Politica
Patto Territoriale NBO, Canosa terzo comune ad uscirne
La Salvia: «Un ente divenuto inutile, mai aggiornato alla nuova realtà»
BAT - mercoledì 3 settembre 2014
13.33
Dopo Trinitapoli e Margherita di Savoia anche Canosa decide di salutare il Patto Territoriale Nord Barese Ofantino. E' la delibera di Consiglio Comunale del 28 agosto scorso a decretare la definitiva uscita del comune canosino dall'unione delle dieci città della BAT assieme a Corato, nato nel 1998 come strumento di progettazione di sviluppo locale e nuova occupazione: «Negli ultimi anni si è riusciti a produrre veramente poco nel Patto - dice il Sindaco della Città di Canosa, Ernesto La Salvia - per esempio nel 2012 ci si è occupato esclusivamente di contenziosi e del progetto Leonardo per lo studio dei ragazzi all'estero. Praticamente, come evidenziato dalla comunicazione dei Revisori dei Conti, i 24 dipendenti non si sono occupati di altro».
E' durissimo il Sindaco canosino che prova a tracciare un bilancio dell'attività svolta da un ente che alle casse del comune costa più di 60mila euro all'anno: «A fronte della predetta quota ai Comuni, soci del Patto, viene richiesto il pagamento di un ulteriore corrispettivo per qualunque impegno e qualunque progetto elaborato e attuato. Il Patto Territoriale avrebbe dovuto far integrare il nostro territorio con lo sviluppo industriale tra Basilicata e Barletta - prosegue La Salvia - avrebbe dovuto proteggere e far sviluppare la tratta di collegamento tra Barletta e Spinazzola, avrebbe dovuto creare occupazione sul territorio ed intercettare finanziamenti pubblici. All'inizio è andata così, la partenza è stata buona, ma sono diversi anni che questo non accade più perchè le leggi cambiano e cambia il modo di intendere anche queste strutture». Dipendenti e spese vive che al Patto giungono a costare sino ad oltre 700mila euro tra cui più di 250mila solo per le spese di "expertise" cioè di consulenza ed altre spese varie: «In epoca di tagli e risparmi - continua La Salvia - non è pensabile di continuare ad avere quote in un ente che non rispetta gli obiettivi primari per i quali è nato. Penso che quando Francesco Salerno, grande animatore di questo patto, immaginò l'unione dei comuni non pensò mai alla necessità di dover pagare affitti faraonici o di poter compensare contenziosi infinti, ma pensò alle opportunità reali che ne sarebbero potute nascere».
Ora un grosso punto interrogativo toccherà agli altri componenti dell'organizzazione. Diversi altri comuni hanno già fatto trapelare l'inutilità di questo ente così come è attualmente e la Provincia BAT, in una delle ultime delibere del Consiglio, ha ipotizzato un'accorpamento delle diverse agenzie nate nel Patto oltre alla possibilità di acquisire una quota maggioritaria dello stesso per ripensarne la funzione: «Abbiamo detto più volte – conclude il Sindaco – riorganizziamo tutto, trasformiamolo, ma diamo un segnale forte. Risparmiamo, tagliamo i costi ed invece, nonostante l'accorpamento delle agenzie, mi viene richiesta una sede per Puglia Imperiale, un'agenzia che continua a chiedere denaro per andare alle fiere e la cui funzione può per giunta accadere che poi venga scippata da qualche altro Organismo come successo di recente con la BIT. Io provo a gestire i soldi dei nostri concittadini con particolare parsimonia visti i continui tagli e l'opera costante di spending review».
E' durissimo il Sindaco canosino che prova a tracciare un bilancio dell'attività svolta da un ente che alle casse del comune costa più di 60mila euro all'anno: «A fronte della predetta quota ai Comuni, soci del Patto, viene richiesto il pagamento di un ulteriore corrispettivo per qualunque impegno e qualunque progetto elaborato e attuato. Il Patto Territoriale avrebbe dovuto far integrare il nostro territorio con lo sviluppo industriale tra Basilicata e Barletta - prosegue La Salvia - avrebbe dovuto proteggere e far sviluppare la tratta di collegamento tra Barletta e Spinazzola, avrebbe dovuto creare occupazione sul territorio ed intercettare finanziamenti pubblici. All'inizio è andata così, la partenza è stata buona, ma sono diversi anni che questo non accade più perchè le leggi cambiano e cambia il modo di intendere anche queste strutture». Dipendenti e spese vive che al Patto giungono a costare sino ad oltre 700mila euro tra cui più di 250mila solo per le spese di "expertise" cioè di consulenza ed altre spese varie: «In epoca di tagli e risparmi - continua La Salvia - non è pensabile di continuare ad avere quote in un ente che non rispetta gli obiettivi primari per i quali è nato. Penso che quando Francesco Salerno, grande animatore di questo patto, immaginò l'unione dei comuni non pensò mai alla necessità di dover pagare affitti faraonici o di poter compensare contenziosi infinti, ma pensò alle opportunità reali che ne sarebbero potute nascere».
Ora un grosso punto interrogativo toccherà agli altri componenti dell'organizzazione. Diversi altri comuni hanno già fatto trapelare l'inutilità di questo ente così come è attualmente e la Provincia BAT, in una delle ultime delibere del Consiglio, ha ipotizzato un'accorpamento delle diverse agenzie nate nel Patto oltre alla possibilità di acquisire una quota maggioritaria dello stesso per ripensarne la funzione: «Abbiamo detto più volte – conclude il Sindaco – riorganizziamo tutto, trasformiamolo, ma diamo un segnale forte. Risparmiamo, tagliamo i costi ed invece, nonostante l'accorpamento delle agenzie, mi viene richiesta una sede per Puglia Imperiale, un'agenzia che continua a chiedere denaro per andare alle fiere e la cui funzione può per giunta accadere che poi venga scippata da qualche altro Organismo come successo di recente con la BIT. Io provo a gestire i soldi dei nostri concittadini con particolare parsimonia visti i continui tagli e l'opera costante di spending review».