
Politica
Rimodulazione finanziaria, Michele Coratella (M5S): "La via è stretta. Un tentativo comune degli andriesi, per gli andriesi"
Il commento ed il video del capogruppo pentastellato, dopo il voto favorevole espresso ieri nel consiglio comunale
Andria - venerdì 12 marzo 2021
14.50
"Le ultime sedute del Consiglio Comunale di Andria sono state dolorose, ma necessarie. Come consiglieri comunali dovevamo mettere un punto su una proposta politica da fare alla città sui debiti che la città si ritrova sulla schiena. Un peso che pagheremo noi e i nostri figli. Le ultime otto ore di Consiglio Comunale hanno finalmente prodotto questo documento.
Nel video vi spiego la mia posizione.
In questi giorni ho criticato dall'opposizione il modus operandi.
Come con l'amministrazione Giorgino abbiamo ricevuto i documenti all'ultimo minuto, segno sicuramente di grande apprensione e di grande e lacerante discussione interna. Il ruolo della sindaca è difficile in questo momento, perché si trova a dover scegliere se fare di tutto per salvare il bilancio della città o se emanare come suo primo atto politico l'attestazione del fallimento di Andria.
Se mi fossi trovato al suo posto avrei avuto davanti lo stesso bivio.
La tentazione di sedere sulla sponda del fiume e aspettare il morto è stata forte. Dall'opposizione, se scegli di scommettere sul fallimento degli altri, è tutto più facile. Noi non abbiamo responsabilità sul passato amministrativo e sui debiti della città.
Ma immagino per un momento la mia amministrazione davanti alla stessa scelta: quanto sarebbe durata negli andriesi l'idea che il Movimento 5 Stelle non avesse responsabilità sui debiti?
A cosa servono le mani pulite se le tieni in tasca?
La via è stretta. I consiglieri comunali di tutte le forze politiche hanno lavorato ad una mediazione sui beni della città da vendere, come spiego nel video. Abbiamo fatto quello che potevamo. Vista l'intenzione della sindaca di mediare con il consenso di tutti, responsabilmente abbiamo votato a favore di questo ultimo tentativo di salvare la città dal fallimento.
Un tentativo comune degli andriesi, per gli andriesi.
Perché oltre alla crisi del Covid, c'è una crisi economica precedente alla pandemia. Perché oltre questo passaggio c'è solo la sconfitta totale della città. La liquidazione di servizi, di posti di lavoro, di crediti delle aziende, di beni della città, di tutto ciò che è possibile vendere per fare cassa e pagare i debiti.
Tutto il percorso è stato votato all'unanimità meno due.
Ognuno è padrone delle sue scelte.
Io e Vincenzo non potevamo girarci dall'altra parte".
Nel video vi spiego la mia posizione.
In questi giorni ho criticato dall'opposizione il modus operandi.
Come con l'amministrazione Giorgino abbiamo ricevuto i documenti all'ultimo minuto, segno sicuramente di grande apprensione e di grande e lacerante discussione interna. Il ruolo della sindaca è difficile in questo momento, perché si trova a dover scegliere se fare di tutto per salvare il bilancio della città o se emanare come suo primo atto politico l'attestazione del fallimento di Andria.
Se mi fossi trovato al suo posto avrei avuto davanti lo stesso bivio.
La tentazione di sedere sulla sponda del fiume e aspettare il morto è stata forte. Dall'opposizione, se scegli di scommettere sul fallimento degli altri, è tutto più facile. Noi non abbiamo responsabilità sul passato amministrativo e sui debiti della città.
Ma immagino per un momento la mia amministrazione davanti alla stessa scelta: quanto sarebbe durata negli andriesi l'idea che il Movimento 5 Stelle non avesse responsabilità sui debiti?
A cosa servono le mani pulite se le tieni in tasca?
La via è stretta. I consiglieri comunali di tutte le forze politiche hanno lavorato ad una mediazione sui beni della città da vendere, come spiego nel video. Abbiamo fatto quello che potevamo. Vista l'intenzione della sindaca di mediare con il consenso di tutti, responsabilmente abbiamo votato a favore di questo ultimo tentativo di salvare la città dal fallimento.
Un tentativo comune degli andriesi, per gli andriesi.
Perché oltre alla crisi del Covid, c'è una crisi economica precedente alla pandemia. Perché oltre questo passaggio c'è solo la sconfitta totale della città. La liquidazione di servizi, di posti di lavoro, di crediti delle aziende, di beni della città, di tutto ciò che è possibile vendere per fare cassa e pagare i debiti.
Tutto il percorso è stato votato all'unanimità meno due.
Ognuno è padrone delle sue scelte.
Io e Vincenzo non potevamo girarci dall'altra parte".