Politica
Ospedale di Canosa, il Sindaco La Salvia scrive a Nino Marmo
Una lettera aperta del Primo Cittadino canosino rivolta al consigliere di FI
BAT - giovedì 4 febbraio 2016
Il sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, scrive una lettera aperta al consigliere della Regione Puglia, Nino Marmo, a seguito del comunicato stampa di ieri mattina (Articolo Andriaviva 3 febbraio) sulla questione Ospedali di Andria e Canosa. «Apprendiamo dalla stampa – scrive il primo cittadino di Canosa - delle preoccupazioni che si affacciano alla mente del nostro amico Nino Marmo, al quale, da sempre riconosco coerenza ed onestà intellettuale. Consideriamo "amico", infatti, chi si interessa del proprio territorio e non soltanto del suo piccolo feudo. Lontani dall'acredine già professato su questo tema dal Movimento 5 Stelle, sono certo che non gli sfuggirà certamente la rocambolesca condizione del nosocomio di Andria che, nel 2016, ad onta di standard e regolamenti, ha ancora stanze con sei letti; e pare pure che qualcuno auspicherebbe ridurne il numero a quattro: anche in questo caso siamo ben lontani dai due letti a stanza previsti degli standard moderni».
«Sono fortemente preoccupato - dice La Salvia - di una visione della sanità miope, che si accontenta di un letto, ovunque disposto, purché sia ad Andria, piuttosto che della salute, e perché no, del decoro del cittadino ammalato. A me, da paziente, non interesserebbe sapere solo "dove" sarò curato ma soprattutto "come"; come i polverosi scaffali nei quali conservare corpi ammalati, quelli che la Giornata della Memoria ci ha riportato alla mente: non ci interessano affatto! L'ospedale di Canosa è l'unica struttura che, se continua a funzionare, può garantire al nosocomio andriese di cui è costola, "l'esistenza in vita", considerando che i 170 posti formalmente presenti (in stanze dove anche morire è poco decoroso con altri 5 allettati) sono ben al di sotto dei 200 previsti per un ospedale degno di questo nome. Per non dire poi di quanto sia assurda l'indicazione di un solo ospedale di riferimento per tutta la provincia. Lo abbiamo detto più volte: gli spazi del nosocomio andriese sono finiti e se questa è la premessa, ci aspettiamo da un momento all'altro che un "andate in pace" metta fine anche a questo servizio: tutto questo in nome di leggi ed adeguamenti che sembrano dimenticare le persone ammalate ma si ricordano solo delle persone lavoratrici. Anche il buon Marmo sembra quasi voler combattere una battaglia con le armi della difesa del personale, dimenticando le ragioni degli ammalati: se tutto il personale di Canosa, per assurdo, arrivasse ad Andria non un letto in più avrebbe la gente della provincia. Anzi: 50 letti in meno e gli stessi servizi!».
«Ringrazio, quindi, qualunque direzione e a qualunque primario che metta il benessere delle persone dinnanzi ad ogni altro interesse! e se lo ricordino tutti: senza spendere un euro in più. Perché tutto ciò che si sta facendo non ha costi aggiuntivi. Se poi si vuole, a parità di costi ridurre i servizi, benvenuti nella folta schiera di chi chiude mantenendo lo stesso personale. E che Dio ve ne renda merito. Con affetto, Ernesto La Salvia"».
«Sono fortemente preoccupato - dice La Salvia - di una visione della sanità miope, che si accontenta di un letto, ovunque disposto, purché sia ad Andria, piuttosto che della salute, e perché no, del decoro del cittadino ammalato. A me, da paziente, non interesserebbe sapere solo "dove" sarò curato ma soprattutto "come"; come i polverosi scaffali nei quali conservare corpi ammalati, quelli che la Giornata della Memoria ci ha riportato alla mente: non ci interessano affatto! L'ospedale di Canosa è l'unica struttura che, se continua a funzionare, può garantire al nosocomio andriese di cui è costola, "l'esistenza in vita", considerando che i 170 posti formalmente presenti (in stanze dove anche morire è poco decoroso con altri 5 allettati) sono ben al di sotto dei 200 previsti per un ospedale degno di questo nome. Per non dire poi di quanto sia assurda l'indicazione di un solo ospedale di riferimento per tutta la provincia. Lo abbiamo detto più volte: gli spazi del nosocomio andriese sono finiti e se questa è la premessa, ci aspettiamo da un momento all'altro che un "andate in pace" metta fine anche a questo servizio: tutto questo in nome di leggi ed adeguamenti che sembrano dimenticare le persone ammalate ma si ricordano solo delle persone lavoratrici. Anche il buon Marmo sembra quasi voler combattere una battaglia con le armi della difesa del personale, dimenticando le ragioni degli ammalati: se tutto il personale di Canosa, per assurdo, arrivasse ad Andria non un letto in più avrebbe la gente della provincia. Anzi: 50 letti in meno e gli stessi servizi!».
«Ringrazio, quindi, qualunque direzione e a qualunque primario che metta il benessere delle persone dinnanzi ad ogni altro interesse! e se lo ricordino tutti: senza spendere un euro in più. Perché tutto ciò che si sta facendo non ha costi aggiuntivi. Se poi si vuole, a parità di costi ridurre i servizi, benvenuti nella folta schiera di chi chiude mantenendo lo stesso personale. E che Dio ve ne renda merito. Con affetto, Ernesto La Salvia"».