Scuola e Lavoro
Ripensare la scuola nella società di oggi: la riflessione di Roberta, studentessa del Liceo “Carlo Troya”
“Per anni abbiamo sottovalutato il ruolo della scuola. Ma forse è giunto il momento di cambiare qualcosa”
Andria - domenica 19 dicembre 2021
Di seguito, ecco una riflessione da parte di Roberta, studentessa del quinto anno del liceo linguistico "Carlo Troya".
"Quante volte negli ultimi mesi abbiamo letto di ragazzini che si tolgono la vita tra le mura scolastiche? Storie che ci lasciano senza fiato e che, dobbiamo ammetterlo, ci mandano anche un po' in confusione facendoci sorgere tanti interrogativi. Per anni abbiamo sottovalutato il ruolo della scuola, i ragazzi, gli insegnanti, le famiglie, il sistema scolastico in generale. Ma forse è giunto il momento di cambiare qualcosa.
Tutto è in evoluzione, ma la scuola resta la stessa di sempre. Ma forse occorre partire da noi, farci un esame di coscienza. Viviamo in una società materialista, esibizionista, che preferisce mostrare più che essere realmente, insegnando ai ragazzi, fin dai primi anni di scuola, che con un 10 farai carriera, e con un 6 non vali niente.
Ciò che conta è il voto. L'importante è mostrare, apparire. È condividere la pagella di voti eccellenti sulle chat di Whatsapp quasi fosse una competizione, ma poi? Cosa resta?
Con un 4 farai infuriare i tuoi, ti toglieranno il telefono e non potrai uscire per una settimana, perché sei un fallito. Non importa comprendere il perché di quel voto, non importa rimboccarsi le maniche e colmare quelle lacune, importa che quel 4 pregiudica il tuo percorso e soprattutto l'impressione che fai agli altri.
Ma dove, ma quando? Gli studenti non sono voti, gli studenti non sono numeri.
Perché fuori dalle mura scolastiche vali per ciò che sei realmente, non per il tuo 10 in matematica e 4 in fisica. Vali per quello che fai, per l'impegno che metti nel superare i tuoi limiti. Punto. Smettiamola di diffondere nei ragazzi la filosofia del mostrare, del solo apparire perché il risultato non è affatto positivo, e lo stiamo vedendo.
Non sono forse questi dei campanelli d'allarme per tutti noi?
Studenti, genitori, insegnati, è il momento di cambiare! C'è una responsabilità da dividere e condividere: scuola e famiglia devono essere un punto di riferimento per i ragazzi, comunità educanti dove comprendere che è meglio essere veri che perfetti, che sbagliare è necessario per trovare la propria strada: è l' obiettivo a cui tutti dovremmo tendere, poiché da questo dipende il nostro futuro. Non è quella lode che farà di te una persona matura, non è quel 5 che determinerà il tuo futuro, non è il viaggio a contare, ma la destinazione. Non sei un voto, sei molto di più. Perché quando va via un giovane, viene meno una parte di futuro, ma prima ancora, viene meno una parte del presente ancora troppo inadeguato".
"Quante volte negli ultimi mesi abbiamo letto di ragazzini che si tolgono la vita tra le mura scolastiche? Storie che ci lasciano senza fiato e che, dobbiamo ammetterlo, ci mandano anche un po' in confusione facendoci sorgere tanti interrogativi. Per anni abbiamo sottovalutato il ruolo della scuola, i ragazzi, gli insegnanti, le famiglie, il sistema scolastico in generale. Ma forse è giunto il momento di cambiare qualcosa.
Tutto è in evoluzione, ma la scuola resta la stessa di sempre. Ma forse occorre partire da noi, farci un esame di coscienza. Viviamo in una società materialista, esibizionista, che preferisce mostrare più che essere realmente, insegnando ai ragazzi, fin dai primi anni di scuola, che con un 10 farai carriera, e con un 6 non vali niente.
Ciò che conta è il voto. L'importante è mostrare, apparire. È condividere la pagella di voti eccellenti sulle chat di Whatsapp quasi fosse una competizione, ma poi? Cosa resta?
Con un 4 farai infuriare i tuoi, ti toglieranno il telefono e non potrai uscire per una settimana, perché sei un fallito. Non importa comprendere il perché di quel voto, non importa rimboccarsi le maniche e colmare quelle lacune, importa che quel 4 pregiudica il tuo percorso e soprattutto l'impressione che fai agli altri.
Ma dove, ma quando? Gli studenti non sono voti, gli studenti non sono numeri.
Perché fuori dalle mura scolastiche vali per ciò che sei realmente, non per il tuo 10 in matematica e 4 in fisica. Vali per quello che fai, per l'impegno che metti nel superare i tuoi limiti. Punto. Smettiamola di diffondere nei ragazzi la filosofia del mostrare, del solo apparire perché il risultato non è affatto positivo, e lo stiamo vedendo.
Non sono forse questi dei campanelli d'allarme per tutti noi?
Studenti, genitori, insegnati, è il momento di cambiare! C'è una responsabilità da dividere e condividere: scuola e famiglia devono essere un punto di riferimento per i ragazzi, comunità educanti dove comprendere che è meglio essere veri che perfetti, che sbagliare è necessario per trovare la propria strada: è l' obiettivo a cui tutti dovremmo tendere, poiché da questo dipende il nostro futuro. Non è quella lode che farà di te una persona matura, non è quel 5 che determinerà il tuo futuro, non è il viaggio a contare, ma la destinazione. Non sei un voto, sei molto di più. Perché quando va via un giovane, viene meno una parte di futuro, ma prima ancora, viene meno una parte del presente ancora troppo inadeguato".