Politica
Referendum anti-trivelle, Fratelli d'Italia AN Andria per il SI
Il partito di centrodestra giustifica le ragioni della scelta
Andria - sabato 9 aprile 2016
Comunicato Stampa
Con il referendum del prossimo 17 aprile, siamo chiamati ad esprimerci sull'abrogazione di una norma della legge attuale che fa salvi i titoli abilitativi per la ricerca e la coltivazione di gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalla costa italiana, senza alcun limite temporale. Votando sì, si cancella tale previsione. Attualmente i permessi per estrarre in mare entro le 12 miglia sono vietate, ma le ricerche e le attività petrolifere già in corso non sono state incluse nel divieto e non hanno termine definito. Fratelli d'italia AN Andria Vota SÌ.
Le ragioni di questa scelta sono: i permessi di ricerca e di coltivazione di idrocarburi, entro le 12 miglia, già rilasciati devono avere una scadenza certa; vogliamo decidere noi del futuro della nostra Terra e non lasciare che lobby petrolifere e governanti affaristi lo facciano per noi; il "Bel Paese", l'Italia, non è il paese delle trivelle.
La nostra ricchezza sono l'ambiente, il territorio, i nostri monti e i nostri mari. Tutto il petrolio del mondo non vale il pericolo ambientale che potrebbero causare le trivelle in mare. Se si dovessero verificare incidenti con le piattaforme petrolifere nel Mediterraneo, che è una piccola conca, sarebbe un disastro senza precedenti. Anche estraendo tutto il petrolio che abbiamo saremmo sempre dipendenti dall'estero per il nostro approvvigionamento energetico. In Italia, c'è petrolio sufficiente per coprire 6/7 settimane e 6 mesi di gas in maniera autonoma. Non è vero che ci saranno contraccolpi per l'industria italiana. La situazione rimarrà immutata. Vogliamo lasciare ai nostri figli il mare che ci hanno lasciato i nostri padri.
Le ragioni di questa scelta sono: i permessi di ricerca e di coltivazione di idrocarburi, entro le 12 miglia, già rilasciati devono avere una scadenza certa; vogliamo decidere noi del futuro della nostra Terra e non lasciare che lobby petrolifere e governanti affaristi lo facciano per noi; il "Bel Paese", l'Italia, non è il paese delle trivelle.
La nostra ricchezza sono l'ambiente, il territorio, i nostri monti e i nostri mari. Tutto il petrolio del mondo non vale il pericolo ambientale che potrebbero causare le trivelle in mare. Se si dovessero verificare incidenti con le piattaforme petrolifere nel Mediterraneo, che è una piccola conca, sarebbe un disastro senza precedenti. Anche estraendo tutto il petrolio che abbiamo saremmo sempre dipendenti dall'estero per il nostro approvvigionamento energetico. In Italia, c'è petrolio sufficiente per coprire 6/7 settimane e 6 mesi di gas in maniera autonoma. Non è vero che ci saranno contraccolpi per l'industria italiana. La situazione rimarrà immutata. Vogliamo lasciare ai nostri figli il mare che ci hanno lasciato i nostri padri.