Papa Francesco al Sinodo dell'Amazzonia
Papa Francesco al Sinodo dell'Amazzonia
Religioni

Punto Pace di Pax Christi Andria: "A proposito del Sinodo dei Vescovi per l’Amazzonia"

Per il Punto Pace, intervento del referente prof. Vincenzo Caricati

Il Punto Pace di Pax Christi di Andria, nel corso dell'anno associativo 2018-19, ha seguito con interesse i lavori preparatori del " Sinodo dei Vescovi per l'Assemblea Speciale per la Regione Panamazzonica", che partirà nel corrente mese di ottobre 2019.
Il titolo è : "Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale" .

Abbiamo letto e commentato il "Documento preparatorio", pubblicato l' 08-06-2018 sul bollettino della sala stampa della Santa Sede, e l'abbiamo trovato molto stimolante, sia per le finalità che persegue, sia per le implicazioni per il futuro della Chiesa e del nostro pianeta.
Già nella parte iniziale della introduzione del documento abbiamo colto l'importanza delle tematiche che saranno oggetto di confronto all'interno del Sinodo : "Nella foresta amazzonica, di vitale importanza per il pianeta, si è scatenata una profonda crisi causata da una prolungata ingerenza umana, in cui predomina una "cultura dello scarto"(LS 16) e una mentalità estrattivista. L'Amazzonia è una regione con una ricca biodiversità; è multi-etnica, pluri-culturale e pluri-religiosa, uno specchio di tutta la umanità che, a difesa della vita, esige cambiamenti strutturali e personali di tutti gli esseri umani, degli Stati e della Chiesa.
"Le riflessioni del Sinodo Speciale superano l'ambito strettamente ecclesiale amazzonico, protendendosi verso la Chiesa universale e anche verso il futuro di tutto il pianeta. Partiamo da un territorio specifico, per gettare, a partire da esso, un ponte verso biomi essenziali del mondo: il bacino del Congo, il corridoio biologico mesoamericano, i boschi tropicali del Pacifico asiatico, il bacino acquifero Guaranì, fra gli altri."
La lettura del testo non soltanto ci ha consentito di compiere un ritorno storico-sociologico e culturale a quanto nei secoli passati è lì accaduto, a partire dalla scoperta dell'America e dalla conseguente colonizzazione, operata, in primis, dagli Spagnoli e dai Portoghesi, seguiti dai Francesi e dagli Inglesi e, in tono minore, dagli Olandesi, possiamo dire dal mondo europeo, ma soprattutto ci ha permesso di prendere coscienza della gravità della condizione ambientale di quella regione e della complessità delle problematiche ad essa inerenti.
Siamo agli inizi del XVI secolo d.c. e all'epoca dei " conquistadores" e degli "hidalgos" .
Non è questa la sede, né l'occasione per descrivere le modalità, le finalità e le conseguenze della "conquista" fatta dagli europei, al servizio dei regnanti del tempo.
Lasciamo ai ricordi scolastici dei lettori la rievocazione di quei fatti.
A noi interessa riportare alla mente un dato: la "conquista" del nuovo mondo non fu solo politica, economica e culturale, ma anche religiosa, sull'onda della conseguente evangelizzazione dei popoli indigeni, definiti dalla cultura europea del tempo: "selvaggi".
Lasciamo ai ricordi scolastici quelle vicende e addentriamoci nella tematica che il Sinodo affronterà.
Intanto abbiamo colto un profondo nesso tra l'Enciclica "Laudato sì", pubblicata quattro anni addietro, e la tematica relativa all'Amazzonia.
Già nel titolo del Sinodo è presente un chiaro riferimento al cap. IV dell'enciclica: "Un'ecologia integrale".
Una ecologia, cioè, che vede la stretta connessione esistente tra la natura e l'uomo; tra la tutela della biosfera e quella dell'uomo.
Per un cristiano la cura non può essere soltanto della natura; se così fosse questa sarebbe espressione di una mera cultura ambientalistica e naturistica.
Per un cristiano il rapporto con la natura non può essere che quello di San Francesco e del suo Cantico delle Creature, rivolto al Creatore : "Laudato sì, mi ' Signore" .
La salvaguardia non può che essere di tutte le Creature.
La salvaguardia è del Creato.
La vivace attualità del tema si coglie nelle vicende che a livello mondiale stiamo vivendo circa la condizione di quella che Papa Francesco, nella sua Enciclica, ama chiamare "la madre terra": il cambiamento climatico, con l' allarmante fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai,( noi in Italia lo stiamo verificando in tanti modi, ultimo quello del Monte Bianco,) e delle calotte polari; il rialzo del livello dei mari, causato dallo scioglimento dei ghiacciai e questo, a sua volta, legato all'effetto serra e conseguente rialzo della temperatura della terra; l'avanzare della desertificazione e il fenomeno degli incendi boschivi che interessano varie parti del pianeta; l'accentuarsi dei fenomeni migratori di popolazioni in fuga dalla desertificazione delle terre di origine, alla ricerca di terre più ospitali e fertili.
Quello che sta accadendo, oggi, nel Mediterraneo, nella linea di confine tra Africa e Asia ed Europa, e nell'area centro americana, al confine tra Messico e Stati Uniti, dove vediamo milioni di africani, asiatici e centro-americani spostarsi, nuovo esodo biblico, non è altro che effetto degli squilibri climatici analizzati nella Enciclica già citata.
Ci fermiamo qui e spostiamo l'attenzione sulla regione Panamazzonica dove gli incendi e il disboscamento hanno interessato e tuttora interessano vaste zone del territorio.
E' soltanto un fatto climatico la causa di questi incendi in Amazzonia o c'è la mano dell'uomo?
Entrambi i casi!
Le multinazionali delle monoculture intensive si stanno appropriando di vaste zone della foresta amazzonica, stanno bruciando e abbattendo alberi per far diventare quelle terre coltivabili.
La "Laudato sì" fa spesso menzione di queste realtà in divenire, che distruggono non solo il grande polmone mondiale di produzione di ossigeno e la mirabile ricchezza della biodiversità, ma cancellano la cultura degli indigeni, cacciati verso l'interno della foresta, ove ricreare l'equilibrio nel rapporto uomo-natura.
E' questo un fenomeno già visto nei secoli passati, secondo le modalità proprie del contesto storico-culturale, al tempo della già menzionata "conquista dell'America", ad opera di Spagnoli e di Portoghesi, nelle terre del Centro-Sud America, e di Inglesi e Francesi, in quelle del Nord America.
Mentre scriviamo queste cose, ci vengono incontro i ricordi dell'infanzia e della adolescenza.
Scusate l'apparente digressione.
Noi piccoli seguivamo con entusiasmo i films prodotti dagli USA in cui "i nostri" arrivavano sempre in tempo per vincere e sterminare le tribù degli "indiani", da noi, incolpevoli, ritenuti cattivi e selvaggi!
In fondo erano i nativi legati alle loro terre, ai loro costumi e alle loro culture, aggrediti dai "bianchi" che, seguendo la politica della "conquista del West", ricacciavano sempre più ad Ovest gli indigeni, i cosiddetti "pellerossi", fino a confinarli in riserve, dove ora si stanno estinguendo.
Noi piccoli, a nostra insaputa, …. "colonizzati" dai "coloni" americani!
Quanta mistificazione culturale e quanta cattiveria sono state prodotte dall' "Uomo Bianco", nella storia dell'umanità !
Ci domandiamo e vi domandiamo: L'attuale capo del Brasile o degli Stati Uniti o tutti i "sovranisti" di oggi in cosa si differenziano dai "conquistadores, hidalgos e yankees" del passato?", conclude la nota del referente per il Punto Pace di Andria, prof. Vincenzo Caricati.
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