Cenere
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Religioni

Rinasceremo insieme dalla cenere

Riflessione di don Ettore Lestingi, presidente della Commissione Liturgica diocesana

Cenere: è ciò che resta dopo un fuoco inestinguibile, che con il suo calore ha riscaldato e con la sua luce ha illuminato. Ha riscaldato cuori gelidi in guerra, mani irrigidite dall'odio, piedi in fuga dall'oppressione e dalla fame. Ha illuminato notti insonni di veglie, ripari da imprevedibili bombardamenti, volti impauriti in cerca di sguardi compassionevoli. Di questo fuoco resta la cenere, come memoria che non può fare storia, come nostalgia che non può generare angoscia. Segno di un passato che non ritornerà più, come dalla cenere non rinasce il fuoco.

Cenere: è ciò che, mista ad acqua, diventa la lisciva delle lavandaie, deterge i panni degli uomini fino a farli diventare bianchissimi, splendenti come il sole. Toglie le impurità, sgrassa dalle scorie ed elimina gli eccessi, riduce all'essenziale le cose che sono. La sua forza sta nello sparire, la sua efficacia nel non odore, il suo peso nella sua sorprendente leggerezza.

Cenere: alfa e omega, principio e fine di tutte le cose, del tempo, della creazione, dell'uomo: "Ricordati che sei cenere e in cenere tornerai". Per quanto l'uomo possa essere stato creato poco meno degli angeli e coronato di gloria e di onore, basta un battito d'ali per essere spazzato via come cenere e così disperdersi nel nulla.

Cenere: origine, natura e fine dell'esistenza umana: l'uomo creato dalla cenere, è fragile e inconsistente come cenere, in cenere tornerà alla fine dei suoi giorni. Ma guai a che riduce l'uomo in cenere. Oggi il mondo è un campo di cenere: foreste incenerite dalla mano di piromani di turno, città ridotte in cenere da bombardamenti, ammassi di macerie provocate da terremoti, ma soprattutto uomini, donne, giovani, anziani e bambini ridotti ad un pizzico di ceneri da uomini ubriachi di potere.

Cenere: è l'unica eredità che l'uomo può lasciare ad altri uomini. Ma non è così per Dio!

Cenere: è la materia con cui Dio ci ha creati e resi vivi, più vivaci di un fuoco con il soffio del suo respiro. E' la condizione di umiltà umana che piega il cuore di Dio e lo rende debole per la potenza della fede dell'uomo: "Polvere e cenere sono davanti a Te, Signore". E' la situazione da cui ripartire per una nuova rigenerazione: "Tu fai ritornare l'uomo in polvere e dici: ritornate, figli dell'uomo". Non è il ripetersi del mito dell'araba fenice che, incenerita al calore del sole, sempre rinasce a vita nuova… Ma è la consapevolezza di ciò che siamo e di chi è Dio: noi siamo polvere e cenere, argilla informe. Lui è il vasaio, l'artista che ci dà forma.

Cenere: come pioggia scenda sul nostro capo, avvolga i nostri corpi, bruci gli eccessi di peccato, purifichi i nostri cuori e ci renda nuove creature. Allora sì che rinasceremo insieme dalla cenere!
  • don Ettore Lestingi
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