Cronaca
Riordino ospedaliero: nell'ASL BT si passerà a tre ospedali
Nel 2014 al "Bonomo" di Andria 81 milioni di costi e 52 di ricavi
BAT - domenica 21 febbraio 2016
11.36
E' stata presentata due giorni fa la bozza di riordino della rete ospedaliera della Regione Puglia, messa a punto dal direttore del Dipartimento promozione salute, Giovanni Gorgoni, alla presenza del presidente della giunta, Michele Emiliano, nella sua qualità di assessore alla Salute, in un'audizione nella commissione assistenza sanitaria del Consiglio regionale. Il sistema sanitario pugliese passerà, rispetto ai 40 ospedali pubblici esistenti, a 31 strutture con un taglio di 9, a parità di posti letto e di costo del personale. Ed allora, analizzando la relazione, risultano interessanti i parametri di costi e ricavi di ogni singola struttura ospedaliera anche rispetto alla divisione tra rete pubblica e privata. Per esempio, il costo dell'assistenza ospedaliera in Puglia nel 2014, è stato di 3,6 miliardi con più di 13mila posti letto e circa 8.500 nella rete pubblica e quasi 5mila nella rete privata. Costo totale 2,679 miliardi nella rete pubblica con 318mila euro a posto letto mentre 699 milioni per la rete privata con un costo di 143mila euro a posto letto.
Nella Asl BT il costo medio per posto letto è leggermente maggiore rispetto alla media regionale con 328 mila euro. La risultanza della relazione di Gorgoni è che «gli ospedali costano più di quanto producono» visto che, facendo l'esempio sempre dell'Asl BT, nel 2014 il costo è stato di 208 milioni di euro a fronte di 141 milioni di euro di ricavi, per una differenza tra ricavi e costi pari rispettivamente al 40% ed al 60%. La ASL BT è in media con le altre aziende sanitarie pugliesi come Bari e Taranto che hanno le stesse percentuali, mentre per Foggia vi è il massimo squilibrio con il 65% di costi ed il 35% di ricavi. Meglio di tutte fa Brindisi con 57% di costi e 43% di ricavi. Andando nello specifico delle strutture ospedaliere dell'ASL BT, poi, si nota come l'Ospedale "Bonomo" di Andria, compreso anche il plesso di Canosa, abbia costi pari ad 81 milioni di euro all'anno con ricavi pari a 52 milioni di euro mentre il "Dimiccoli" di Barletta ha 74 milioni di euro di costi e 58 milioni di euro di ricavi. La struttura "Vittorio Emanuele" di Bisceglie assieme al plesso di Trani, infine, hanno 53 milioni di euro di costi e 32 di ricavi.
Come si legge sempre nella relazione del riordino ospedaliero, «i presidi ospedalieri di ASL hanno una situazione economica così critica che conviene prevedere un piano di rientro da 1+3 anni già dal 2016 senza attendere il prossimo anno come previsto dalla norma». Nella nuova rete ospedaliera, dunque, l'effetto ottenuto e cercato è stato quello dell'accorpamento delle strutture senza diminuzione dei posti letto. Così in tutta la Puglia vi saranno 9 ospedali in meno per un totale di 27 rispetto agli attuali 36. Saranno 15 gli Ospedali di Base, 9 gli Ospedali di Primo Livello e 3 quelli di 2° livello. Assieme a Brindisi sarà proprio la BAT a pagare più dazio tra le provincie pugliesi: nella sesta provincia, infatti, saranno due le strutture che chiuderanno definitivamente (probabilmente Canosa e Trani, anche se non ancora specificato nella relazione), con tre ospedali sull'intero territorio e 2 di primo livello e 1 di base.
Nella Asl BT il costo medio per posto letto è leggermente maggiore rispetto alla media regionale con 328 mila euro. La risultanza della relazione di Gorgoni è che «gli ospedali costano più di quanto producono» visto che, facendo l'esempio sempre dell'Asl BT, nel 2014 il costo è stato di 208 milioni di euro a fronte di 141 milioni di euro di ricavi, per una differenza tra ricavi e costi pari rispettivamente al 40% ed al 60%. La ASL BT è in media con le altre aziende sanitarie pugliesi come Bari e Taranto che hanno le stesse percentuali, mentre per Foggia vi è il massimo squilibrio con il 65% di costi ed il 35% di ricavi. Meglio di tutte fa Brindisi con 57% di costi e 43% di ricavi. Andando nello specifico delle strutture ospedaliere dell'ASL BT, poi, si nota come l'Ospedale "Bonomo" di Andria, compreso anche il plesso di Canosa, abbia costi pari ad 81 milioni di euro all'anno con ricavi pari a 52 milioni di euro mentre il "Dimiccoli" di Barletta ha 74 milioni di euro di costi e 58 milioni di euro di ricavi. La struttura "Vittorio Emanuele" di Bisceglie assieme al plesso di Trani, infine, hanno 53 milioni di euro di costi e 32 di ricavi.
Come si legge sempre nella relazione del riordino ospedaliero, «i presidi ospedalieri di ASL hanno una situazione economica così critica che conviene prevedere un piano di rientro da 1+3 anni già dal 2016 senza attendere il prossimo anno come previsto dalla norma». Nella nuova rete ospedaliera, dunque, l'effetto ottenuto e cercato è stato quello dell'accorpamento delle strutture senza diminuzione dei posti letto. Così in tutta la Puglia vi saranno 9 ospedali in meno per un totale di 27 rispetto agli attuali 36. Saranno 15 gli Ospedali di Base, 9 gli Ospedali di Primo Livello e 3 quelli di 2° livello. Assieme a Brindisi sarà proprio la BAT a pagare più dazio tra le provincie pugliesi: nella sesta provincia, infatti, saranno due le strutture che chiuderanno definitivamente (probabilmente Canosa e Trani, anche se non ancora specificato nella relazione), con tre ospedali sull'intero territorio e 2 di primo livello e 1 di base.