Politica
Regionali 2015, Zinni: «Il territorio va difeso e non aggredito»
A Materia Prima si è discusso di Agroalimentare con Ceci e Santovito
Andria - sabato 18 aprile 2015
12.56
«Carlo Petrini, presidente di Slow Food, con un discorso bellissimo in cui denuncia come alla fine degli anni 50 il 50% della popolazione era dedito all'agricoltura, ora siamo arrivato al 3% e di questa percentuale la metà è over 65». E' iniziato proprio con un video dedicato a Petrini, l'incontro svoltosi venerdì 17 nel comitato elettorale Materia Prima di Sabino Zinni, candidato alla carica di consigliere regionale nella Lista Emiliano, in cui il Presidente di Slow Food ha fatto un appello accorato a recuperare il ruolo e la vita di un elemento essenziale come la terra. I dati drammatici della fuga dalle campagne coinvolgono da vicino proprio i territori pugliesi: «Questi dati sono il segno di come la nostra terra, che fa dell'agricoltura la sua spina dorsale, non può che ritornare alla terra. Più che un optional ora è una necessità assoluta - ha detto Sabino Zinni - Naturalmente l'agroalimentare può essere declinato in molti modi. Un'agricoltura intensiva non è più possibile, bisogna ripartire col difendere la terra come madre, proprio come ha ricordato Petrini nel suo video ispirandosi al primo che l'ha chiamata in questa maniera, San Francesco, definendola Nostra Madre Terra». Un'agricoltura che deve essere al passo con i tempi ma che deve inevitabilmente rispettare la terra che va custodita e non aggredita.
Esempio lampante appare proprio esser il problema Xylella che sta interessando in modo così drammatico la Puglia: «Adesso sarebbe facile dire che proprio questo è un segnale che la terra non può essere maltrattata - ha ribadito Zinni - Abbiamo dato violenza alla terra e la terra ci ripaga in questa maniera. Non sono un tecnico ma credo che la Xylella, come tanti altri segnali, sono il simbolo di un degrado e vanno affrontati tecnicamente con adeguati rimedi. E' necessario, tuttavia, ripensare l'approccio all'agricoltura. L'agroalimentare e cioè quello che mangiamo è un problema serio e va riguardato con attenzione perchè quando abbiamo avuto la possibilità di avere dei presidi di eccellenza abbiamo potuto vantarci ed esprimere al meglio il nostro territorio». Incontro lungo e molto dibattuto nel quale tanti sono stati i temi affrontati da diversi punti di vista tra cui quello di Savino Santovito, Docente di Economia e Gestione delle Imprese all'Università "A. Moro" di Bari: «Gli imprenditori non solo sono pronti ma hanno già dato segnali notevoli della volontà di ritorno alla terra - ha detto Santovito - in un mondo che va verso l'economia della conoscenza, forse bisogna recuperare alcuni asset fondamentali ed uno di questi è la terra. Si può presentare l'agroalimentare italiano come motore di altri settori, ora si parla di buon mangiare ma anche di buon vivere e i consumatori come gli imprenditori lo stanno capendo. I mercati sono quelli che guidano gli imprenditori, quindi se i mercati si spostano in questa direzione inevitabilmente anche gli imprenditori ci saranno. Purtroppo c'è spesso un paradosso - ha concluso Santovito - i mercati che si spostano prima non sono quelli locali ed infatti il dato dell'export italiano è sempre stato in crescita perchè i nostri imprenditori sono comunque attenti ai mercati esteri».
Mondo dell'impresa rappresentato da Giancarlo Ceci, noto proprietario dell'azienda biologica andriese Agrinatura: «Sono diverse le problematiche che incontriamo oggi - ha detto Ceci - ma in particolare mi concentrerei su quelle relative alla gestione dei costi che derivano molto dalla pesantezza della burocrazia e dalla non chiarezza delle leggi. Questo ti porta poi a non avere una certezza del costo ed invece noi abbiamo bisogno di certezze dei costi per programmare nel medio periodo le nostre produzioni».
Esempio lampante appare proprio esser il problema Xylella che sta interessando in modo così drammatico la Puglia: «Adesso sarebbe facile dire che proprio questo è un segnale che la terra non può essere maltrattata - ha ribadito Zinni - Abbiamo dato violenza alla terra e la terra ci ripaga in questa maniera. Non sono un tecnico ma credo che la Xylella, come tanti altri segnali, sono il simbolo di un degrado e vanno affrontati tecnicamente con adeguati rimedi. E' necessario, tuttavia, ripensare l'approccio all'agricoltura. L'agroalimentare e cioè quello che mangiamo è un problema serio e va riguardato con attenzione perchè quando abbiamo avuto la possibilità di avere dei presidi di eccellenza abbiamo potuto vantarci ed esprimere al meglio il nostro territorio». Incontro lungo e molto dibattuto nel quale tanti sono stati i temi affrontati da diversi punti di vista tra cui quello di Savino Santovito, Docente di Economia e Gestione delle Imprese all'Università "A. Moro" di Bari: «Gli imprenditori non solo sono pronti ma hanno già dato segnali notevoli della volontà di ritorno alla terra - ha detto Santovito - in un mondo che va verso l'economia della conoscenza, forse bisogna recuperare alcuni asset fondamentali ed uno di questi è la terra. Si può presentare l'agroalimentare italiano come motore di altri settori, ora si parla di buon mangiare ma anche di buon vivere e i consumatori come gli imprenditori lo stanno capendo. I mercati sono quelli che guidano gli imprenditori, quindi se i mercati si spostano in questa direzione inevitabilmente anche gli imprenditori ci saranno. Purtroppo c'è spesso un paradosso - ha concluso Santovito - i mercati che si spostano prima non sono quelli locali ed infatti il dato dell'export italiano è sempre stato in crescita perchè i nostri imprenditori sono comunque attenti ai mercati esteri».
Mondo dell'impresa rappresentato da Giancarlo Ceci, noto proprietario dell'azienda biologica andriese Agrinatura: «Sono diverse le problematiche che incontriamo oggi - ha detto Ceci - ma in particolare mi concentrerei su quelle relative alla gestione dei costi che derivano molto dalla pesantezza della burocrazia e dalla non chiarezza delle leggi. Questo ti porta poi a non avere una certezza del costo ed invece noi abbiamo bisogno di certezze dei costi per programmare nel medio periodo le nostre produzioni».