Religioni
Restaurato il dipinto della Madonna dei Miracoli tra i Santi Riccardo e Agostino
Le foto prima e dopo i lavori sulla tela del ‘900 eseguiti dai maestri Jaccarino e Zingaro
Andria - lunedì 12 giugno 2017
10.37
Da alcuni giorni il quadro raffigurante la Madonna dei Miracoli insieme ai Santi Riccardo ed Agostino è tornato al suo posto, nella Basilica dedicata alla patrona della città di Andria dopo un lavoro di attento restauro portato avanti dai maestri Valerio Jaccarino e Giuseppe Zingaro. Il dipinto, di forma rettangolare, opera del pittore barese Michele Montrone è datato al 1904. Al centro è ritratta la Madonna dei Miracoli affiancata dai Santi Riccardo e Agostino. Ai piedi dei tre santi è raffigurata la città di Andria, Castel del Monte e il Santuario.
«L'opera versava in un precario stato di conservazione. Il dipinto, realizzato - spiegano i maestri restauratori - con la tecnica dell'olio su tela, presentava una pellicola pittorica fortemente disidratata, con evidenti problemi di adesione e coesione della stessa al supporto tessile. Le vecchie integrazioni pittoriche, realizzate in occasione di un precedente restauro, erano ormai alterate, i colori infatti risultavano virati. Uno strato di vernice ossidata occultava la reale leggibilità dell'opera».
Il dipinto è stato quindi trasportato presso il laboratorio di restauro di Jaccarino e Zingaro dove si è proceduto alla realizzazione di un primo intervento di pulitura per rimuovere le vecchie integrazioni pittoriche e lo strato di vernice ossidata. «Questa è stata l'occasione per analizzare tutti i ripensamenti dell'artista prima della stesura della versione definitiva. Poi abbiamo pulito il supporto tessile dal retro, dove sono state rimosse toppe e aggiunte di ogni tipologia e materiale (carta, plastica, ecc..) inserite per risarcire tagli e lesioni. Così siamo andati avanti con il consolidamento della tela con spennellature di BEVA 371 diluito in white spirit. Lungo il perimetro è stata realizzata una foderatura di rinforzo con BEVA film 371 e telina. La tela infine è stata sottoposta alle operazione di stuccatura delle lacune e integrazione pittorica con velature di colori a vernice per il restauro e protetta da un velo di vernice retoucher data a spruzzo».
«L'opera versava in un precario stato di conservazione. Il dipinto, realizzato - spiegano i maestri restauratori - con la tecnica dell'olio su tela, presentava una pellicola pittorica fortemente disidratata, con evidenti problemi di adesione e coesione della stessa al supporto tessile. Le vecchie integrazioni pittoriche, realizzate in occasione di un precedente restauro, erano ormai alterate, i colori infatti risultavano virati. Uno strato di vernice ossidata occultava la reale leggibilità dell'opera».
Il dipinto è stato quindi trasportato presso il laboratorio di restauro di Jaccarino e Zingaro dove si è proceduto alla realizzazione di un primo intervento di pulitura per rimuovere le vecchie integrazioni pittoriche e lo strato di vernice ossidata. «Questa è stata l'occasione per analizzare tutti i ripensamenti dell'artista prima della stesura della versione definitiva. Poi abbiamo pulito il supporto tessile dal retro, dove sono state rimosse toppe e aggiunte di ogni tipologia e materiale (carta, plastica, ecc..) inserite per risarcire tagli e lesioni. Così siamo andati avanti con il consolidamento della tela con spennellature di BEVA 371 diluito in white spirit. Lungo il perimetro è stata realizzata una foderatura di rinforzo con BEVA film 371 e telina. La tela infine è stata sottoposta alle operazione di stuccatura delle lacune e integrazione pittorica con velature di colori a vernice per il restauro e protetta da un velo di vernice retoucher data a spruzzo».