Commento
San Valentino, dopo la denuncia solo rattoppi
"Continua a regnare la politica del'improvvisazione", così il Comitato del quartiere
Andria - mercoledì 15 marzo 2017
In un comunicato, il Comitato del quartiere San Valentino, tramite il presidente Pietro Carnicelli e il segretario Riccardo Anzioso, esprime le proprie considerazioni in merito ai provvedimenti messi in atto a seguito della pubblica denuncia dello scorso 10 marzo: «Dopo la nostra denuncia pubblica dello scorso 10 marzo, non potendo replicare di fronte ad una realtà talmente evidente e drammatica, qualcuno ha pensato bene di intervenire tempestivamente e mettere una toppa, neanche a colore, sul disastro.
Un esercito di lavoratori è prontamente intervenuto per mascherare il disastro coprendo le buche di ridicolo con materiale che non si capisce neanche cosa sia e che siamo certi alla prossima pioggerellina sarà spazzato via per far tornare tutto come prima, se non peggio. La politica dell'improvvisazione, del maldestro e del pressapochismo continua a regnare nella città di cartapesta dove la realtà viene mascherata dal virtuale.
Se avessero fatto quella ridicola riparazione in una strada del centro cittadino, magari in piazza Marconi o in Piazza Trieste e Trento cosa si sarebbe detto? Tutti avrebbero gridato allo scandalo mentre quando accade nel nostro quartiere emarginato, scucito dalla città, impoverito, maltrattato, trascurato, dimenticato, sfruttato e violentato nessuno apre bocca. Tanto non siamo degni di essere valutati più di quel rattoppo che non fa certo onore a chi vorrebbe fregiarsi di meriti che non ha e che non ha mai avuto e addirittura utilizzarli per fare salti della quaglia.
No, essere presi in giro proprio no. Non ci stiamo e non ci accontentiamo di essere ridicolizzati, banalizzati o addirittura derisi. Quei rattoppi non vanno per niente bene e sono una gravissima offesa alle migliaia di abitanti del quartiere ed all'intera comunità. Siamo certi che dopo di noi saranno in tanti, anche le istituzioni sociali del quartiere ad indignarsi e a smetterla di giustificare sempre tutto quello che accade qui.
Ora, dopo i rattoppi cosa dobbiamo aspettarci? Quale sarà il prossimo intervento pre-elettorale che è stato predisposto ad hoc per prenderci di nuovo per i fondelli? Se proprio devono fare altri lavori come questi, li facciano di notte, con i lampioni già spenti, almeno non li vediamo in faccia e l'invito non è ai lavoratori che eseguono gli ordini ma a chi li fa eseguire».
Un esercito di lavoratori è prontamente intervenuto per mascherare il disastro coprendo le buche di ridicolo con materiale che non si capisce neanche cosa sia e che siamo certi alla prossima pioggerellina sarà spazzato via per far tornare tutto come prima, se non peggio. La politica dell'improvvisazione, del maldestro e del pressapochismo continua a regnare nella città di cartapesta dove la realtà viene mascherata dal virtuale.
Se avessero fatto quella ridicola riparazione in una strada del centro cittadino, magari in piazza Marconi o in Piazza Trieste e Trento cosa si sarebbe detto? Tutti avrebbero gridato allo scandalo mentre quando accade nel nostro quartiere emarginato, scucito dalla città, impoverito, maltrattato, trascurato, dimenticato, sfruttato e violentato nessuno apre bocca. Tanto non siamo degni di essere valutati più di quel rattoppo che non fa certo onore a chi vorrebbe fregiarsi di meriti che non ha e che non ha mai avuto e addirittura utilizzarli per fare salti della quaglia.
No, essere presi in giro proprio no. Non ci stiamo e non ci accontentiamo di essere ridicolizzati, banalizzati o addirittura derisi. Quei rattoppi non vanno per niente bene e sono una gravissima offesa alle migliaia di abitanti del quartiere ed all'intera comunità. Siamo certi che dopo di noi saranno in tanti, anche le istituzioni sociali del quartiere ad indignarsi e a smetterla di giustificare sempre tutto quello che accade qui.
Ora, dopo i rattoppi cosa dobbiamo aspettarci? Quale sarà il prossimo intervento pre-elettorale che è stato predisposto ad hoc per prenderci di nuovo per i fondelli? Se proprio devono fare altri lavori come questi, li facciano di notte, con i lampioni già spenti, almeno non li vediamo in faccia e l'invito non è ai lavoratori che eseguono gli ordini ma a chi li fa eseguire».