Religioni
Quaresima: tempo di silenzio
Don Ettore Lestingi: "Il fascino del mormorio di un vento leggero. (1Re 19,12)"
Andria - mercoledì 14 febbraio 2018
Messaggio alla Comunità, nell'anno pastorale 2018 di don Ettore Lestingi, della parrocchia Madonna della Grazia
"Ed ecco che il Signore passò.
Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì Elia si coprì il volto con il mantello. Uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco venne a lui una voce che gli diceva: che cosa fai qui Elia?" (1Re 19,11-13)
Miei Cari,
il tempo liturgico della Quaresima che ha inizio con il Rito dell'imposizione delle Ceneri vede la nostra comunità, come tutte le altre, impegnata nel programmare iniziative e attività finalizzate a favorire un cammino di conversione che oltre a manifestarsi esteriormente in segni, gesti e pratiche di pietà popolare, non può e non deve prescindere da una scelta e un percorso vissuto tutto interiormente. L'esteriorità a volte rischia di soffocare l'interiorità e, dopo tanto camminare segnato dall'affanno, dal chiasso e dal soffocamento delle iniziative ci accorgiamo che il nostro cuore non è per nulla "pronto per Dio" e, giunti alla meta, più che trovare la porta spalancata per entrare a nozze con Cristo sposo, rischiamo di assaporare l'amarezza delle parole di Gesù: "Non vi conosco". E questo perché abbiamo onorato Dio con le labbra, ma il nostro cuore è lontano da Lui. Per evitare che ciò avvenga, più che programmare iniziative ed attività, dobbiamo programmare atteggiamenti. Per fare ciò vi invito a contemplare l'icona biblica riportata all'inizio di questo Messaggio, che narra dell'incontro di Elia con il Signore e risponde adeguatamente ad alcune nostre domande circa il senso e le modalità con cui vivere questo tempo "favorevole".
Che cosa è la Quaresima?
Ed ecco che il Signore passò.
La Quaresima è il tempo del passaggio di Dio nella nostra vita. Così come Dio passeggiava nel giardino con Adamo ed Eva, anche oggi Egli passa e passeggia con ciascuno di noi e, con amore di Padre silenziosamente ci pone quella domanda che scioglie la durezza del nostre cuore: "Dove sei?", quasi a dirci: "Come stai?". Che magnifica domanda che cancella ogni forma di resistenza e di diffidenza, ti costringe alla resa e ti apre alla confidenza. Mette a nudo la verità del nostro essere e sprigiona il grido, il bisogno, molte volte soffocato, di una relazione autentica e sincera. Una domanda che sembra essere stata cancellata dal vocabolario delle relazioni umane, dove ciò che conta è il fare (cosa fai?) e non l'essere (appunto come stai?).
Come e dove avvertire i segni del passaggio di Dio?
Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco.
Il Brano biblico è molto chiaro e la risposta alla nostra domanda è inequivocabile. Dio non si manifesta in eventi eccezionali e spettacolari, fossero anche di carattere liturgico. Liturgie chiassose che, come vento impetuoso, ci sbattono qua e là, o come fuoco accendono e infiammano i moti del nostro cuore e come terremoto creano chiasso, rumori e umori, non favoriscono l'incontro con Dio, ma sono parvenze di esperienze vuote ed insignificanti. Il Signore non è in queste liturgie!
Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera.
Il contesto e le condizioni che favoriscono la percezione del passaggio di Dio nella nostra vita è il silenzio. "Mentre il silenzio fasciava la terra e la notte era a meta' del suo corso, tu sei disceso, o Verbo di Dio, in solitudine e piu' alto silenzio". Queste parole tratte da una poesia di David Maria Turoldo rievocano i momenti salienti della storia della salvezza: il silenzio della notte della Creazione, il silenzio della notte dell'Incarnazione e il silenzio della notte della Redenzione. Dio crea, si incarna e opera meraviglie mentre il silenzio … Per sperimentare il fascino del silenzio, quale ebbrezza di un vento leggero che manifesta il passaggio di Dio, in questo tempo quaresimale lasciamoci fasciare dal silenzio. Più silenzio in famiglia per ascoltarsi di più, mettendo a tacere televisione, radio e tutto ciò che impedisce il dialogo, soprattutto in momenti in cui la famiglia si riunisce, come il pranzo e la cena. Maggior silenzio nelle nostre liturgie, mettendo a tacere il chiasso delle nostre parole, recitate e cantate, per ascoltare la Parola di Dio. Bastano solo queste due indicazioni per vivere la Quaresima come occasione favorevole per ascoltare i passi discreti di Dio che vuole ancora oggi passeggiare con noi e aprirci all'incontro autentico e sincero con i nostri fratelli.
Come l'udì Elia si coprì il volto con il mantello.
Elia si copre il volto con il mantello non per difendersi da quel Dio che ha tanto cercato, né tantomeno per nascondere la sua miseria, ma per non lasciarsi abbagliare e acciecare dallo splendore della luce che emana dal suo Volto. La presenza di Dio nella nostra vita è sempre rivelazione e velazione al tempo stesso. E' un Dio velato che va cercato, contemplato e riconosciuto sotto i veli dei Sacramenti e in modo speciale il sacramento dell'Eucaristia, e nella carne dei fratelli in cui Cristo si vela e si rivela.
Il Signore ci conceda di vivere la Quaresima come tempo di silenzio per ascoltare il suo passaggio. Camminiamo insieme sostenuti dal desiderio e dalla preoccupazione di S. Agostino, il quale affermava: "Ho paura del Signore che passa, perché quando passa io possa riconoscerlo" (Confessioni).
Ed ecco venne a lui una voce che gli diceva: che cosa fai qui Elia?
E' la domanda che Dio pose ad Elia per vagliare le intenzioni del suo cuore. Questa stessa domanda oggi la pone a ciascuno di noi all'inizio di questa Quaresima, quasi a chiederci: "Perché sei qui?" Per rispondere a questa domanda abbiamo quaranta giorni".
don Ettore Lestingi
Andria, 14 febbraio 2018, Mercoledì delle Ceneri
"Ed ecco che il Signore passò.
Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì Elia si coprì il volto con il mantello. Uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco venne a lui una voce che gli diceva: che cosa fai qui Elia?" (1Re 19,11-13)
Miei Cari,
il tempo liturgico della Quaresima che ha inizio con il Rito dell'imposizione delle Ceneri vede la nostra comunità, come tutte le altre, impegnata nel programmare iniziative e attività finalizzate a favorire un cammino di conversione che oltre a manifestarsi esteriormente in segni, gesti e pratiche di pietà popolare, non può e non deve prescindere da una scelta e un percorso vissuto tutto interiormente. L'esteriorità a volte rischia di soffocare l'interiorità e, dopo tanto camminare segnato dall'affanno, dal chiasso e dal soffocamento delle iniziative ci accorgiamo che il nostro cuore non è per nulla "pronto per Dio" e, giunti alla meta, più che trovare la porta spalancata per entrare a nozze con Cristo sposo, rischiamo di assaporare l'amarezza delle parole di Gesù: "Non vi conosco". E questo perché abbiamo onorato Dio con le labbra, ma il nostro cuore è lontano da Lui. Per evitare che ciò avvenga, più che programmare iniziative ed attività, dobbiamo programmare atteggiamenti. Per fare ciò vi invito a contemplare l'icona biblica riportata all'inizio di questo Messaggio, che narra dell'incontro di Elia con il Signore e risponde adeguatamente ad alcune nostre domande circa il senso e le modalità con cui vivere questo tempo "favorevole".
Che cosa è la Quaresima?
Ed ecco che il Signore passò.
La Quaresima è il tempo del passaggio di Dio nella nostra vita. Così come Dio passeggiava nel giardino con Adamo ed Eva, anche oggi Egli passa e passeggia con ciascuno di noi e, con amore di Padre silenziosamente ci pone quella domanda che scioglie la durezza del nostre cuore: "Dove sei?", quasi a dirci: "Come stai?". Che magnifica domanda che cancella ogni forma di resistenza e di diffidenza, ti costringe alla resa e ti apre alla confidenza. Mette a nudo la verità del nostro essere e sprigiona il grido, il bisogno, molte volte soffocato, di una relazione autentica e sincera. Una domanda che sembra essere stata cancellata dal vocabolario delle relazioni umane, dove ciò che conta è il fare (cosa fai?) e non l'essere (appunto come stai?).
Come e dove avvertire i segni del passaggio di Dio?
Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco.
Il Brano biblico è molto chiaro e la risposta alla nostra domanda è inequivocabile. Dio non si manifesta in eventi eccezionali e spettacolari, fossero anche di carattere liturgico. Liturgie chiassose che, come vento impetuoso, ci sbattono qua e là, o come fuoco accendono e infiammano i moti del nostro cuore e come terremoto creano chiasso, rumori e umori, non favoriscono l'incontro con Dio, ma sono parvenze di esperienze vuote ed insignificanti. Il Signore non è in queste liturgie!
Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera.
Il contesto e le condizioni che favoriscono la percezione del passaggio di Dio nella nostra vita è il silenzio. "Mentre il silenzio fasciava la terra e la notte era a meta' del suo corso, tu sei disceso, o Verbo di Dio, in solitudine e piu' alto silenzio". Queste parole tratte da una poesia di David Maria Turoldo rievocano i momenti salienti della storia della salvezza: il silenzio della notte della Creazione, il silenzio della notte dell'Incarnazione e il silenzio della notte della Redenzione. Dio crea, si incarna e opera meraviglie mentre il silenzio … Per sperimentare il fascino del silenzio, quale ebbrezza di un vento leggero che manifesta il passaggio di Dio, in questo tempo quaresimale lasciamoci fasciare dal silenzio. Più silenzio in famiglia per ascoltarsi di più, mettendo a tacere televisione, radio e tutto ciò che impedisce il dialogo, soprattutto in momenti in cui la famiglia si riunisce, come il pranzo e la cena. Maggior silenzio nelle nostre liturgie, mettendo a tacere il chiasso delle nostre parole, recitate e cantate, per ascoltare la Parola di Dio. Bastano solo queste due indicazioni per vivere la Quaresima come occasione favorevole per ascoltare i passi discreti di Dio che vuole ancora oggi passeggiare con noi e aprirci all'incontro autentico e sincero con i nostri fratelli.
Come l'udì Elia si coprì il volto con il mantello.
Elia si copre il volto con il mantello non per difendersi da quel Dio che ha tanto cercato, né tantomeno per nascondere la sua miseria, ma per non lasciarsi abbagliare e acciecare dallo splendore della luce che emana dal suo Volto. La presenza di Dio nella nostra vita è sempre rivelazione e velazione al tempo stesso. E' un Dio velato che va cercato, contemplato e riconosciuto sotto i veli dei Sacramenti e in modo speciale il sacramento dell'Eucaristia, e nella carne dei fratelli in cui Cristo si vela e si rivela.
Il Signore ci conceda di vivere la Quaresima come tempo di silenzio per ascoltare il suo passaggio. Camminiamo insieme sostenuti dal desiderio e dalla preoccupazione di S. Agostino, il quale affermava: "Ho paura del Signore che passa, perché quando passa io possa riconoscerlo" (Confessioni).
Ed ecco venne a lui una voce che gli diceva: che cosa fai qui Elia?
E' la domanda che Dio pose ad Elia per vagliare le intenzioni del suo cuore. Questa stessa domanda oggi la pone a ciascuno di noi all'inizio di questa Quaresima, quasi a chiederci: "Perché sei qui?" Per rispondere a questa domanda abbiamo quaranta giorni".
don Ettore Lestingi
Andria, 14 febbraio 2018, Mercoledì delle Ceneri