Cronaca
Reati ambientali, 113 andriesi denunciati dalla Gurdia di Finanza
Operazione tra Bari e la BAT: oltre 1.400 gli indagati e 90 le tonnellate di rifiuti sequestrati
Andria - mercoledì 9 luglio 2014
12.25
È durata un anno l'attività d'indagine della Guardia di Finanza che ha portato alla denuncia di 1.456 persone principalmente di Corato, Ruvo, Andria e Terlizzi, finite nell'occhio della magistratura e delle forze dell'ordine per reati ambientali di diversa natura. Solo della Città di Andria, infatti, sono 113 le persone denunciate assieme ad altri del sud foggiano e del barese. Per tutti i capi di imputazione a vario titolo parlano della violazione delle norme in materia ambientale e trasporto non autorizzato di rifiuti, con l'aggravante del concorso.
La procedura era semplice, venivano rubati metalli di qualsiasi genere (rame, ottone e ghisa principalmente, anche all'interno di cimiteri) in tutte le città delle provincie di Bari e Barletta-Andria-Trani per poi rivenderli e guadagnarci anche fino a 70mila euro. Si sospetta che molto del rame rinvenuto sia derivato dai furti subiti dall'ENEL e 800 denunce, infatti, riguardano proprio i reati perpetrati nel conferimento del rame. Nel dettaglio, partendo da una serie di controlli presso siti di raccolta, stoccaggio e smaltimento rifiuti, le pattuglie del gruppo Pronto Impiego di Bari hanno colto in flagranza di reato due persone mentre conferivano rifiuti ferrosi e pericolosi presso altrettanti operatori di Ruvo di Puglia, che erano sprovvisti delle autorizzazioni necessarie.
Nell'occasione i "Baschi Verdi" hanno anche sottoposto a sequestro due mezzi utilizzati per il trasporto del materiale ferroso, le due aree su cui era avvenuta la miscelazione illecita e le l'ingente quantità di rifiuti raccolti. Le discariche nonostante fossero autorizzate ricevevano illegalmente rifiuti non tracciabili. L'onere della Procura di Trani sarà quello di gestire oltre 1400 notizie di reato, per un'operazione che vede un "movimento economico" di oltre 1.6 milioni di euro. "Trash 4 cash", così è denominata l'attività, vedrà significativi risvolti nei prossimi mesi. A coordinare le indagini, sin dal'inizio dell'attività, il Procuratore della Repubblica, Dott. Carlo Maria Capristo ed il Procuratore Aggiunto, Dott. F. Giannella.
La procedura era semplice, venivano rubati metalli di qualsiasi genere (rame, ottone e ghisa principalmente, anche all'interno di cimiteri) in tutte le città delle provincie di Bari e Barletta-Andria-Trani per poi rivenderli e guadagnarci anche fino a 70mila euro. Si sospetta che molto del rame rinvenuto sia derivato dai furti subiti dall'ENEL e 800 denunce, infatti, riguardano proprio i reati perpetrati nel conferimento del rame. Nel dettaglio, partendo da una serie di controlli presso siti di raccolta, stoccaggio e smaltimento rifiuti, le pattuglie del gruppo Pronto Impiego di Bari hanno colto in flagranza di reato due persone mentre conferivano rifiuti ferrosi e pericolosi presso altrettanti operatori di Ruvo di Puglia, che erano sprovvisti delle autorizzazioni necessarie.
Nell'occasione i "Baschi Verdi" hanno anche sottoposto a sequestro due mezzi utilizzati per il trasporto del materiale ferroso, le due aree su cui era avvenuta la miscelazione illecita e le l'ingente quantità di rifiuti raccolti. Le discariche nonostante fossero autorizzate ricevevano illegalmente rifiuti non tracciabili. L'onere della Procura di Trani sarà quello di gestire oltre 1400 notizie di reato, per un'operazione che vede un "movimento economico" di oltre 1.6 milioni di euro. "Trash 4 cash", così è denominata l'attività, vedrà significativi risvolti nei prossimi mesi. A coordinare le indagini, sin dal'inizio dell'attività, il Procuratore della Repubblica, Dott. Carlo Maria Capristo ed il Procuratore Aggiunto, Dott. F. Giannella.