Eventi e cultura
Paolo Mieli e Marcello Veneziani chiudono l’ottava edizione di Libri Nel Borgo Antico
Gli organizzatori: «Risposta del pubblico entusiasmante. Stiamo già lavorando alla nuova edizione»
BAT - lunedì 28 agosto 2017
17.03
L'immagine festosa dei 300 volontari ai piedi del palco, il saluto commosso, i sorrisi, i lunghi applausi, il grazie sincero e l'arrivederci pieno di orgoglio di tutti i componenti dell'organizzazione. Sono questi i suggestivi titoli di coda dell'ottava super edizione di Libri nel Borgo Antico, la kermesse letteraria che ha animato il centro storico di Bisceglie dal 25 al 27 agosto e che si conferma appuntamento culturale di prestigio e larghi consensi.
Una rassegna che, oltre a riscuotere i consensi di un pubblico sempre più vasto, ad ogni edizione aggiunge una novità, arricchendo il programma e il calendario delle iniziative. «Quest'anno abbiamo puntato anche ai lettori giovanissimi con "Libri nel Borgo dei Piccoli" - ha dichiarato il vice presidente dell'associazione Borgo Antico Mauro Pedone -, perché i bambini sono il nostro futuro e noi adulti dobbiamo dare risposte alla loro voglia di conoscere, di ascoltare e inventare storie».
«La risposte del pubblico alle tre serate - ha continuato Pedone - è stata entusiasmante. Abbiamo idee nuove anche per la prossima edizione e ci stiamo già lavorando».
Oltre allo spazio per i bambini, nuova è stata anche la collocazione del palco principale, dedicato agli autori di più largo richiamo: piazza Castello ha preso il posto di piazza Duomo, coinvolta comunque per lo "Scambia Libro", l'iniziativa che permette di scambiare libri in modo del tutto gratuito. La scelta di piazza Castello ha trovato il riscontro favorevole pressoché unanime nel pubblico per il maggiore spazio a disposizione e la facilità di accesso.
Ed è in piazza Castello che si sono avvicendati gli ospiti di rilievo dell'ultima serata, tutti ritratti da un'altra new entry della rassegna: il giovane artista Nicola Scaglione, che ha realizzato un ritratto di ciascun autore intervenuto.
Arte anche nei vicoli del centro storico, dove giovani pennelli hanno decorato le pareti per lasciare memoria delle emozioni di questa grande festa dei lettori e delle case editrici pugliesi, quest'anno in ventisei nei locali del centro storico attrezzati a stand.
La serata di chiusura dell'ottava edizione del festival ha alternato nelle sei piazze del borgo antico oltre cinquanta scrittori e quattro big.
Prima a salire sul palco della piazza principale, ai piedi del castello medioevale, è stata Wanda Marasco, che ha presentato "La compagnia delle anime finte", nuovo lavoro della scrittrice napoletana dopo l'acclamato "Il genio dell'abbandono".
Ancora pagine al femminile con l'incontro successivo. Alessandra Necci ha regalato al pubblico la storia di "Isabella e Lucrezia, le due cognate", nuovo affresco letterario dedicato ad un personaggio storico importante anche per Bisceglie: Lucrezia Borgia. «I Borgia avevano spinto Lucrezia a quelle nozze per imparentarsi con gli aragonesi», racconta la Necci a proposito della circostanza che investì il personaggio del titolo di Duchessa di Bisceglie.
Non ha deluso la grande attesa, l'incontro con Paolo Mieli, firma prestigiosa del giornalismo italiano e autore di "In guerra con il passato", che parla di avvenimenti e personaggi storici rivisitati e riletti alla luce di ricerche e nuove scoperte. Una materia, la storia, con cui tanti popoli non riescono ad avere una pacificazione: «Cambiare il nome alle strade, abbattere i monumenti, cambiare la morfologia di una città per rivendicazioni storiche credo sia una enorme scemenza», ha dichiarato Mieli, che si è intrattenuto a lungo anche sui temi dell'attualità italiana.
Anche per questa edizione, la chiusura è stata nel segno della filosofia di vita. Sul palco i concetti profondi e universali di Marcello Veneziani, giornalista, narratore e saggista, ma soprattutto beniamino di casa perchè biscegliese. Veneziani ha presentato "Alla luce del mito". «Quando torno a Bisceglie è come se avessi un segreto che porto dentro -racconta Veneziani-. Guardo le facce dei miei concittadini e ricordo il bambino che era in loro. È la nostalgia che mi riporta a casa, è il mito. Viviamo in un'epoca di miti con la m minuscola, di surrogati. Il cellulare è il rosario del nostro tempo, la tv il tabernacolo di chissà quale santo. Come distinguere da questi falsi miti un mito vero? Ha la grandezza di farti uscire da te stesso, darti una visione del mondo e proiettarti in una dimensione universale».
Una rassegna che, oltre a riscuotere i consensi di un pubblico sempre più vasto, ad ogni edizione aggiunge una novità, arricchendo il programma e il calendario delle iniziative. «Quest'anno abbiamo puntato anche ai lettori giovanissimi con "Libri nel Borgo dei Piccoli" - ha dichiarato il vice presidente dell'associazione Borgo Antico Mauro Pedone -, perché i bambini sono il nostro futuro e noi adulti dobbiamo dare risposte alla loro voglia di conoscere, di ascoltare e inventare storie».
«La risposte del pubblico alle tre serate - ha continuato Pedone - è stata entusiasmante. Abbiamo idee nuove anche per la prossima edizione e ci stiamo già lavorando».
Oltre allo spazio per i bambini, nuova è stata anche la collocazione del palco principale, dedicato agli autori di più largo richiamo: piazza Castello ha preso il posto di piazza Duomo, coinvolta comunque per lo "Scambia Libro", l'iniziativa che permette di scambiare libri in modo del tutto gratuito. La scelta di piazza Castello ha trovato il riscontro favorevole pressoché unanime nel pubblico per il maggiore spazio a disposizione e la facilità di accesso.
Ed è in piazza Castello che si sono avvicendati gli ospiti di rilievo dell'ultima serata, tutti ritratti da un'altra new entry della rassegna: il giovane artista Nicola Scaglione, che ha realizzato un ritratto di ciascun autore intervenuto.
Arte anche nei vicoli del centro storico, dove giovani pennelli hanno decorato le pareti per lasciare memoria delle emozioni di questa grande festa dei lettori e delle case editrici pugliesi, quest'anno in ventisei nei locali del centro storico attrezzati a stand.
La serata di chiusura dell'ottava edizione del festival ha alternato nelle sei piazze del borgo antico oltre cinquanta scrittori e quattro big.
Prima a salire sul palco della piazza principale, ai piedi del castello medioevale, è stata Wanda Marasco, che ha presentato "La compagnia delle anime finte", nuovo lavoro della scrittrice napoletana dopo l'acclamato "Il genio dell'abbandono".
Ancora pagine al femminile con l'incontro successivo. Alessandra Necci ha regalato al pubblico la storia di "Isabella e Lucrezia, le due cognate", nuovo affresco letterario dedicato ad un personaggio storico importante anche per Bisceglie: Lucrezia Borgia. «I Borgia avevano spinto Lucrezia a quelle nozze per imparentarsi con gli aragonesi», racconta la Necci a proposito della circostanza che investì il personaggio del titolo di Duchessa di Bisceglie.
Non ha deluso la grande attesa, l'incontro con Paolo Mieli, firma prestigiosa del giornalismo italiano e autore di "In guerra con il passato", che parla di avvenimenti e personaggi storici rivisitati e riletti alla luce di ricerche e nuove scoperte. Una materia, la storia, con cui tanti popoli non riescono ad avere una pacificazione: «Cambiare il nome alle strade, abbattere i monumenti, cambiare la morfologia di una città per rivendicazioni storiche credo sia una enorme scemenza», ha dichiarato Mieli, che si è intrattenuto a lungo anche sui temi dell'attualità italiana.
Anche per questa edizione, la chiusura è stata nel segno della filosofia di vita. Sul palco i concetti profondi e universali di Marcello Veneziani, giornalista, narratore e saggista, ma soprattutto beniamino di casa perchè biscegliese. Veneziani ha presentato "Alla luce del mito". «Quando torno a Bisceglie è come se avessi un segreto che porto dentro -racconta Veneziani-. Guardo le facce dei miei concittadini e ricordo il bambino che era in loro. È la nostalgia che mi riporta a casa, è il mito. Viviamo in un'epoca di miti con la m minuscola, di surrogati. Il cellulare è il rosario del nostro tempo, la tv il tabernacolo di chissà quale santo. Come distinguere da questi falsi miti un mito vero? Ha la grandezza di farti uscire da te stesso, darti una visione del mondo e proiettarti in una dimensione universale».