Politica
Piazza SS. Trinità, Del Giudice: «Una nuova agorà partecipata»
Il Consigliere comunale di Andria Nuova plaude all'aggiudicazione dei lavori
Andria - sabato 10 ottobre 2015
9.20 Comunicato Stampa
«Apprendo con soddisfazione – afferma il Consigliere Comunale di Andria Nuova Del Giudice – che il lungo iter della gara per la sistemazione di Piazza SS. Trinità è giunto a compimento. Abbiamo, da sempre, considerato strategica ed importante la riqualificazione di quest'area, e più in generale di tutti quegli spazi che costituiscono il "cuore" dei quartieri andriesi, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio storico-culturale di Andria. La partecipazione attiva, inoltre, di molti cittadini ad appositi dibattiti, tenutisi nel salone parrocchiale della SS. Trinità grazie all'ospitalità e all'accortezza del parroco Mons. Peppino Buonomo, ha avuto un'ampia risonanza sulle scelte architettoniche, gettando le basi di un esperimento di progettazione partecipata da ripetere». E' il pensiero di Luigi Del Giudice, Consigliere Comunale di Andria Nuova che torna sull'aggiudicazione definitiva dei lavori per la riqualificazione di Piazza SS. Trinità ad Andria.
«La Piazza - dice ancora Del Giudice - da sempre centro nevralgico di uno dei quartieri più esuberanti e animati della nostra città, presenta da tempo un aspetto brullo e asettico, caratterizzato, da ormai troppi anni, dalla sua spina nel fianco, il suo macigno nel cuore. Quel manufatto amorfo e impersonale posto nel nucleo dello spiazzo, eclissandola con un cono di penombra, ha infatti sporcato una delle realtà una volta più invidiate dalle altre aggregazioni parrocchiali cittadine, quasi come se l'avesse amputata dall'intero organo ecclesiastico perché non più centro di ritrovo della comunità religiosa, ma sempre più spesso preda di "incursioni pellegrine". Il progetto di riqualificazione, che prevede la demolizione del manufatto centrale, una volta giunto a completamento, dovrebbe restituire alla piazza il prospero fermento di un tempo, come d'altronde ardentemente auspicato dal nostro adorato e indimenticato don Salvatore Simone, facendola riaffiorare dal torpore dell'oscurità verso la luce celeste attraverso il suo "ricongiungimento" con l'edificio sacro. Una ri-conversione interiore e spirituale, questa, da cui non potrà non scaturirne una di tipo estetico e funzionale, indispensabile per rispondere più efficacemente alle esigenze dei residenti. Il piano di ristrutturazione, infatti, è un disegno di "tessitura urbana" che, includendo anche l'eliminazione del parcheggio in via Licurgo, permetterà nuovamente a giovani, anziani e famiglie di trovare trasposta l'atmosfera intima e raccolta della chiesa in un luogo aperto a tutti familiare, attraverso la creazione di zone verdi e arredi urbani di qualità, l'implementazione della luce con funzione scenografica e di sicurezza, e soprattutto il recupero di un ampio respiro e rapporto visivo con la concavità architettonica caratteristica del solenne "Cupolone" nostrano».
«Lo scambio di idee e il confronto tra esponenti dell'amministrazione, tecnici ed abitanti sublimano una sintesi efficace tra sussidiarietà orizzontale e semplificazione, fornendo una effettiva risposta all'esigenza di modernizzare il sistema in nome di una nuova concezione di bene pubblico. Tale nesso di complementarietà, difficilmente criticabile, avvicina, tra l'altro, la Politica alle buone pratiche e soprattutto ai cittadini, da cui spesso sembra invece discostarsi. Un esempio, quindi, da prendere in seria considerazione per i futuri interventi pubblici che per la loro specificità sono destinati ad entrare in simbiosi con le abitudini dei residenti e con il loro comune senso di appartenenza ad un quartiere, ad una città, ad un'Andria Nuova».
«La Piazza - dice ancora Del Giudice - da sempre centro nevralgico di uno dei quartieri più esuberanti e animati della nostra città, presenta da tempo un aspetto brullo e asettico, caratterizzato, da ormai troppi anni, dalla sua spina nel fianco, il suo macigno nel cuore. Quel manufatto amorfo e impersonale posto nel nucleo dello spiazzo, eclissandola con un cono di penombra, ha infatti sporcato una delle realtà una volta più invidiate dalle altre aggregazioni parrocchiali cittadine, quasi come se l'avesse amputata dall'intero organo ecclesiastico perché non più centro di ritrovo della comunità religiosa, ma sempre più spesso preda di "incursioni pellegrine". Il progetto di riqualificazione, che prevede la demolizione del manufatto centrale, una volta giunto a completamento, dovrebbe restituire alla piazza il prospero fermento di un tempo, come d'altronde ardentemente auspicato dal nostro adorato e indimenticato don Salvatore Simone, facendola riaffiorare dal torpore dell'oscurità verso la luce celeste attraverso il suo "ricongiungimento" con l'edificio sacro. Una ri-conversione interiore e spirituale, questa, da cui non potrà non scaturirne una di tipo estetico e funzionale, indispensabile per rispondere più efficacemente alle esigenze dei residenti. Il piano di ristrutturazione, infatti, è un disegno di "tessitura urbana" che, includendo anche l'eliminazione del parcheggio in via Licurgo, permetterà nuovamente a giovani, anziani e famiglie di trovare trasposta l'atmosfera intima e raccolta della chiesa in un luogo aperto a tutti familiare, attraverso la creazione di zone verdi e arredi urbani di qualità, l'implementazione della luce con funzione scenografica e di sicurezza, e soprattutto il recupero di un ampio respiro e rapporto visivo con la concavità architettonica caratteristica del solenne "Cupolone" nostrano».
«Lo scambio di idee e il confronto tra esponenti dell'amministrazione, tecnici ed abitanti sublimano una sintesi efficace tra sussidiarietà orizzontale e semplificazione, fornendo una effettiva risposta all'esigenza di modernizzare il sistema in nome di una nuova concezione di bene pubblico. Tale nesso di complementarietà, difficilmente criticabile, avvicina, tra l'altro, la Politica alle buone pratiche e soprattutto ai cittadini, da cui spesso sembra invece discostarsi. Un esempio, quindi, da prendere in seria considerazione per i futuri interventi pubblici che per la loro specificità sono destinati ad entrare in simbiosi con le abitudini dei residenti e con il loro comune senso di appartenenza ad un quartiere, ad una città, ad un'Andria Nuova».