Sede partito democratico andria
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Politica

Partito Democratico, Tedesco: «Sollecito ripristino di regole di partecipazione»

Una lunga ed articolata lettera indirizzata a Renzi, Orfini ed Emiliano su Andria

«Stimatissimi segretari del Partito Democratico, trascorso circa un anno dalla batosta subita dal nostro partito alle ultime elezioni amministrative nel comune di Andria, mi vedo costretto, mio malgrado, a segnalare il protrarsi di "un'anomala" gestione del partito cittadino non in linea con i dettati statutari. Preciso che il sottoscritto ricopre la carica (virtuale) di componente della Segreteria del PD cittadino, e quindi constato quotidianamente che tale organismo di rappresentanza del partito non è mai stato messo nella condizione di operare poiché gli si è sempre opposta la desueta circostanza che vuole premiata la rappresentanza solo in virtù della "chiamata al tesseramento" (unico sistema di valutazione ritenuto valido)». Inizia così la lunga ed articolata lettera aperta di Michele Tedesco, lettera inviata ai vertici del Partito Democratico nazionale a partire da Renzi per arrivare a Cafagna, passando per Orfini ed Emiliano.

«Questo è lo scenario - dice Tedesco - la segretaria politica cittadina e i consiglieri comunali del PD eletti, continuano imperterriti a monopolizzare la gestione del partito in forma privatistica nonostante i continui risultati deludenti che ormai da anni sono sotto gli occhi di tutti e che hanno portato progressivamente e inesorabilmente il Partito Democratico della nostra città ad una enorme perdita di consenso, non solo elettorale, in controtendenza ai risultati registrati nel resto della nazione. Alla luce di ciò sollecito con urgenza un vostro autorevole intervento finalizzato sia al ripristino di regole di partecipazione democratica col coinvolgimento della cittadinanza, e sopratutto al riassetto d'ufficio degli organismi del partito locale, spazzando via le vecchie logiche che continuano a prevalere. Non è più rinviabile una brusca svolta ponendo fine, una volta per tutte, all'attuale gestione artefice di questi risultati, pena la definitiva scomparsa del Partito Democratico dalla città di Andria. Ciò che allarma lo scrivente e quanti con lui sperano e credono in una rinascita del PD locale, è che il partito cittadino (oramai ridotto ad espressione esclusiva e personalistica dei maggior suffragati al Consiglio Comunale che probabilmente sono paghi solo della personale riconferma), dopo e nonostante la suddetta debacle elettore della scorsa primavera, come se nulla fosse accaduto, non ha mai neppure lontanamente avvertito l'esigenza di riunirsi democraticamente per fare un'analisi seria ed approfondita del voto, in modo da individuare le "recondite" motivazioni di tale deleterio risultato».

«Meraviglia e desta sospetto, inoltre - dice Tedesco - la totale mancanza di un'attività propria di una seria e propositiva opposizione in consiglio comunale, nonostante le motivazioni per farla non manchino. Tutto ciò contribuisce ad incrementare la disaffezione dei cittadini verso l'intera classe politica, accomunando qualunquisticamente la parte sana della politica a quella malata. La segretaria cittadina, senza fornire alcuna motivazione sostanziale, ma adducendo svariate e fantasiose giustificazioni, si rende corresponsabile del perpetuarsi di questo andazzo ostacolando un serio e costruttivo confronto e alimentando la disaffezione verso il partito. Basti pensare che, dall'ultima consultazione elettorale, ha convocato due sole riunioni del coordinamento cittadino per giunta attivandosi solo su richiesta. E' inutile precisare che la partecipazione è stata così irrilevante che, come ha dovuto ammettere la stessa segretaria, non erano presenti neanche i richiedenti la convocazione. Comunque quei pochi partecipanti hanno chiesto che fossero fatti funzionare gli organi esecutivi del partito e che fossero messe in campo iniziative per rilanciarlo, ma a distanza di mesi nessuna risposta è pervenuta ai richiedenti, come ormai avviene sistematicamente!»

«Le conseguenze di questo modo di fare alimentano una disaffezione anche tra quei pochi partecipanti che ostinatamente si illudono di tirare su le sorti del partito. Stando tra la gente si ascolta come larga parte della cittadinanza sostiene oramai da tempo l'assenza di una visibile opposizione da parte del PD all'attuale amministrazione di centro destra che viene percepita anche come connivenza. Tale opinione si è ancor più consolidata dopo che nell'ultima competizione elettorale numerose sono risultate le preferenze disgiuntamente espresse tra il sindaco di centro-desta eletto e alcuni candidati consiglieri del PD. Sembra essere questa l'unica spiegazione plausibile del cattivo risultato elettorale conseguito, in controtendenza con il trend nazionale. Invece c'erano tutte le premesse per vincere. Basti pensare alla pessima gestione amministrativa del centro destra (ad Andria storicamente all'opposizione), che nell'arco di una sola consigliatura è stata coinvolta nello scandalo per le tangenti relative all'appalto per i rifiuti, ha ricevuto censure dalla Corte dei Conti con dichiarazione di pre-dissesto finanziario, e brilla per l'assenza di nuove progettazioni, cantieri edilizi (frutto delle precedenti amministrazioni), con diversi record negativi sul pagamento ai fornitori. Nonostante un quadro teoricamente positivo per il PD, dopo aver consegnato le chiavi della città alla coalizione di centro-destra, risulta lampante che la fievole attività di opposizione inscenata nel consiglio comunale è fatta solo per motivi di facciata, contribuendo di fatto al protrarsi di questa "mala gestio" politica del partito ed all'ulteriore allontanamento dell'elettorato».

«Alcuni maligni raccontano, addirittura, di "agevolazioni" in favore di taluni rappresentanti del Partito Democratico andriese. Calza bene anche per il nostro comune quanto denunciato dall'ex Ministro Fabrizio Barca nella sua relazione sui circoli del PD romani presentata nel 2015, dove si parla di "deformazioni clientelari" e di "una presenza massiccia di carne da cannone da tesseramento". Lo scenario descritto, molto simile alla realtà andriese, è quello di un partito cui manca "la capacità di raggruppare e rappresentare" e che "subisce inane lo scontro correntizio e le scorribande dei capibastone". Prosegue ancora Barca nella sua relazione: "Si vanno delineando i tratti di un partito non solo cattivo ma pericoloso e dannoso", dove "non c'è trasparenza" e "che lavora per gli eletti anziché per i cittadini". E' un atto di accusa senza appello quello dell'ex ministro Fabrizio Barca che denuncia quanto avviene nell'anno dei congressi, dove il tesseramento raggiunge cifre strabilianti per poi ridursi ai soliti numeri risicati negli anni successivi. Emblematico è il caso ultimo del comune di Bisceglie dove si sono avuti ben centinaia di nuovi iscritti tutti di provenienza dal centrodestra al seguito del Sindaco Spina! Non costituisce più una novità la modalità in cui avviene il tesseramento e finanche l'esistenza di alcuni finanziatori. Questa maniera di fare politica viene illustrata da qualche piccolo capopopolo come un incremento di consensi-tesseramenti, mentre, invece, genera la distruzione della politica nella sua espressione più nobile. I frutti di questo "lavoro" hanno portato Andria a diventare la "roccaforte" del centro-destra riconosciuta anche a livello nazionale. Pertanto, per mettere fine a questo stato di cose, si chiede un forte e risolutivo intervento. Restando a disposizione per ogni ulteriore approfondimento, porgo cordiali saluti».
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