Eventi e cultura
Pasquetta, Castel del Monte: la storia raccontata dal Ministero della Cultura
Ecco come viene descritto il nostro Maniero sulla pagina Facebook del Ministero
Andria - lunedì 10 aprile 2023
7.54
Tra le mete preferite da sempre per il giorno di Pasquetta. Anche sulla pagina Facebook del Ministero della Cultura l'invito a visitarlo con il link al sito per conoscerlo meglio prima di recarsi al Maniero.
Ecco come se ne parla.
Posto a 18 km dalla città di Andria, nel cuore della Murgia, Castel del Monte, universalmente noto per la sua peculiare forma ottagonale, costituisce un capolavoro unico dell'architettura medievale e dal 1996 è nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. L'edificio, risalente al XIII secolo (il primo documento utile alla datazione data al 1240), è indissolubilmente legato al nome di Federico II di Svevia, sovrano del Sacro Romano Impero e committente dell'opera.
Sugli spigoli del nucleo principale di forma ottagonale, impostato direttamente su un banco roccioso affiorante, si innestano otto torri in pietra calcarea locale. Il cortile, anch'esso di forma ottagonale, è caratterizzato, come tutto l'edificio, dal contrasto cromatico ottenuto grazie all'uso di breccia corallina, pietra calcarea e marmi. Un tempo erano presenti anche ricchi arredi scultorei, dei quali ad oggi restano solo una lastra raffigurante il Corteo dei cavalieri e un frammento di figura antropomorfa. Nelle sedici sale di forma trapezoidale, otto per ciascun piano, sono caratteristiche le chiavi di volta delle crociere, ognuna decorata da elementi antropomorfi, zoomorfi e fitomorfi. Alcune torri accolgono cisterne per la raccolta delle acque piovane, in parte convogliate anche verso la cisterna al di sotto del cortile centrale. In altre, invece, sono ubicati i bagni, dotati di latrina e lavabo. Il corredo scultoreo, sebbene fortemente depauperato, restituisce una significativa testimonianza dell'originario apparato decorativo.
Scrittori e storici locali, tra la fine del '700 e i primi secolo successivo descrivono un ricco apparato decorativo caratterizzato da tessere musive, piastrelle maiolicate, paste vitree e dipinti murali. Ad oggi, sono ancora presenti le due mensole antropomorfe nella Torre del falconiere, i telamoni che sostengono la volta ad ombrello di una delle torri scalari e un frammento del mosaico pavimentale nell'ottava sala al piano terra.
A lungo si è discusso sulla sua destinazione d'uso dell'edificio: il termine castrum, infatti, rimanda direttamente a una funzione difensiva, ma la presenza di alcune strutture "accessorie" e la ricercatezza del repertorio scultoreo hanno fatto ipotizzare anche una realtà residenziale e di rappresentanza. Se oggi la struttura appare periferica, all'epoca della sua costruzione sorgeva poco lontano dall'asse che collegava i due importanti insediamenti di Andria e del Garagnone, presso Gravina. Proprio la sua posizione ha reso il castello un elemento essenziale nel sistema di comunicazione all'interno della rete voluta da Federico II.
Ecco come se ne parla.
Posto a 18 km dalla città di Andria, nel cuore della Murgia, Castel del Monte, universalmente noto per la sua peculiare forma ottagonale, costituisce un capolavoro unico dell'architettura medievale e dal 1996 è nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. L'edificio, risalente al XIII secolo (il primo documento utile alla datazione data al 1240), è indissolubilmente legato al nome di Federico II di Svevia, sovrano del Sacro Romano Impero e committente dell'opera.
Sugli spigoli del nucleo principale di forma ottagonale, impostato direttamente su un banco roccioso affiorante, si innestano otto torri in pietra calcarea locale. Il cortile, anch'esso di forma ottagonale, è caratterizzato, come tutto l'edificio, dal contrasto cromatico ottenuto grazie all'uso di breccia corallina, pietra calcarea e marmi. Un tempo erano presenti anche ricchi arredi scultorei, dei quali ad oggi restano solo una lastra raffigurante il Corteo dei cavalieri e un frammento di figura antropomorfa. Nelle sedici sale di forma trapezoidale, otto per ciascun piano, sono caratteristiche le chiavi di volta delle crociere, ognuna decorata da elementi antropomorfi, zoomorfi e fitomorfi. Alcune torri accolgono cisterne per la raccolta delle acque piovane, in parte convogliate anche verso la cisterna al di sotto del cortile centrale. In altre, invece, sono ubicati i bagni, dotati di latrina e lavabo. Il corredo scultoreo, sebbene fortemente depauperato, restituisce una significativa testimonianza dell'originario apparato decorativo.
Scrittori e storici locali, tra la fine del '700 e i primi secolo successivo descrivono un ricco apparato decorativo caratterizzato da tessere musive, piastrelle maiolicate, paste vitree e dipinti murali. Ad oggi, sono ancora presenti le due mensole antropomorfe nella Torre del falconiere, i telamoni che sostengono la volta ad ombrello di una delle torri scalari e un frammento del mosaico pavimentale nell'ottava sala al piano terra.
A lungo si è discusso sulla sua destinazione d'uso dell'edificio: il termine castrum, infatti, rimanda direttamente a una funzione difensiva, ma la presenza di alcune strutture "accessorie" e la ricercatezza del repertorio scultoreo hanno fatto ipotizzare anche una realtà residenziale e di rappresentanza. Se oggi la struttura appare periferica, all'epoca della sua costruzione sorgeva poco lontano dall'asse che collegava i due importanti insediamenti di Andria e del Garagnone, presso Gravina. Proprio la sua posizione ha reso il castello un elemento essenziale nel sistema di comunicazione all'interno della rete voluta da Federico II.