Religioni
Prima ricognizione della Sacra Spina: commissione al lavoro
Rimosso il sigillo del 2005. Inizia il lavoro in vista del 25 marzo
Andria - domenica 14 febbraio 2016
10.00
Si avvicina a rapide tappe il 25 marzo e si avvicina quello che potrebbe essere il nuovo prodigio della Sacra Spina conservata ad Andria. Ha iniziato il suo lavoro anche la commissione Speciale della Sacra Spina composta da Mons. Raffaele Calabro, Vescovo di Andria, oltre ai Canonici del Capitolo Cattedrale, i componenti della Commissione Pastorale per la Sacra Spina ed i componenti della Commissione Medico Scientifica, presieduta da Antonio Riezzo. La commissione si è riunita nella mattinata di ieri, sabato 13 febbraio, nel salone di rappresentanza dell'episcopio di Andria. Importante anche la presenza, voluta proprio da Mons. Calabro, di Mons. Luigi Mansi, Vescovo eletto di Andria, e Mons. Luigi Renna, Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano.
Al cospetto del notaio Paolo Porziotta, don Gianni Massaro, presidente della Commissione Speciale per la Sacra Spina, e don Gianni Agresti, presidente del Capitolo Cattedrale, hanno proceduto a far osservare a tutti i presenti l'integrità dei tre sigilli in ceralacca apposti nel 2005 e situati sotto la base su cui è fissata la teca di vetro in cui è custodita la preziosa reliquia. «Dopo che i Vescovi, il notaio, i medici e tutti gli altri presenti hanno potuto rilevare e confermare l'integrità dei sigilli - scrivono in una nota dalla Diocesi - gli stessi sono stati rimossi onde procedere alla osservazione della Sacra Spina direttamente, da vicino e senza i riflessi prodotti dal vetro. Per la ricognizione ci si è avvalsi di una lente di ingrandimento. L'esame visivo è stato condotto prima dai Vescovi, poi dai medici, quindi, uno alla volta, da tutti i componenti del Capitolo e dell'intera Commissione Speciale della Sacra Spina. L'ambiente era illuminato dalla luce naturale, proveniente dalle finestre, e dalla luce elettrica artificiale, originata dal lampadario, nonché da una piccola torcia elettrica che ciascun testimone oculare ha potuto di volta in volta impugnare: nessun altro artificio è stato ritenuto utile mettere in atto da parte della stessa Commissione, quali luci ad alta intensità che, come ha spiegato il dott. Riezzo, producendo calore, avrebbero potuto compromettere l'integrità della reliquia. Neppure sono state messe in atto, per espressa e unanime scelta di tutti i componenti della Commissione Speciale, tecniche invasive di analisi della reliquia, quale quella al carbonio C14. Tecniche non invasive per lo studio della Sacra Spina, come l'uso della lampada di Wood o la tecnica di Raman, potrebbero essere usate in momenti diversi rispetto a quelli che ci vedono coinvolti in questo periodo del possibile prodigio del 2016».
Particolare non trascurabile è che nell'occasione della rimozione della teca di vetro, due artigiani andriesi Antonio Barchetta ed Antonio Lorusso, hanno potuto risistemare la base malferma di uno dei due angioletti in argento che sono al lato della Sacra Spina. «Al termine di questa operazione - prosegue la nota - la Sacra Spina è stata nuovamente ricollocata sotto la teca di vetro e, presenti le Eccellenze mons. Calabro, mons. Mansi e mons. Renna, presenti tutti i testimoni oculari già menzionati, sono stati apposti due sigilli di ceralacca sotto la base d'argento del reliquario, su cui poggia la teca. Il verbale di quanto accaduto è stato contestualmente redatto dal notaio Paolo Porziotta, coadiuvato dalla dott.ssa Silvana Campanile, segretaria della Commisssione Speciale per la Sacra Spina».
Al cospetto del notaio Paolo Porziotta, don Gianni Massaro, presidente della Commissione Speciale per la Sacra Spina, e don Gianni Agresti, presidente del Capitolo Cattedrale, hanno proceduto a far osservare a tutti i presenti l'integrità dei tre sigilli in ceralacca apposti nel 2005 e situati sotto la base su cui è fissata la teca di vetro in cui è custodita la preziosa reliquia. «Dopo che i Vescovi, il notaio, i medici e tutti gli altri presenti hanno potuto rilevare e confermare l'integrità dei sigilli - scrivono in una nota dalla Diocesi - gli stessi sono stati rimossi onde procedere alla osservazione della Sacra Spina direttamente, da vicino e senza i riflessi prodotti dal vetro. Per la ricognizione ci si è avvalsi di una lente di ingrandimento. L'esame visivo è stato condotto prima dai Vescovi, poi dai medici, quindi, uno alla volta, da tutti i componenti del Capitolo e dell'intera Commissione Speciale della Sacra Spina. L'ambiente era illuminato dalla luce naturale, proveniente dalle finestre, e dalla luce elettrica artificiale, originata dal lampadario, nonché da una piccola torcia elettrica che ciascun testimone oculare ha potuto di volta in volta impugnare: nessun altro artificio è stato ritenuto utile mettere in atto da parte della stessa Commissione, quali luci ad alta intensità che, come ha spiegato il dott. Riezzo, producendo calore, avrebbero potuto compromettere l'integrità della reliquia. Neppure sono state messe in atto, per espressa e unanime scelta di tutti i componenti della Commissione Speciale, tecniche invasive di analisi della reliquia, quale quella al carbonio C14. Tecniche non invasive per lo studio della Sacra Spina, come l'uso della lampada di Wood o la tecnica di Raman, potrebbero essere usate in momenti diversi rispetto a quelli che ci vedono coinvolti in questo periodo del possibile prodigio del 2016».
Particolare non trascurabile è che nell'occasione della rimozione della teca di vetro, due artigiani andriesi Antonio Barchetta ed Antonio Lorusso, hanno potuto risistemare la base malferma di uno dei due angioletti in argento che sono al lato della Sacra Spina. «Al termine di questa operazione - prosegue la nota - la Sacra Spina è stata nuovamente ricollocata sotto la teca di vetro e, presenti le Eccellenze mons. Calabro, mons. Mansi e mons. Renna, presenti tutti i testimoni oculari già menzionati, sono stati apposti due sigilli di ceralacca sotto la base d'argento del reliquario, su cui poggia la teca. Il verbale di quanto accaduto è stato contestualmente redatto dal notaio Paolo Porziotta, coadiuvato dalla dott.ssa Silvana Campanile, segretaria della Commisssione Speciale per la Sacra Spina».