Politica
Politica, ad Andria è tempo di cambiare. Angelo Frisardi: «Attuare progetti seri e concreti»
Intervista esclusiva al componente dell'assemblea nazionale del Partito Democratico
Andria - mercoledì 15 gennaio 2020
11.11
Primarie del centrosinistra in Puglia e futuro scenario politico nella città di Andria. Ne abbiamo discusso con Angelo Frisardi, Dottore Commercialista e componente dell'assemblea nazionale del Partito Democratico, all'indomani della vittoria di Michele Emiliano con oltre il 70% dei voti. Un successo schiacciante da parte del governatore uscente della Puglia ma non così inatteso: «E' quasi naturale che una coalizione riconfermi chi ha guidato la Regione nel primo mandato», spiega Frisardi.
«Il passaggio delle Primarie è stato importante, segno che nel centrosinistra non prevale l'opinione di pochi nè si monopolizza la gestione del partito, ma c'è un confronto tra numerose menti pensanti. Qui sorge però un problema: quando si pensa troppo e non si agisce subito, si rischia un logoramento della coalizione. Invece le Primarie hanno fatto chiarezza su questo aspetto: il centrosinistra ha bruciato le tappe e tutti i partiti sanno che adesso bisogna pensare a una programmazione seria e costruttiva attorno al nome dell'unico candidato Michele Emiliano. Le Primarie hanno dimostrato, ancora una volta, un modus operandi che distingue il centrosinistra da tutti gli altri: nonostante un eccesso di democrazia che a volte può creare confusione, c'è la consapevolezza che si può costruire qualcosa attraverso il contributo di tutti in termini di idee e impegno; la politica deve essere proprio questo».
Cosa è cambiato nella politica in tutti questi anni, in particolare nella nostra città? Il dott. Frisardi lo spiega indicando una necessaria inversione di rotta dove non c'è più spazio per le distinzioni: «Dobbiamo uscire dagli steccati dei partiti: nel 2020 non è possibile parlare ancora di centrosinistra e centrodestra. Conta, invece, che ad assumere ruoli di governo siano personalità trasparenti che sappiano dialogare con i cittadini e ascoltarli; e soprattutto, sappiano interloquire con gli organi di governo provinciali, regionali e nazionali.
L'autorevolezza di un politico è data dal consenso e dalla capacità di saper gestire queste situazioni; invece negli ultimi anni abbiamo assistito a una degenerazione della politica, poichè al comando ci sono andate persone incapaci di autorevolezza. Ogni soggetto che assume un ruolo di rappresentanza deve consentire una crescita del territorio, invece oggi si bada soprattutto a fare la politica sui social: gli stessi slogan sono a più rapido consumo e finalizzati al cosiddetto "like". La politica fatta in questa maniera porta solo ad occupare posizioni e poltrone, non risolve i problemi e non educa il popolo, anzi lo strumentalizza».
E sulla base di una politica meno social ma più "sociale", Angelo Frisardi sottolinea le prerogative che la classe politica andriese deve perseguire: «E' necessario lanciare progetti seri e concreti sul nostro territorio, incontrando le categorie che quotidianamente operano sul campo: sul piano tecnico con tecnici, ingegneri, geometri; sul piano finanziario con i commercialisti, e così via. Queste idee prescindono dai singoli che sono alla guida della città, perchè devono coinvolgere tutta la popolazione. Solo in questo modo si può ottenere il consenso, e non semplicemente sventolando una bandiera.
Per quanto riguarda la coalizione del centrosinistra che si va formando, il dialogo è aperto: non ci sono fughe in avanti perchè tutti sono consapevoli che la partita da giocarsi è molto seria, visti i notevoli problemi di Andria, e questo è già un dato positivo. In secundis, la gestione della cosa pubblica deve essere frutto di condivisione: negli ultimi dieci anni di amministrazione è mancato proprio quel senso di coesione e comunità. La città deve essere coinvolta anche nella risoluzione dei problemi: ciascun rappresentante del popolo deve avere voce in capitolo, ogni consigliere comunale deve potersi esprimere in quanto rappresenta una quota di città; nel recente passato, invece, il ruolo dei consiglieri comunali è stato totalmente svilito. Dunque - conclude Frisardi - è fondamentale che la città scelga bene i suoi esponenti: il potere di rappresentanza deve essere affidato a persone che ne siano degne».
«Il passaggio delle Primarie è stato importante, segno che nel centrosinistra non prevale l'opinione di pochi nè si monopolizza la gestione del partito, ma c'è un confronto tra numerose menti pensanti. Qui sorge però un problema: quando si pensa troppo e non si agisce subito, si rischia un logoramento della coalizione. Invece le Primarie hanno fatto chiarezza su questo aspetto: il centrosinistra ha bruciato le tappe e tutti i partiti sanno che adesso bisogna pensare a una programmazione seria e costruttiva attorno al nome dell'unico candidato Michele Emiliano. Le Primarie hanno dimostrato, ancora una volta, un modus operandi che distingue il centrosinistra da tutti gli altri: nonostante un eccesso di democrazia che a volte può creare confusione, c'è la consapevolezza che si può costruire qualcosa attraverso il contributo di tutti in termini di idee e impegno; la politica deve essere proprio questo».
Cosa è cambiato nella politica in tutti questi anni, in particolare nella nostra città? Il dott. Frisardi lo spiega indicando una necessaria inversione di rotta dove non c'è più spazio per le distinzioni: «Dobbiamo uscire dagli steccati dei partiti: nel 2020 non è possibile parlare ancora di centrosinistra e centrodestra. Conta, invece, che ad assumere ruoli di governo siano personalità trasparenti che sappiano dialogare con i cittadini e ascoltarli; e soprattutto, sappiano interloquire con gli organi di governo provinciali, regionali e nazionali.
L'autorevolezza di un politico è data dal consenso e dalla capacità di saper gestire queste situazioni; invece negli ultimi anni abbiamo assistito a una degenerazione della politica, poichè al comando ci sono andate persone incapaci di autorevolezza. Ogni soggetto che assume un ruolo di rappresentanza deve consentire una crescita del territorio, invece oggi si bada soprattutto a fare la politica sui social: gli stessi slogan sono a più rapido consumo e finalizzati al cosiddetto "like". La politica fatta in questa maniera porta solo ad occupare posizioni e poltrone, non risolve i problemi e non educa il popolo, anzi lo strumentalizza».
E sulla base di una politica meno social ma più "sociale", Angelo Frisardi sottolinea le prerogative che la classe politica andriese deve perseguire: «E' necessario lanciare progetti seri e concreti sul nostro territorio, incontrando le categorie che quotidianamente operano sul campo: sul piano tecnico con tecnici, ingegneri, geometri; sul piano finanziario con i commercialisti, e così via. Queste idee prescindono dai singoli che sono alla guida della città, perchè devono coinvolgere tutta la popolazione. Solo in questo modo si può ottenere il consenso, e non semplicemente sventolando una bandiera.
Per quanto riguarda la coalizione del centrosinistra che si va formando, il dialogo è aperto: non ci sono fughe in avanti perchè tutti sono consapevoli che la partita da giocarsi è molto seria, visti i notevoli problemi di Andria, e questo è già un dato positivo. In secundis, la gestione della cosa pubblica deve essere frutto di condivisione: negli ultimi dieci anni di amministrazione è mancato proprio quel senso di coesione e comunità. La città deve essere coinvolta anche nella risoluzione dei problemi: ciascun rappresentante del popolo deve avere voce in capitolo, ogni consigliere comunale deve potersi esprimere in quanto rappresenta una quota di città; nel recente passato, invece, il ruolo dei consiglieri comunali è stato totalmente svilito. Dunque - conclude Frisardi - è fondamentale che la città scelga bene i suoi esponenti: il potere di rappresentanza deve essere affidato a persone che ne siano degne».