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Pasqua: perché cercare nella morte la vita?

Riflessione di don Ettore Lestingi, presidente della Commissione Liturgica diocesana

«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5). Fu la domanda che gli angeli rivolsero alle donne che, al mattino di Pasqua, si recarono al sepolcro per onorare il corpo del Signore. Ma una pietra tombale ribaltata, un sepolcro vuoto, bende di morte abbandonate per terra, narrano di un evento che ha riconsegnato all'umanità la sua dignità e ridisegnato la sua destinazione: Lui è vivo e con Lui la vita ha sconfitto la morte. L'odore di morte che invase tutta la terra in quel Venerdì di passione cede il passo al profumo di vita che si espande su tutte le creature nella Domenica di Pasqua. La morte vinta, ma non ancora sconfitta è finalmente sconfinata nelle sue prigioni. "Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?". (1Cor. 15,54).

Lui è vivo, è il Dio vivente, è Colui che dà vita alla vita per sempre. Celebrare la Pasqua del Signore significa celebrare la vita, soprattutto la vita umana perché è in essa che in modo mirabile risplende la grandezza e la bellezza di Dio. San Ireneo, da poco proclamato doctor unitatis, affermava: "La Gloria di Dio è l'uomo vivente". Da qui l'etica pasquale di lodare il Dio della vita nel servizio e nella promozione, custodia, tutela e difesa della vita dell'uomo. La pietra ribaltata del sepolcro di Cristo è la solenne smentita storica della cultura e della logica della morte che da sempre accompagna il cammino dell'umanità e che oggi, più che mai, sembra prevalere sulla cultura della vita, anzi sembra quasi che è nella morte dell'altro che si riscoprono ragioni di vita.

Ecco il senso del titolo di questa riflessione: Perché cercare nella morte la vita? E' la domanda che dovrebbe porsi ogni donna nell'atto in cui decide di abortire per non essere scomodata nei suoi progetti di vita e chiama a raccolta i necrofori di turno, plotone di esecuzione. E il suo grembo da culla che profuma di vita nascente si trasforma in tomba che odora di morte. Un odore che non l'abbandonerà mai. E' la domanda che dovrebbe porsi un giovane nel momento in cui decide di bruciare la sua giovinezza affogando le sue speranze ed ansie in un bicchiere di vino anestetizzando così il gusto della vita. E' la domanda che dovrebbe porsi ogni maschio che vede nell'uccisione della propria compagna la soluzione ai problemi di squilibri psicologici che generano violenza e oppressione. E la potenza della sua violenza manifesta la sua grande debolezza.

E' la domanda che dovrebbe porsi chi, per un falso ed interessato amore per l'altro, ma solo e soprattutto per se stesso, dinanzi al mistero della sofferenza e del dolore pensa di regalargli la vita somministrandogli la morte, una dolce morte. E' la domanda che ogni potente della terra deve porsi nel momento in cui, per dissetare la sua smania di potere, decide di organizzare una guerra contro un altro popolo. E semina morte, strage di innocenti vittime della superbia umana. "Perché cercare nella morte la vita" dovrebbe trasformarsi per noi in impegno a cercare la vita nella morte. E' la novità della Pasqua.

La Veglia pasquale che vivremo nella notte santa è evento gravido di vita perchè è il momento in cui "tutta la creazione geme e soffre nelle doglie del parto" (Rom. 8,22) per generare la vita: nella fredda notte si accende il fuoco nuovo dell'amore, la terra dà alla luce la Vita vera e, finalmente, il popolo che brancola nelle tenebre vede una grande luce, Cristo, Luce del mondo; le acque si rompono e fecondano di vita la terra deserta, arida senz'acqua, Cristo e il suo Spirito, acqua che zampilla per la vita eterna; finalmente il Dio silenzioso torna a parlare e a ricordarci gli innumerevoli eventi pasquali che Lui ha compiuto per il suo popolo; il grido degli oppressi si trasforma in canto di esultanza perché la liberazione è vicina; il popolo stanco di nutrirsi della manna delle illusioni ora finalmente si nutre del Pane del cielo. E' la Pasqua del Signore. Come la notte si trasforma in aurora così il deserto del mondo si trasforma in giardino e Dio e l'uomo tornano a passeggiare insieme lungo i sentieri della vita.

Buona Pasqua di vita.
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  • don Ettore Lestingi
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