Territorio
Porta Sant'Andrea, Prof. Suriano: «Si salvò perchè in zona paludosa»
Una ricostruzione storica del perchè l'icona di Andria non fu abbattuta
Andria - martedì 10 novembre 2015
8.16
Perchè tra tutte le varie porte della città di Andria e le storiche mura normanne, non fu abbattuta solo Porta Sant'Andrea? E' una domanda semplice alla quale ha cercato di darsi una risposta il Prof. Riccardo Suriano attraverso una ricostruzione storica piuttosto dettagliata e che arriva ad una conclusione semplice ma altrettanto chiara: «Porta Sant'Andrea si affacciava al borgo Croci, un'area malsana e paludosa, ricoperta di acquitrini maleodoranti e poveri orti. A pochi metri scorreva anche il Canalone Ciappetta-Camaggio. Di conseguenza a nessuna famiglia del ceto benestante venne l'idea di andare a costruire la sua dimora nei pressi del canalone. Molto meglio via Trani, via Ferrucci, via Corato, ecc. Fu la salvezza per la porta stessa. Porta Sant'Andrea rimase in piedi, intatta. Ironia della sorte, oggi, Porta Sant'Andrea rappresenta l'emblema per antonomasia della nostra città!».
I pochi decenni sparirono Porta La Barra, Porta Nuova, Porta Castello e le mura in molti casi furono inglobate all'interno dei palazzi ottocenteschi. Il tutto avvenne, come spiega il Prof. Suriano, perchè «all'indomani dell'Unità d'Italia, si scatenò la furia iconoclastica dell'alta borghesia terriera che portò all'abbattimento di gran parte delle antiche mura e delle porte storiche di Andria. Il materiale di risulta servì ad erigere le nuove superbe dimore, sorte proprio lungo il perimetro di cinta del vecchio centro storico. L'asse viario principale fu Piazza Municipio, via Giovanni Bovio, via Porta Castello, via De Gasperi, piazza Imbriani, via Jannuzzi, piazza Ruggero Settimo, via Orsini, piazza Porta La Barra, via Manthonè, via Porta Nuova, via Pendìo San Lorenzo. Pochissimo si salvò. Qualche tratto delle mura di Porta Castello in via De Gasperi, oppure all'interno dei giardini dell'ex Villa Porro in via Pendìo San Lorenzo (donata a suo tempo all'ordine religioso delle suore Betlemiti del Guatemala) o alle spalle del sobrio palazzo Jannuzzi nella via omonima».
La salvezza di Porta Sant'Andrea porta una idea affascinante ma altrettanto poco plausibile: «Delle cinque storiche porte di Andria si salvò una sola - ricorda il Prof. Suriano - Porta Sant'Andrea, sita nella parte occidentale della nostra città. Il suo nome deriva da un'antica tradizione popolare che vuole che Sant'Andrea apostolo sia entrato in città da quella porta. A suo ricordo fu eretta la chiesetta di Sant'Andrea e nacque il borgo Grotte di Sant'Andrea. L'ipotesi più suffragata del perchè sia rimasta in piedi è la seguente: sarà stato perchè sul frontone della porta era inciso il ben noto distico attribuito al grande imperatore Svevo Federico II "Andria fidelis nostris affixa medullis". Ma la tesi che vuole invece la salvezza della Porta grazie al luogo in cui era ubicata, tesi sostenuta anche dall'architetto prof. Mauro Civita (scomparso prematuramente alcuni anni fa), mi sembra quella più plausibile».
Tornando alla storia: «La Porta conserva incisa sulla pietra calcarea una data: 1230. Epoca di Federico II, il Puer Apuliae. Ma la sua origine risale certamente ad alcuni decenni prima. All'epoca in cui in Andria giunsero i Normanni. Dalle antiche cronache coeve sappiamo che furono i guerrieri Normanni a cingere Andria di alte mura, nel XI secolo. Prima della loro venuta in Puglia Andria era solo un insieme di borghi sparsi, di masserie-fortezze isolate, abbarbicate sulle prime pendici dell'alta Murgia. A metà strada tra la costa adriatica e la via Appia Traiana. La parte originaria della porta è senza dubbio la parte più bassa, in pietra. Dopo alcuni secoli, tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, fu eretta la sezione superiore, in tufo. Bellissimi i pinnacoli, lassù in cima alla porta, di stile spagnolesco. Tutt'oggi fanno bella mostra di sé. Risalgono al periodo della dominazione aragonese e danno un tocco di regalità al manufatto. Sotto l'arco s'intravvedono ancora oggi i quattro cardini su cui girava la porta: due a destra, due a sinistra. Sappiamo che nelle città medievali tutte le porte si aprivano all'alba e si chiudevano puntualmente al tramonto. Sotto l'arco, a destra, pende un vecchio dipinto di Gesù Salvatore. Ed ecco un'altra sorpresa: tutt'intorno si conservano una miriade di piccole croci, in ferro e/o in legno. La polvere e la fuliggine dominano sovrane. Ciascuna delle croci ha incisa una data. A tal proposito, un'antica tradizione orale narra che i canonici della nostra città andavano in processione alla Porta di Sant'Andrea una volta all'anno. Qui collocavano una crocetta come auspicio di abbondanti raccolti, ma anche di protezione contro le carestie, le epidemie, la malaria e il colera così frequenti nei secoli scorsi. Una bella tradizione popolare della civiltà contadina! Oggi non c'è più, è scomparsa del tutto. Perchè non ripristinarla nuovamente? Sarebbe una testimonianza di fede, ma anche di salvaguardia della Porta di Sant'Andrea!».
I pochi decenni sparirono Porta La Barra, Porta Nuova, Porta Castello e le mura in molti casi furono inglobate all'interno dei palazzi ottocenteschi. Il tutto avvenne, come spiega il Prof. Suriano, perchè «all'indomani dell'Unità d'Italia, si scatenò la furia iconoclastica dell'alta borghesia terriera che portò all'abbattimento di gran parte delle antiche mura e delle porte storiche di Andria. Il materiale di risulta servì ad erigere le nuove superbe dimore, sorte proprio lungo il perimetro di cinta del vecchio centro storico. L'asse viario principale fu Piazza Municipio, via Giovanni Bovio, via Porta Castello, via De Gasperi, piazza Imbriani, via Jannuzzi, piazza Ruggero Settimo, via Orsini, piazza Porta La Barra, via Manthonè, via Porta Nuova, via Pendìo San Lorenzo. Pochissimo si salvò. Qualche tratto delle mura di Porta Castello in via De Gasperi, oppure all'interno dei giardini dell'ex Villa Porro in via Pendìo San Lorenzo (donata a suo tempo all'ordine religioso delle suore Betlemiti del Guatemala) o alle spalle del sobrio palazzo Jannuzzi nella via omonima».
La salvezza di Porta Sant'Andrea porta una idea affascinante ma altrettanto poco plausibile: «Delle cinque storiche porte di Andria si salvò una sola - ricorda il Prof. Suriano - Porta Sant'Andrea, sita nella parte occidentale della nostra città. Il suo nome deriva da un'antica tradizione popolare che vuole che Sant'Andrea apostolo sia entrato in città da quella porta. A suo ricordo fu eretta la chiesetta di Sant'Andrea e nacque il borgo Grotte di Sant'Andrea. L'ipotesi più suffragata del perchè sia rimasta in piedi è la seguente: sarà stato perchè sul frontone della porta era inciso il ben noto distico attribuito al grande imperatore Svevo Federico II "Andria fidelis nostris affixa medullis". Ma la tesi che vuole invece la salvezza della Porta grazie al luogo in cui era ubicata, tesi sostenuta anche dall'architetto prof. Mauro Civita (scomparso prematuramente alcuni anni fa), mi sembra quella più plausibile».
Tornando alla storia: «La Porta conserva incisa sulla pietra calcarea una data: 1230. Epoca di Federico II, il Puer Apuliae. Ma la sua origine risale certamente ad alcuni decenni prima. All'epoca in cui in Andria giunsero i Normanni. Dalle antiche cronache coeve sappiamo che furono i guerrieri Normanni a cingere Andria di alte mura, nel XI secolo. Prima della loro venuta in Puglia Andria era solo un insieme di borghi sparsi, di masserie-fortezze isolate, abbarbicate sulle prime pendici dell'alta Murgia. A metà strada tra la costa adriatica e la via Appia Traiana. La parte originaria della porta è senza dubbio la parte più bassa, in pietra. Dopo alcuni secoli, tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, fu eretta la sezione superiore, in tufo. Bellissimi i pinnacoli, lassù in cima alla porta, di stile spagnolesco. Tutt'oggi fanno bella mostra di sé. Risalgono al periodo della dominazione aragonese e danno un tocco di regalità al manufatto. Sotto l'arco s'intravvedono ancora oggi i quattro cardini su cui girava la porta: due a destra, due a sinistra. Sappiamo che nelle città medievali tutte le porte si aprivano all'alba e si chiudevano puntualmente al tramonto. Sotto l'arco, a destra, pende un vecchio dipinto di Gesù Salvatore. Ed ecco un'altra sorpresa: tutt'intorno si conservano una miriade di piccole croci, in ferro e/o in legno. La polvere e la fuliggine dominano sovrane. Ciascuna delle croci ha incisa una data. A tal proposito, un'antica tradizione orale narra che i canonici della nostra città andavano in processione alla Porta di Sant'Andrea una volta all'anno. Qui collocavano una crocetta come auspicio di abbondanti raccolti, ma anche di protezione contro le carestie, le epidemie, la malaria e il colera così frequenti nei secoli scorsi. Una bella tradizione popolare della civiltà contadina! Oggi non c'è più, è scomparsa del tutto. Perchè non ripristinarla nuovamente? Sarebbe una testimonianza di fede, ma anche di salvaguardia della Porta di Sant'Andrea!».