Vita di città
Residenti e esercenti attività commerciali in Via Eritrea: "Noi, figli di un dio minore"
Undici anni di degrado ed abbandono, in tutti i sensi. Lavori improvvisi, non comunicati interrompono quel che rimane della socialità della zona
Andria - giovedì 16 giugno 2022
10.02
E' una storia infinita quella che incombe su via Eritrea, la bella strada lunga e regolare che un tempo metteva in comunicazione diretta piazza Porta La Barra con via Carmine, strada non solo di passaggio ma cuore pulsante di un quartiere vivo e popolare, dove i rapporti sociali ed umani erano all'ordine del giorno.
Purtroppo nel febbraio del 2011, a seguito di crolli verificatisi in alcuni tratti degli antichi pluviali che corrono sotto una buona parte di Andria, delle voragini si aprirono lungo via De Gasperi e corso Cavour. Fu necessario chiudere alcune strade, come appunto accadde per corso Cavour e via Eritrea, mentre per via Carmine si optò per l'obbròbio rappresentato dal ponte bailey, il cui costo dell'affitto maturato in questo decennio, circa 200mila euro, ha compensato ampiamente il suo possibile acquisto.
Nel frattempo i residenti e gli esercenti le attività commerciali di via Eritrea, almeno quelli rimasti hanno ripetutamente contattato vari esponenti di gruppi politici e delle amministrazioni che si sono succedute in questo decennio. Nel marzo scorso, a cura dell'Amministrazione Bruno è stato presentato un importante progetto all'interno di opere finanziabili con il PNRR. Circa un milione e mezzo quelli destinati a sistemare la parte sottostante del pluviale che corre lungo via Carmine e via Eritrea.
E in attesa di una tanto agognata sistemazione definitiva, la situazione peggiora giorno dopo giorno. Via Eritrea ha visto non solo sparire numerose attività commerciali storiche come da ultima quella di Scamarcio Colori, ma difficoltà quotidiane le incontrano gli stessi residenti per entrare ed uscire dalle loro abitazioni, per non parlare degli alunni che frequentano la scuola "Di Donna", costretti a barcamenarsi nell'uscita da auto parcheggiate sui due lati della strada, mentre la zona dove un tempo si trovavano i bagni pubblici (chiusi ormai da alcuni decenni), è diventata vero e proprio ricettacolo di sporcizia, con seri rischi per l'incolumità e l'igiene dei bambini.
I residenti sono a dir poco indignati e fanno appello al Comune perché alla zona sia ridata la dignità che merita. Questa mattina, operai di una ditta non meglio precisata hanno interrotto il varco viario per i residenti, per aprire una trincea dove sistemare dei cavi elettrici, senza che venisse comunicato precedentemente l'avvio dei lavori. Di fatto da stamane per alcuni di loro, specie per gli anziani, è stato impedito di muoversi con le proprie autovetture. "E' solo l'ultima, inqualificabile disattenzione del Comune nei confronti dei residenti della zona. Eppure su questa strada, all'imbocco di via Manthonè, c'è una sede comunale utilizzata in passato come presidio di Polizia Locale e che cade letteralmente a pezzi come dimostrano le finestre rotte e le tante erbacce presenti. Se il Comune considera così la sua proprietà è facile quindi capire cosa importi della nostra condizione. Chiediamo solo rispetto e tutela, come cittadini a tutti gli effetti e non figli di un dio minore", concludono alcuni dei residenti di via Eritrea.
Purtroppo nel febbraio del 2011, a seguito di crolli verificatisi in alcuni tratti degli antichi pluviali che corrono sotto una buona parte di Andria, delle voragini si aprirono lungo via De Gasperi e corso Cavour. Fu necessario chiudere alcune strade, come appunto accadde per corso Cavour e via Eritrea, mentre per via Carmine si optò per l'obbròbio rappresentato dal ponte bailey, il cui costo dell'affitto maturato in questo decennio, circa 200mila euro, ha compensato ampiamente il suo possibile acquisto.
Nel frattempo i residenti e gli esercenti le attività commerciali di via Eritrea, almeno quelli rimasti hanno ripetutamente contattato vari esponenti di gruppi politici e delle amministrazioni che si sono succedute in questo decennio. Nel marzo scorso, a cura dell'Amministrazione Bruno è stato presentato un importante progetto all'interno di opere finanziabili con il PNRR. Circa un milione e mezzo quelli destinati a sistemare la parte sottostante del pluviale che corre lungo via Carmine e via Eritrea.
E in attesa di una tanto agognata sistemazione definitiva, la situazione peggiora giorno dopo giorno. Via Eritrea ha visto non solo sparire numerose attività commerciali storiche come da ultima quella di Scamarcio Colori, ma difficoltà quotidiane le incontrano gli stessi residenti per entrare ed uscire dalle loro abitazioni, per non parlare degli alunni che frequentano la scuola "Di Donna", costretti a barcamenarsi nell'uscita da auto parcheggiate sui due lati della strada, mentre la zona dove un tempo si trovavano i bagni pubblici (chiusi ormai da alcuni decenni), è diventata vero e proprio ricettacolo di sporcizia, con seri rischi per l'incolumità e l'igiene dei bambini.
I residenti sono a dir poco indignati e fanno appello al Comune perché alla zona sia ridata la dignità che merita. Questa mattina, operai di una ditta non meglio precisata hanno interrotto il varco viario per i residenti, per aprire una trincea dove sistemare dei cavi elettrici, senza che venisse comunicato precedentemente l'avvio dei lavori. Di fatto da stamane per alcuni di loro, specie per gli anziani, è stato impedito di muoversi con le proprie autovetture. "E' solo l'ultima, inqualificabile disattenzione del Comune nei confronti dei residenti della zona. Eppure su questa strada, all'imbocco di via Manthonè, c'è una sede comunale utilizzata in passato come presidio di Polizia Locale e che cade letteralmente a pezzi come dimostrano le finestre rotte e le tante erbacce presenti. Se il Comune considera così la sua proprietà è facile quindi capire cosa importi della nostra condizione. Chiediamo solo rispetto e tutela, come cittadini a tutti gli effetti e non figli di un dio minore", concludono alcuni dei residenti di via Eritrea.