La storia del rudere presente all'incrocio tra via Trani e via Quinto Ennio, è una storia emblematica, che si trascina da decenni, che purtroppo non riesce ancora a vedere la sua naturale conclusione: la demolizione di quelle quattro mura fatiscenti.
Sono stanchi i residenti della zona delle promesse fatte in questi anni di vedere abbattuto questo rudere, che oltre ad impedire la regolare viabilità tra via Quinto Ennio e via Trani, sta costituendo pericolo per l'incolumità pubblica. Le ultime piogge e le incursioni vandaliche hanno ulteriormente aperto le già vistose lesioni, mentre appaiono sempre più grandi i buchi che sono stati procurati a quel che resta del vecchio muro di cinta in tufo.
Erano gli anni '70 quando la lottizzazione della vecchia segheria situata in via Catullo e la successiva realizzazione di fabbricati per civili abitazioni da parte della cooperativa "Parva Domus", sancì quella che doveva essere la demolizione di quella piccola casa che si affacciava su via Trani. Al suo posto sarebbe stata realizzata una strada, via Quinto Ennio che doveva sbucare su via Trani. La strada fu realizzata ma il naturale sbocco su via Trani rimase impedito da quella costruzione, che non venne mai abbattuta per una causa civile sorta con i proprietari di quell'immobile.
E le cause, specie quelle civili si sa come vanno a finire: ci vogliono decenni prima che vedano una conclusione. Così è avvenuto per questa vicenda. Quando ormai tutto sembrava andare verso la naturale conclusione, ovvero la demolizione del rudere, ecco spuntare l'ennesimo inghippo.
Era infatti il novembre del 2013 che venne approvato in Giunta Comunale, il progetto preliminare relativo alla demolizione del rudere, propedeutico all'apertura della viabilità stradale tra via Trani e via Quinto Ennio.
Il progetto, redatto dal Settore Lavori Pubblici del Comune, si proponeva di procedere alla soluzione definitiva di quell'annosa questione legata all'impraticabilità viaria di via Quinto Ennio, nel tratto finale prospiciente l'immissione su via Trani, aprendo finalmente al traffico veicolare e pedonale il tratto occupato dal fabbricato posto al civico 40 di via Trani, con la parte retrostante recintata in tufo comprendente ruderi di preesistenti suppenne e depositi crollati.
I lavori prevedevano, con la demolizione del rudere, il raccordo della strada esistente con via Trani, con un nuovo manto stradale ed il completamento con cordoni in pietra calcarea e pavimento in pietrini di cemento aventi le stesse caratteristiche di quegli esistenti. Per l'occasione sarebbero state aggiunte alla esistente caditoia, altre tre, al fine di migliorare e potenziare il convogliamento e lo smaltimento delle acque meteoriche, che in quella zona causano sempre allagamenti.
Ma di quel progetto di demolizione non se ne fece più nulla ed il rudere è rimasto lì ancora fino ai giorni nostri. Adesso la situazione è ulteriormente peggiorata, in quanto, il passare di tutti questi anni, ha compromesso ulteriormente la staticità del rudere, tanto che adesso si teme per la sicurezza dell'intera area circostante.
La storia del rudere presente all'incrocio tra via Trani e via Quinto Ennio, è una storia emblematica, che si trascina da decenni, che purtroppo non riesce ancora a vedere la sua naturale conclusione: la demolizione di quelle quattro mura fatiscenti.
Sono stanchi i residenti della zona delle promesse fatte in questi anni di vedere abbattuto questo rudere, che oltre ad impedire la regolare viabilità tra via Quinto Ennio e via Trani, sta costituendo pericolo per l'incolumità pubblica. Le ultime piogge e le incursioni vandaliche hanno ulteriormente aperto le già vistose lesioni, mentre appaiono sempre più grandi i buchi che sono stati procurati a quel che resta del vecchio muro di cinta in tufo.
Erano gli anni '70 quando la lottizzazione della vecchia segheria situata in via Catullo e la successiva realizzazione di fabbricati per civili abitazioni da parte della cooperativa "Parva Domus", sancì quella che doveva essere la demolizione di quella piccola casa che si affacciava su via Trani. Al suo posto sarebbe stata realizzata una strada, via Quinto Ennio che doveva sbucare su via Trani. La strada fu realizzata ma il naturale sbocco su via Trani rimase impedito da quella costruzione, che non venne mai abbattuta per una causa civile sorta con i proprietari di quell'immobile.
E le cause, specie quelle civili si sa come vanno a finire: ci vogliono decenni prima che vedano una conclusione. Così è avvenuto per questa vicenda. Quando ormai tutto sembrava andare verso la naturale conclusione, ovvero la demolizione del rudere, ecco spuntare l'ennesimo inghippo.
Era infatti il novembre del 2013 che venne approvato in Giunta Comunale, il progetto preliminare relativo alla demolizione del rudere, propedeutico all'apertura della viabilità stradale tra via Trani e via Quinto Ennio.
Il progetto, redatto dal Settore Lavori Pubblici del Comune, si proponeva di procedere alla soluzione definitiva di quell'annosa questione legata all'impraticabilità viaria di via Quinto Ennio, nel tratto finale prospiciente l'immissione su via Trani, aprendo finalmente al traffico veicolare e pedonale il tratto occupato dal fabbricato posto al civico 40 di via Trani, con la parte retrostante recintata in tufo comprendente ruderi di preesistenti suppenne e depositi crollati.
I lavori prevedevano, con la demolizione del rudere, il raccordo della strada esistente con via Trani, con un nuovo manto stradale ed il completamento con cordoni in pietra calcarea e pavimento in pietrini di cemento aventi le stesse caratteristiche di quegli esistenti. Per l'occasione sarebbero state aggiunte alla esistente caditoia, altre tre, al fine di migliorare e potenziare il convogliamento e lo smaltimento delle acque meteoriche, che in quella zona causano sempre allagamenti.
Ma di quel progetto di demolizione non se ne fece più nulla ed il rudere è rimasto lì ancora fino ai giorni nostri. Adesso la situazione è ulteriormente peggiorata, in quanto, il passare di tutti questi anni, ha compromesso ulteriormente la staticità del rudere, tanto che adesso si teme per la sicurezza dell'intera area circostante.