Religioni
Ripresa delle attività pastorali, le indicazioni di Mons. Mansi in una lettera
"La centralità alla parola di Dio, unica risposta alla sete di verità di ogni uomo"
Andria - mercoledì 5 settembre 2018
9.43
Alla ripresa delle attività pastorali, dopo la pausa estiva, il Vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi, ha ritenuto necessario far pervenire ai confratelli presbiteri, diaconi e responsabli del luoghi di culto, una lettera con indicazioni precise in chiave liturgico pastorale.
Mons. Mansi raccomanda vivamente che la centralità, nei vari momenti o incontri di preghiera, è la Parola di Dio perchè Dio si rivela all'uomo con il dono della sua Parola (cfr. Benedetto XVI, Esortazione apostolica Verbum Domini) e "che bisogna incontrare la modernità e non conservare e radicalizzare sacche di medioevo, perché così non cresceremo mai. È chiaro che anime inquiete e fragili riunite in momenti di preghiera utilizzando molta scenografia ed eccessiva teatralità trovano piacere e appagamento. Noi, invece, dobbiamo costruire la Chiesa di persone libere e responsabili, come il Concilio Vaticano II e Papa Francesco insegnano".
A riguardo il Vescovo di Andria, cita le parole di Papa Benedetto XVI: "La liturgia non è uno show, uno spettacolo che abbisogni di registi geniali e di attori di talento. La liturgia non vive di sorprese "simpatiche", di trovate "accattivanti", ma di ripetizioni solenni. Non deve esprimere l'attualità e il suo effimero ma il mistero del Sacro. Molti hanno pensato e detto che la liturgia debba essere "fatta" da tutta la comunità, per essere davvero sua. È una visione che ha condotto a misurarne il "successo" in termini di efficacia spettacolare, di intrattenimento. In questo modo è andato però disperso il proprium liturgico che non deriva da ciò che noi facciamo, ma dal fatto che qui accade Qualcosa che noi tutti insieme non possiamo proprio fare. Nella liturgia opera una forza, un potere che nemmeno la Chiesa tutta intera può conferirsi: ciò che vi si manifesta è l'assolutamente Altro che, attraverso la comunità (che non ne è dunque padrona ma serva, mero strumento) giunge sino a noi". Per il cattolito, la liturgia è la Patria comune, è la fonte stessa della sua identità:anche per questo deve essere "predeterminata", "imperturbabile", perché attraverso il rito si manifesta la Santità di Dio". (cfr. Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia).
Il Vescovo di Andria, Mons. Mansi, invita, perciò, a "non intraprendere prassi di carattere devozionale che non hanno senso sul piano di una corretta interpretazione della Liturgia, che è momento di luce e di grazia nell'incontro, attraverso la Parola e il Sacramento, col Signore Risorto".
Mons. Mansi raccomanda vivamente che la centralità, nei vari momenti o incontri di preghiera, è la Parola di Dio perchè Dio si rivela all'uomo con il dono della sua Parola (cfr. Benedetto XVI, Esortazione apostolica Verbum Domini) e "che bisogna incontrare la modernità e non conservare e radicalizzare sacche di medioevo, perché così non cresceremo mai. È chiaro che anime inquiete e fragili riunite in momenti di preghiera utilizzando molta scenografia ed eccessiva teatralità trovano piacere e appagamento. Noi, invece, dobbiamo costruire la Chiesa di persone libere e responsabili, come il Concilio Vaticano II e Papa Francesco insegnano".
A riguardo il Vescovo di Andria, cita le parole di Papa Benedetto XVI: "La liturgia non è uno show, uno spettacolo che abbisogni di registi geniali e di attori di talento. La liturgia non vive di sorprese "simpatiche", di trovate "accattivanti", ma di ripetizioni solenni. Non deve esprimere l'attualità e il suo effimero ma il mistero del Sacro. Molti hanno pensato e detto che la liturgia debba essere "fatta" da tutta la comunità, per essere davvero sua. È una visione che ha condotto a misurarne il "successo" in termini di efficacia spettacolare, di intrattenimento. In questo modo è andato però disperso il proprium liturgico che non deriva da ciò che noi facciamo, ma dal fatto che qui accade Qualcosa che noi tutti insieme non possiamo proprio fare. Nella liturgia opera una forza, un potere che nemmeno la Chiesa tutta intera può conferirsi: ciò che vi si manifesta è l'assolutamente Altro che, attraverso la comunità (che non ne è dunque padrona ma serva, mero strumento) giunge sino a noi". Per il cattolito, la liturgia è la Patria comune, è la fonte stessa della sua identità:anche per questo deve essere "predeterminata", "imperturbabile", perché attraverso il rito si manifesta la Santità di Dio". (cfr. Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia).
Il Vescovo di Andria, Mons. Mansi, invita, perciò, a "non intraprendere prassi di carattere devozionale che non hanno senso sul piano di una corretta interpretazione della Liturgia, che è momento di luce e di grazia nell'incontro, attraverso la Parola e il Sacramento, col Signore Risorto".