Religioni
Passeggiata nella notte per risorgere
Una riflessione di don Ettore Lestingi sulla passeggiata notturna verso Castel del Monte organizzata dalla Pastorale Giovanile
Andria - venerdì 19 agosto 2022
Restate qui e vegliate con me: vegliate e pregate. Con queste parole Gesù manifestava ai suoi amici la sua angoscia perché era giunta la sua notte. Notte di dolore, ma anche di grande decisione, perché quella era la notte della verità. E ogni giovane vive le sue notti, non solo consumando attimi di tempo e scampoli di vita in dissipazione ed ubriachezze, ma anche come condizione esteriore ed interiore per l'aggressività di problematiche che si affacciano nella vita di ogni uomo.
Immersi nelle notti esistenziali, avvolti da silenzi assordanti, i giovani sono chiamati a camminare lungo i sentieri del proprio cuore, per cercare e trovare in esso l'essenza del vivere: un amore, una luce, una passione, per cui valga la pena alzarsi ed affrontare con coraggio il giorno che verrà.
Svegliare l'aurora, è quanto un giovane vorrebbe fare nel momento in cui scopre il tesoro della propria esistenza. Mettere fretta alle nubi perché scompaiano e diano spazio alla luce, per realizzare quanto prima i propri desideri, che non significa bruciare le tappe, né tantomeno dare sfogo ai propri piaceri, ma evitare che l'attimo sfugga e il tempo si faccia sempre più breve.
Ormai è la parola che ogni giovane deve cancellare dal vocabolario della propria giovinezza: lo rende vecchio, quasi da pensionato, da chi cioè vive solo di ricordi senza più un domani. Rassegnato a vivere una esistenza che non sente più sua, alla parola ormai il giovane deve preferire la parola mai: mai accontentarsi di ciò che si è o si ha. La giovinezza è capacità di osare e di dire" basta ad una vita che non mi basta".
Reagire ad uno stile di vita che illude con i suoi piaceri e delude con i suoi fallimenti, che fa del giovane solo un "oggetto" da vendere e comprare, vita da usare e di cui abusare, è la forza che deve riempire di calore e di colori la vita di un giovane, fatto per spiccare voli pindarici, e non saltellare come quaglie; chiamato a dissetarsi a sorgenti di acqua limpida e non a pozzanghere di acque intorpidite dalla spazzatura del mondo.
Giovinezza è saper vivere non solo di sogni ma è capacità e possibilità di realizzarli. E' avere il gusto della vertigine, che "non è paura di cadere, ma voglia di volare". E' forza per scalare vette irraggiungibili per respirare aria di libertà. La giovinezza è il tempo in cui è smentita la proverbiale espressione "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". Perché giovane è colui che sa accorciare le distanze e lo fa perché e quando crede in ciò che vuole e in ciò che fa.
E allora, mentre con i tuoi compagni hai deciso di vivere la notte e non di notte, mentre stai camminando fuori e dentro di te, consapevole della grandezza, bellezza e irreversibilità della tua giovinezza, perché la tua non sia una "gioventù bruciata", accendi la lampada, fai luce attorno a te e dentro di te non stupirti di trovarti accanto un amico che non conosci, ma che ti ama da sempre e tu lo cerchi da mai. Cammina con Lui e ascolta quanto vorrà dirti in questa notte, Lui che la notte l'ha vissuta in pienezza: dalla nascita agli incontri più belli con i suoi amici, da una cena tra amici al tradimento dell'amico, dalla morte alla risurrezione. E ora camminando con te, compagno invisibile e reale, ti dice:
Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura. Tu solo sai quale è la notte da cui vuoi risorgere, la tenebra di cui vuoi liberarti.
E se ancora non hai trovato chi può aiutarti, afferra la mano di Cristo che ancora ti dice: "Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste" . E' il trono della tua giovinezza. E' l'alba di un nuovo giorno! Buon cammino.
Immersi nelle notti esistenziali, avvolti da silenzi assordanti, i giovani sono chiamati a camminare lungo i sentieri del proprio cuore, per cercare e trovare in esso l'essenza del vivere: un amore, una luce, una passione, per cui valga la pena alzarsi ed affrontare con coraggio il giorno che verrà.
Svegliare l'aurora, è quanto un giovane vorrebbe fare nel momento in cui scopre il tesoro della propria esistenza. Mettere fretta alle nubi perché scompaiano e diano spazio alla luce, per realizzare quanto prima i propri desideri, che non significa bruciare le tappe, né tantomeno dare sfogo ai propri piaceri, ma evitare che l'attimo sfugga e il tempo si faccia sempre più breve.
Ormai è la parola che ogni giovane deve cancellare dal vocabolario della propria giovinezza: lo rende vecchio, quasi da pensionato, da chi cioè vive solo di ricordi senza più un domani. Rassegnato a vivere una esistenza che non sente più sua, alla parola ormai il giovane deve preferire la parola mai: mai accontentarsi di ciò che si è o si ha. La giovinezza è capacità di osare e di dire" basta ad una vita che non mi basta".
Reagire ad uno stile di vita che illude con i suoi piaceri e delude con i suoi fallimenti, che fa del giovane solo un "oggetto" da vendere e comprare, vita da usare e di cui abusare, è la forza che deve riempire di calore e di colori la vita di un giovane, fatto per spiccare voli pindarici, e non saltellare come quaglie; chiamato a dissetarsi a sorgenti di acqua limpida e non a pozzanghere di acque intorpidite dalla spazzatura del mondo.
Giovinezza è saper vivere non solo di sogni ma è capacità e possibilità di realizzarli. E' avere il gusto della vertigine, che "non è paura di cadere, ma voglia di volare". E' forza per scalare vette irraggiungibili per respirare aria di libertà. La giovinezza è il tempo in cui è smentita la proverbiale espressione "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". Perché giovane è colui che sa accorciare le distanze e lo fa perché e quando crede in ciò che vuole e in ciò che fa.
E allora, mentre con i tuoi compagni hai deciso di vivere la notte e non di notte, mentre stai camminando fuori e dentro di te, consapevole della grandezza, bellezza e irreversibilità della tua giovinezza, perché la tua non sia una "gioventù bruciata", accendi la lampada, fai luce attorno a te e dentro di te non stupirti di trovarti accanto un amico che non conosci, ma che ti ama da sempre e tu lo cerchi da mai. Cammina con Lui e ascolta quanto vorrà dirti in questa notte, Lui che la notte l'ha vissuta in pienezza: dalla nascita agli incontri più belli con i suoi amici, da una cena tra amici al tradimento dell'amico, dalla morte alla risurrezione. E ora camminando con te, compagno invisibile e reale, ti dice:
Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura. Tu solo sai quale è la notte da cui vuoi risorgere, la tenebra di cui vuoi liberarti.
E se ancora non hai trovato chi può aiutarti, afferra la mano di Cristo che ancora ti dice: "Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste" . E' il trono della tua giovinezza. E' l'alba di un nuovo giorno! Buon cammino.