Eventi e cultura
Prof. Alici: «I cattolici devono ripensare al bene comune»
Lo studioso marchigiano invitato dal Meic di Andria giovedì scorso
Andria - domenica 3 novembre 2013
10.31
Ripensare al ruolo dei cattolici nel paese ma soprattutto far chiarezza sul significato di bene comune. La relazione del Prof. Alici, studioso marchigiano ospite del Meic ad Andria lo scorso giovedì sera, è una forte spinta all'auto critica da parte del mondo cattolico che ha la necessità di riconquistare il ruolo apicale di educatore della vita comune. Il libro I cattolici e il paese nasce proprio attraverso un forum virtuale dove le opinioni e le diverse idee sono state condivise e riprese dal Prof. Alici: «Nasce tutto da un blog dal titolo 'Dialogando' - ha detto il Prof. Alici - e sono stati proprio i lettori e gli utenti stessi a spingermi a pubblicarlo. I cattolici hanno un ruolo fondamentale e ben preciso. Devono dare il loro contributo nei luoghi in cui vivono, è un urgenza poichè stiamo assistendo ad una pericolosa degenerazione del clima di unione civile. Ma anche la Chiesa Cristiana deve riaprire veramente e con grande umiltà le porte alla comunità. Bisogna iniziare dai primi anni di età e bisogna trasferire subito l'attenzione ai bambini verso tematiche essenziali come l'ambiente o i rapporti tra le persone. Solo così il ruolo dei cattolici torna ad essere centrale».
La riflessione del Prof. Alici, docente di Filosofia Morale dell'Università di Macerata, ha spaziato in diversi campi ma particolare attenzione è stata posta proprio sul "Bene comune, questo sconosciuto". Poche le possibilità di chiarezza in una babele di significati per questi due termini così importanti: «L'enfasi con cui ripetiamo molte parole nasce spesso dalla poca consapevolezza di avere un buon rapporto con le parole - dice il Prof. Alici - oggi il bene comune diventa nel lessico della politica un luogo retorico dai mille e più significati. Ma credo che se si cercasse di far chiarezza in questo senso riusciremmo a comprendere che bene comune significa essenzialmente qualità delle relazioni tra la vita delle persone. Se impariamo a declinare in modo nuovo la sintassi del bene comune avremo una società completamente diversa, poichè è proprio il bene comune ad insegnarci quando e come noi viviamo insieme».
L'evento è stato organizzato dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Andria assieme ad altre associazioni cittadine nonché la partnership di AndriaViva. All'incontro sono intervenuti il Sindaco di Andria, Nicola Giorgino, il Vicario Generale della Diocesi di Andria, Don Gianni Massaro, il Presidente ACI, Silvana Campanile, l'introduzione è stata di Maria Teresa Coratella e le conclusioni del Presidente Meic, Saverio Sgarra.
La riflessione del Prof. Alici, docente di Filosofia Morale dell'Università di Macerata, ha spaziato in diversi campi ma particolare attenzione è stata posta proprio sul "Bene comune, questo sconosciuto". Poche le possibilità di chiarezza in una babele di significati per questi due termini così importanti: «L'enfasi con cui ripetiamo molte parole nasce spesso dalla poca consapevolezza di avere un buon rapporto con le parole - dice il Prof. Alici - oggi il bene comune diventa nel lessico della politica un luogo retorico dai mille e più significati. Ma credo che se si cercasse di far chiarezza in questo senso riusciremmo a comprendere che bene comune significa essenzialmente qualità delle relazioni tra la vita delle persone. Se impariamo a declinare in modo nuovo la sintassi del bene comune avremo una società completamente diversa, poichè è proprio il bene comune ad insegnarci quando e come noi viviamo insieme».
L'evento è stato organizzato dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Andria assieme ad altre associazioni cittadine nonché la partnership di AndriaViva. All'incontro sono intervenuti il Sindaco di Andria, Nicola Giorgino, il Vicario Generale della Diocesi di Andria, Don Gianni Massaro, il Presidente ACI, Silvana Campanile, l'introduzione è stata di Maria Teresa Coratella e le conclusioni del Presidente Meic, Saverio Sgarra.