Commento
Resta solo l’amore dato e ricevuto
Riflessioni di Gennaro Piccolo del Centro Igino Giordani
Andria - giovedì 30 novembre 2017
16.27
«Ci vengono chieste da più parti notizie, in merito alla proposta avanzata ai nostri Amministratori dal Centro Igino Giordani , per l'inserimento nello Statuto Comunale di un "Patto di Fraternità" e l'adesione della nostra Città all'Associazione "Città per la Fraternità" che attualmente vede iscritte 140 Città». Torna l'appuntamento con le riflessioni sulla fraternità del Centro Igino Giordani, a cura del referente Gennaro (Gino) Piccolo.
Tale domanda non possiamo che girarla ai componenti del Consiglio Comunale. I più, in realtà, sono rimasti in silenzio. Un silenzio che noi del Centro Giordani continuiamo a rispettare consapevoli del travaglio che sta attanagliando l'Amministrazione in questi ultimi tempi.
Restiamo fiduciosi e, semmai, cogliamo l'occasione per ridire ancora qualcosa sulla fraternità e dove affondano le radici della nostra proposta.
L'idea è frutto di un cammino politico che si sta costruendo da alcuni anni -in più nazioni- tra politici di diversi orientamenti, assieme a cittadini, funzionari, studenti e studiosi di scienza politica; un cammino condotto alla luce del carisma dell'unità di Chiara Lubich. Lo scopo è quello di andare in profondità nell'impegno politico, ritrovarne le ragioni e rimettere la politica al suo posto: quello di strumento indispensabile all'unità, alla pace e alla fraternità della famiglia umana.
Questo approfondimento non ci porta fuori della quotidianità politica, ma ci richiede lo sforzo di trovare, nell'analizzare le nostre e nel capire le ragioni dell'altro, quali sono i valori che oggi possono ridare voce e soggettività alla politica.
E così, anche in questi giorni difficili, sentiamo forte la convinzione che è necessario fare la nostra parte per rilanciare, con maggiore urgenza, la nostra proposta di unità intorno alla fraternità, e trovare un alto momento di sintesi in quei valori che sono propri dell'uomo e che sono alla base di ogni scelta politica fatta, o che ci attende.
Ecco perché l'idea di un Patto. Un Patto che può offrire a tutti un momento di riflessione, in cui cercare, nel rispetto delle differenti posizioni, le radici profonde di un comune impegno per la fraternità a beneficio dell'intera comunità cittadina che si è chiamati a servire. Un gesto di altissimo valore educativo a cui tutti i cittadini dovranno ispirarsi e necessariamente far proprio.
Siamo consapevoli che la fraternità non è un dono gratuito, puro buonismo, ma è frutto di fatica, di un cammino lungo che ha bisogno del contributo di tutti. La fraternità richiede da parte di tutti l'assenza di eventuali atteggiamenti di chiusura, di giudizio precostituito, fondando il proprio pensare e operare politico su categorie nuove e universali che reggano all'impatto della domanda oggi rivolta alla politica.
Ci vuole il coraggio di uscire dalle strade che fino ad ora abbiamo percorso, il coraggio di uscire da una politica parziale e dall'orizzonte stretto.
La Fraternità!
Non è, forse, proprio la fraternità che può ridare alla libertà la sua vera interpretazione, come espressione completa di ciascuno, e non come spazio senza regole in cui prevale il più forte? Non è, forse, proprio la fraternità che può dare all'uguaglianza il suo vero significato come principio di giustizia sociale, e non come ideologia collettiva e impersonale?
Sarebbe bello se i nostri politici -e non solo- accogliessero la sfida di un "Patto di Fraternità" la sola capace di contribuire nel produrre molteplici frutti a favore della riconciliazione e della pace, della tutela della vita e del creato, di un'economia equa, della solidarietà con i più poveri e con gli emarginati, della famiglia, della Città, dell'Umanità.
Alla luce di queste considerazioni, crediamo si possa concludere che vale davvero la pena di dare la vita facendo politica, perché, come scrisse Aristotele, ci si può contentare anche del bene di un solo individuo, "ma è più bello e più divino il bene di un popolo e di intere Città".
Ai politici tutti, altresì, l'augurio che alla fine del loro mandato nei loro cuori resti solo l'Amore, dato e ricevuto».
Tale domanda non possiamo che girarla ai componenti del Consiglio Comunale. I più, in realtà, sono rimasti in silenzio. Un silenzio che noi del Centro Giordani continuiamo a rispettare consapevoli del travaglio che sta attanagliando l'Amministrazione in questi ultimi tempi.
Restiamo fiduciosi e, semmai, cogliamo l'occasione per ridire ancora qualcosa sulla fraternità e dove affondano le radici della nostra proposta.
L'idea è frutto di un cammino politico che si sta costruendo da alcuni anni -in più nazioni- tra politici di diversi orientamenti, assieme a cittadini, funzionari, studenti e studiosi di scienza politica; un cammino condotto alla luce del carisma dell'unità di Chiara Lubich. Lo scopo è quello di andare in profondità nell'impegno politico, ritrovarne le ragioni e rimettere la politica al suo posto: quello di strumento indispensabile all'unità, alla pace e alla fraternità della famiglia umana.
Questo approfondimento non ci porta fuori della quotidianità politica, ma ci richiede lo sforzo di trovare, nell'analizzare le nostre e nel capire le ragioni dell'altro, quali sono i valori che oggi possono ridare voce e soggettività alla politica.
E così, anche in questi giorni difficili, sentiamo forte la convinzione che è necessario fare la nostra parte per rilanciare, con maggiore urgenza, la nostra proposta di unità intorno alla fraternità, e trovare un alto momento di sintesi in quei valori che sono propri dell'uomo e che sono alla base di ogni scelta politica fatta, o che ci attende.
Ecco perché l'idea di un Patto. Un Patto che può offrire a tutti un momento di riflessione, in cui cercare, nel rispetto delle differenti posizioni, le radici profonde di un comune impegno per la fraternità a beneficio dell'intera comunità cittadina che si è chiamati a servire. Un gesto di altissimo valore educativo a cui tutti i cittadini dovranno ispirarsi e necessariamente far proprio.
Siamo consapevoli che la fraternità non è un dono gratuito, puro buonismo, ma è frutto di fatica, di un cammino lungo che ha bisogno del contributo di tutti. La fraternità richiede da parte di tutti l'assenza di eventuali atteggiamenti di chiusura, di giudizio precostituito, fondando il proprio pensare e operare politico su categorie nuove e universali che reggano all'impatto della domanda oggi rivolta alla politica.
Ci vuole il coraggio di uscire dalle strade che fino ad ora abbiamo percorso, il coraggio di uscire da una politica parziale e dall'orizzonte stretto.
La Fraternità!
Non è, forse, proprio la fraternità che può ridare alla libertà la sua vera interpretazione, come espressione completa di ciascuno, e non come spazio senza regole in cui prevale il più forte? Non è, forse, proprio la fraternità che può dare all'uguaglianza il suo vero significato come principio di giustizia sociale, e non come ideologia collettiva e impersonale?
Sarebbe bello se i nostri politici -e non solo- accogliessero la sfida di un "Patto di Fraternità" la sola capace di contribuire nel produrre molteplici frutti a favore della riconciliazione e della pace, della tutela della vita e del creato, di un'economia equa, della solidarietà con i più poveri e con gli emarginati, della famiglia, della Città, dell'Umanità.
Alla luce di queste considerazioni, crediamo si possa concludere che vale davvero la pena di dare la vita facendo politica, perché, come scrisse Aristotele, ci si può contentare anche del bene di un solo individuo, "ma è più bello e più divino il bene di un popolo e di intere Città".
Ai politici tutti, altresì, l'augurio che alla fine del loro mandato nei loro cuori resti solo l'Amore, dato e ricevuto».