Registro Tumori ASL BT
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Territorio

Presentati i nuovi dati del Registro Tumori dell'ASL BT

Nel biennio 2009-2010 diagnosticati 1924 casi di neoplaise

La quarta edizione del Forum della Salute della Asl Bt si apre con la presentazione del secondo Rapporto Registro Tumori, redatto dalla unità operativa di Epidemiologia e Statistica diretta da Vincenzo Coviello. Il secondo Rapporto aggiunge ai dati del triennio 2006-2008 i dati relativi al biennio 2009-2010 e per la prima volta presenta dati relativi alla prevalenza delle patologie tumorali: fornisce cioè informazioni sul numero di persone vive che hanno avuto un tumore negli anni precedenti, cui si aggiungono i nuovi casi. Il secondo Rapporto consente quindi di ottenere un quadro molto più preciso delle caratteristiche della diffusione delle malattie neoplastiche nel nostro territorio. Nella provincia Bat nel biennio 2009-2010 tra gli uomini sono stati diagnosticati 1924 casi di tumore e si sono verificati 817 decessi per neoplasia mentre tra le donne sono stati diagnosticati 1668 casi di tumore e si sono verificati 648 decessi. Il rischio di ammalarsi è per gli uomini in rapporto di 1 a 3 mentre per le donne è di 1 a 4. Il rischio di morte è più basso per entrambi i sessi. All'interno della Provincia non si osservano grandi variazioni.

I dati di prevalenza ci dicono che 2740 uomini e 2721 donne hanno ricevuto una diagnosi di tumore nei cinque anni di registrazione oncologica ed erano vivi alla data indice del primo gennaio 2011. Considerato il progressivo invecchiamento della popolazione e i miglioramenti nella diagnosi precoce e nelle terapie, è probabile che oggi il numero di persone che si trovano nelle stesse condizioni, cioè con una diagnosi negli ultimi cinque anni, sia ancora più alto. E' stata anche stimata la prevalenza a 10 anni dalla data indice: si tratta di 4080 uomini e 4335 donne. Rispetto alle neoplasie globalmente intese, sia negli uomini che nelle donne si osserva una incidenza più alta di quella del pool dei registri tumori meridionali, ma più bassa di quella di tutte le altre macroaree. La mortalità è in linea con il Sud nelle donne e più bassa negli uomini e in entrambi i sessi più bassa di quella delle atre macroaree.

Sia nei maschi che nelle femmine la sopravvivenza nella provincia Bat è in linea con quella stimata nel Centro-Nord ed è più alta di quella del Sud. Per i tumori infantili la sopravvivenza è in linea con l'atteso nazionale. Va però precisato che la sopravvivenza della provincia Bat si riferisce a una casistica incidente posteriore di circa un quinquennio rispetto a quelle utilizzate per i confronti nazionali e quindi una differenza può essere dovuta a miglioramenti terapeutici. Una sopravvivenza più bassa di quella registrata sia al Sud che al Centro-Nord è stata registrata per i tumori del collo dell'utero, dell'ovaio, della vescica, di colecisti e vie biliari e il melanoma. Per il tumore del fegato nella provincia Bat si registra un'incidenza più alta sia di quella riscontrata a livello nazionale che di quella riscontrata a livello meridionale. Il tumore del fegato è il quinto per incidenza e il secondo per mortalità negli uomini, il quinto per incidenza e il terzo per mortalità nelle donne. Quello del fegato è inoltre il principale tumore per il quale si riscontra una mortalità più alta di quella del Sud Italia e nazionale per entrambi i sessi. La sopravvivenza è più alta di quella stimata nel resto d'Italia. Nel caso del mieloma si osserva un'incidenza più alta in entrambi i sessi rispetto ai confronti nazionali, ma la mortalità è in linea con l'atteso. La sopravvivenza nella provincia Bat è particolarmente elevata.

«Questo secondo Rapporto da una parte testimonia la continuità dell' analisi e dell'approfondimento e dall'altra ci pone di fronte a nuove domande, nuove sfide, nuovi obiettivi da raggiungere – dice Ottavio Narracci, Direttore Generale Asl Bt - questo Rapporto si arricchisce di dati, fornisce informazioni preziose sui trend di incidenza e mortalità e delinea stime di prevalenza più vicine nel tempo. Rappresenta quindi uno strumento, molto più che prezioso, nelle mani di chi amministra la sanità e la salute, delle istituzioni, dei medici di base e di tutti i soggetti che a vario titolo sono impegnati nella costruzione dello stato di salute. Esso risponde anche alla domanda di conoscenza dei cittadini che hanno la possibilità di sapere, di avere informazioni dettagliate sulle proprie condizioni di salute. L'obiettivo del Rapporto, infatti, è quello di raggiungere un pubblico ampio e diversificato nella convinzione che solo lo scambio di informazioni può generare un processo virtuoso di cambiamento».
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