Territorio
Rifiuti nella BAT, Larosa: «Maggior controllo del territorio»
Il Presidente del circolo di Andria di Legambiente torna sull'emergenza
Andria - giovedì 2 luglio 2015
9.38
«L'attuale fase di crisi nella gestione del ciclo dei rifiuti ci sottopone enormi interrogativi la cui unica risposta consiste nel rimboccarsi le maniche ed incrementare la raccolta differenziata in ogni realtà geografica ed amministrativa della Puglia». Non lascia spazio a dubbi l'idea di Riccardo Larosa Presidente del Circolo di Legambiente Andria che parla dell'emergenza venutasi a creare nella BAT a seguito della chiusura delle discariche di Trani ed Andria ma anche a seguito del rinvenimento della cava dei veleni sempre nella città tranese. «Chi per anni, ha ignorato la problematica della gestione delle discariche - ha detto Larosa - si è inesorabilmente trovato con le spalle al muro in seguito alla chiusura delle discariche di Trani e di Andria. Questi casi evidenziano che sia gli impianti pubblici che privati rappresentano delle bombe ad orologeria pronte ad esplodere. Tuttora, entrambe le discariche continuano a rilasciare ingenti quantitativi di sostanze contaminanti nella falda attraverso il percolato. Per risanare la falla di percolato nella discarica di Trani in località 'Puro vecchio' ci vorrà molto tempo e verranno, probabilmente, spesi milioni di euro sottratti ai bilanci della collettività. Un vero e proprio scandalo ambientale, sanitario ed economico».
«Per lungo tempo abbiamo sottovalutato il problema pensando che in fondo le discariche - ha proseguito Larosa - non sono altro che delle innocue grandi buche dove è conveniente smaltire grosse quantità di rifiuti a basso costo. Vale la pena ricordare che è stato proprio il bassissimo costo di conferimento dei rifiuti nelle discariche della Puglia ed in particolare in quelle della BAT ad impedire il decollo della raccolta differenziata emarginando spesso a percentuali di una solo cifra la frazione complessiva dei materiali recuperati. Adesso, la mancanza di discariche idonee e l'applicazione del D.M. 27/10/2010 impedisce di conferire il tal quale in discarica come si è fatto per lunghissimo tempo costringendo le Amministrazioni ad inseguire i pochissimi impianti di biostabilizzazione presenti in Puglia. E' così che colonne di camion carichi di rifiuti vagano sulle strade della Regione in entrata ed uscita dagli impianti di trattamento incrementando l'inquinamento da traffico e facendo impennare i costi della gestione. E' forse proprio per questo motivo che si moltiplicano le discariche abusive improvvisate all'interno delle cave dismesse. Si apre, così, un'altra gigantesca questione concernente il controllo del territorio e messa in rilievo dai fatti di cronaca della cava dei veleni in località 'Profico' che per moltissime notti riversava fumi e diossine sugli abitati delle città di Trani ed Andria».
«Considerando l'enorme numero di cave dismesse presenti sul territorio - ha aggiunto Larosa - ci chiediamo quante altre discariche dei veleni stanno avvelenando le nostre esistenza prima che qualche altro cittadino volenteroso dotato di un senso dell'odorato sopraffino possa scoprirle? Tutti i nodi vengono al pettine e come sempre accade è il caso che ognuno per la propria responsabilità faccia il mea culpa ed inverta la rotta. La Legambiente ha da sempre evidenziato tutte queste problematiche ribadendo che l'unica via d'uscita da questo inestricabile labirinto è rappresentato dal potenziamento della raccolta differenziata partendo proprio dalla riduzione della frazione organica che se accumulata nelle discariche rappresenta una incredibile bomba ecologica. La stessa frazione organica dovrà essere trattata in impianti locali di compostaggio del tutto mancanti nella BAT. In attesa che questi vengano realizzati potrà essere incentivato il compostaggio domestico mediante la diffusione di compostiere per le abitazioni dotate di aiuole o giardini. Come circolo cittadino oltre a prestare attenzione alla situazione regionale e provinciale, siamo preoccupati dalla percentuale media di raccolta differenziata tendenzialmente in calo della nostra città, sintomo di "superficialità" nell'attuazione di politiche migliorative del servizio e di inesistenti campagne sensibilizzative. Siamo convinti che piccoli comportamenti concreti possano attuare la rivoluzione delle formiche inducendo positivi cambiamenti nella nostra esistenza quotidiana».
«Per lungo tempo abbiamo sottovalutato il problema pensando che in fondo le discariche - ha proseguito Larosa - non sono altro che delle innocue grandi buche dove è conveniente smaltire grosse quantità di rifiuti a basso costo. Vale la pena ricordare che è stato proprio il bassissimo costo di conferimento dei rifiuti nelle discariche della Puglia ed in particolare in quelle della BAT ad impedire il decollo della raccolta differenziata emarginando spesso a percentuali di una solo cifra la frazione complessiva dei materiali recuperati. Adesso, la mancanza di discariche idonee e l'applicazione del D.M. 27/10/2010 impedisce di conferire il tal quale in discarica come si è fatto per lunghissimo tempo costringendo le Amministrazioni ad inseguire i pochissimi impianti di biostabilizzazione presenti in Puglia. E' così che colonne di camion carichi di rifiuti vagano sulle strade della Regione in entrata ed uscita dagli impianti di trattamento incrementando l'inquinamento da traffico e facendo impennare i costi della gestione. E' forse proprio per questo motivo che si moltiplicano le discariche abusive improvvisate all'interno delle cave dismesse. Si apre, così, un'altra gigantesca questione concernente il controllo del territorio e messa in rilievo dai fatti di cronaca della cava dei veleni in località 'Profico' che per moltissime notti riversava fumi e diossine sugli abitati delle città di Trani ed Andria».
«Considerando l'enorme numero di cave dismesse presenti sul territorio - ha aggiunto Larosa - ci chiediamo quante altre discariche dei veleni stanno avvelenando le nostre esistenza prima che qualche altro cittadino volenteroso dotato di un senso dell'odorato sopraffino possa scoprirle? Tutti i nodi vengono al pettine e come sempre accade è il caso che ognuno per la propria responsabilità faccia il mea culpa ed inverta la rotta. La Legambiente ha da sempre evidenziato tutte queste problematiche ribadendo che l'unica via d'uscita da questo inestricabile labirinto è rappresentato dal potenziamento della raccolta differenziata partendo proprio dalla riduzione della frazione organica che se accumulata nelle discariche rappresenta una incredibile bomba ecologica. La stessa frazione organica dovrà essere trattata in impianti locali di compostaggio del tutto mancanti nella BAT. In attesa che questi vengano realizzati potrà essere incentivato il compostaggio domestico mediante la diffusione di compostiere per le abitazioni dotate di aiuole o giardini. Come circolo cittadino oltre a prestare attenzione alla situazione regionale e provinciale, siamo preoccupati dalla percentuale media di raccolta differenziata tendenzialmente in calo della nostra città, sintomo di "superficialità" nell'attuazione di politiche migliorative del servizio e di inesistenti campagne sensibilizzative. Siamo convinti che piccoli comportamenti concreti possano attuare la rivoluzione delle formiche inducendo positivi cambiamenti nella nostra esistenza quotidiana».