Eventi e cultura
Questione Meridionale: domande e risposte nella borgata di Montegrosso
Si è tenuto venerdì 29 un incontro organizzato dall'associazione culturale La Piscara
Andria - lunedì 2 luglio 2018
Questione Meridionale: dove affonda le sue radici? Quanto ha influenzato gli esiti dell'ultime ultime elezioni politiche e del referendum costituzionale? Per quanto ancora vivremo in un'Italia divisa in due?
Di queste ed altre "questioni" si è discusso venerdì scorso, 29 giugno alla borgata di Montegrosso in occasione di un incontro organizzato dall'associazione culturale "La Piscara". Filo conduttore della serata il pensiero di Antonio Gramsci, interpretato da due illustri ospiti.
"La Quistione Meridionale è essenzialmente una Questione Nazionale", ha affermato il filosofo Diego Fusaro, Direttore di Filosofia Politica dell'Istituto Nazionale di Alti Studi Strategici e Politici di Milano, durante la relazione di "Gramsci. 1860. Come il Nord piovrizzò il Sud".
"Gramsci ci racconta di un Nord che, come una piovra, si arricchiva proporzionalmente all impoverimento del Sud, e di una sottrazione di ricchezze che viene chiamata in maniera edulcorante "unificazione" per non parlare di "colonizzazione"; ma la spaccatura tra Nord e Sud è una questione universale: si pensi al Nord e al Sud del mondo, si pensi al Nord e al Sud dell'Unione Europea. La grande lezione di Gramsci, le cui pagine sono di profonda attualità, è aver esteso il conflitto in una dimensione più ampia", ha inoltre affermato il filosofo, opponendosi ad un revisionismo storico che miri a fare delle parole di Gramsci baluardo dei neoborbonici.
Il dialogo è proseguito con Lea Durante, docente di Letteratura Italiana presso l'Ateneo barese e vice presidente della sezione italiana della International Gramsci Society, che ha condotto l'uditorio in un percorso di analisi dei caratteri della nazionalità italiana, dall'impero romano sino all'unificazione: un'Italia che, differentemente dall'Inghilterra, dalla Francia e dalla Germania, ha sviluppato in ritardo quello spirito nazionale che Machiavelli suggeriva.
"Se L'Unità nazionale è sempre stata oggetto di critiche - ha affermato Alessandro Cannavale, del Politecnico di Bari, ingegnere per formazione, ricercatore per lavoro, meridionalista per passione, blogger per diletto - lo si è fatto senza mai metterla in discussione, guardando sempre dall'interno della stessa. Il concetto di confine degli Stati, all'interno di una visione di Europa unita, aiuta a combattere l'entropia fisiologica a cui il continente tende, evitando gli scontri; ed è facile che oggi, chi è stato eletto "di pancia", possa riportare l'Europa in quella passata confusione".
Al dibattito ha preso parte anche Rosa Barone, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, presidente della Commissione Legalità del Consiglio regionale pugliese e sottoscrittrice di una mozione presentata in aula la scorsa estate. La mozione, passata quasi all'unanimità, chiedeva l'istituzione di una Giornata commemorativa delle Vittime Meridionali del Processo Unitario da celebrarsi il 13 febbraio, in ricordo della presa di Gaeta da parte dei Piemontesi e caduta dei Borbone nel 1861. Presente anche, Nino Marmo, presidente del gruppo consiliare di F. I. alla Regione Puglia, giornalista, editore e cultore di storia patria e del Sud.
L'incontro si è concluso con una degustazione di prodotti tipici: taralli Fiore e vino Spagnoletti.
Di queste ed altre "questioni" si è discusso venerdì scorso, 29 giugno alla borgata di Montegrosso in occasione di un incontro organizzato dall'associazione culturale "La Piscara". Filo conduttore della serata il pensiero di Antonio Gramsci, interpretato da due illustri ospiti.
"La Quistione Meridionale è essenzialmente una Questione Nazionale", ha affermato il filosofo Diego Fusaro, Direttore di Filosofia Politica dell'Istituto Nazionale di Alti Studi Strategici e Politici di Milano, durante la relazione di "Gramsci. 1860. Come il Nord piovrizzò il Sud".
"Gramsci ci racconta di un Nord che, come una piovra, si arricchiva proporzionalmente all impoverimento del Sud, e di una sottrazione di ricchezze che viene chiamata in maniera edulcorante "unificazione" per non parlare di "colonizzazione"; ma la spaccatura tra Nord e Sud è una questione universale: si pensi al Nord e al Sud del mondo, si pensi al Nord e al Sud dell'Unione Europea. La grande lezione di Gramsci, le cui pagine sono di profonda attualità, è aver esteso il conflitto in una dimensione più ampia", ha inoltre affermato il filosofo, opponendosi ad un revisionismo storico che miri a fare delle parole di Gramsci baluardo dei neoborbonici.
Il dialogo è proseguito con Lea Durante, docente di Letteratura Italiana presso l'Ateneo barese e vice presidente della sezione italiana della International Gramsci Society, che ha condotto l'uditorio in un percorso di analisi dei caratteri della nazionalità italiana, dall'impero romano sino all'unificazione: un'Italia che, differentemente dall'Inghilterra, dalla Francia e dalla Germania, ha sviluppato in ritardo quello spirito nazionale che Machiavelli suggeriva.
"Se L'Unità nazionale è sempre stata oggetto di critiche - ha affermato Alessandro Cannavale, del Politecnico di Bari, ingegnere per formazione, ricercatore per lavoro, meridionalista per passione, blogger per diletto - lo si è fatto senza mai metterla in discussione, guardando sempre dall'interno della stessa. Il concetto di confine degli Stati, all'interno di una visione di Europa unita, aiuta a combattere l'entropia fisiologica a cui il continente tende, evitando gli scontri; ed è facile che oggi, chi è stato eletto "di pancia", possa riportare l'Europa in quella passata confusione".
Al dibattito ha preso parte anche Rosa Barone, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, presidente della Commissione Legalità del Consiglio regionale pugliese e sottoscrittrice di una mozione presentata in aula la scorsa estate. La mozione, passata quasi all'unanimità, chiedeva l'istituzione di una Giornata commemorativa delle Vittime Meridionali del Processo Unitario da celebrarsi il 13 febbraio, in ricordo della presa di Gaeta da parte dei Piemontesi e caduta dei Borbone nel 1861. Presente anche, Nino Marmo, presidente del gruppo consiliare di F. I. alla Regione Puglia, giornalista, editore e cultore di storia patria e del Sud.
L'incontro si è concluso con una degustazione di prodotti tipici: taralli Fiore e vino Spagnoletti.