Politica
Ospedale "Bonomo", Miscioscia: «E' un nosocomio fantasma»
Il consigliere FI: «Grave la situazione del Pronto Soccorso»
Andria - martedì 9 febbraio 2016
20.04
«Cosa ci sia da tagliare nel nostro ospedale nel nostro ospedale, secondo il piano previsionale della Asl Bat non si sa, ma certamente possiamo confermare che l'ospedale di Andria ormai lo possiamo paragonare ad una struttura "fantasma". Lo ha detto il consigliere di Forza Italia Benedetto Miscioscia.
«A chi attribuire questa grave responsabilità che riguarda la quarta città pugliese per popolazione? Era il 2005, quando Vendola, illudendo prima e deludendo poi i pugliesi, a sorpresa, riuscì a farsi eleggere promettendo la sanità pubblica per tutti. Il piano sanitario voluto dal centro-destra fu accusato di voler privatizzare la sanità pugliese a discapito della popolazione meno abbiente chiudendo reparti ed ospedali. Bene, ora sappiamo come sono andate veramente le cose, ovvero la prova che il centro sinistra, con un pessimo Presidente Vendola, ha gettato nel caos il nostro sistema sanitario e fatto chiudere, lui si ed ora non sappiamo con Emiliano, diversi reparti ed ospedali facendo declassare altri, compreso quello di Andria che nel precedente piano, quello approvato dal centrodestra, era considerato struttura di eccellenza. Una vergogna che non esime da responsabilità la stessa Aslbat, con una classe dirigenziale di responsabili che fanno il bello e il cattivo tempo nella stessa gestione ed organizzazione dell'Azienda, se tale si può considerare. Altro che autonomia, efficienza ed efficacia. Quello che fa più rabbia è che solo oggi, qualcuno si è svegliato per condannare lo stato pessimo del nostro sistema sanitario locale, quando andava già fatto, insistentemente, dal momento in cui il "commovente" Vendola, decise di penalizzare Andria e al sua comunità sottraendo e trasferendo reparti con relativo personale, giorno dopo giorno, abbandonando il nostro ospedale ad una lenta e costante agonia, nonostante il bacino d'utenza rappresentato da Andria e dai comuni limitrofi non solo provinciali. Oggi, si cerca di capire cosa in realtà stia accadendo all'ospedale di Andria con un nuovo pronto soccorso, definito "polo di eccellenza", che "più che soccorrere" rischia di "essere soccorso", stante l'atavica carenza di personale medico ed infermieristico nonostante sia aumentato il carico di lavoro determinato dagli oltre 150 accessi giornalieri e minimo 20 -25 ambulanze in arrivo giornalmente. Rimane poco da capire ancora, di fronte ad un evidente sfascio della sanità pugliese ed un territorio come il nostro con il più basso numero di posti letto disponibili, contro il quale nulla è stato fatto in questi ultimi dieci anni. Quella che era stata spacciata per la "primavera Vendoliana", quella del riscatto dei diritti garantiti ai pugliesi, maltrattati dal centro destra, quella degli ospedali per tutti, si è trasformata in un vero e proprio "inferno", non inverno; ovvero un girone infernale in cui siamo caduti grazie ad un piano ospedaliero che più che tener conto delle esigenze territoriali delle comunità pugliesi, ha badato a perseguire l'unico obiettivo vero di Vendola e della sua parte politica, ovvero tagliare drasticamente posti letto e strutture, come è stato fatto nella nostra Provincia, se tale possiamo considerarla ancora, senza curarsi delle conseguenze che, purtroppo, adesso si riversano su tanti cittadini molti dei quali in attesa per mesi se non addirittura anni per una visita specialistica o per farsi ricoverare e operare, costringendoli, loro malgrado, a viaggi della speranza anche fuori regione, con aggravio dei costi per la sanità pugliese e di spese per i tanti cittadini pugliesi che ormai non si possono più permettere. Ora si che possiamo parlare di vergogna se mancherà la consapevolezza da parte della comunità andriese che l'ospedale di Andria finirà per vedersi definitivamente sottrarre quegli altri pochi "scarsi" reparti rimasti in funzione».
«A chi attribuire questa grave responsabilità che riguarda la quarta città pugliese per popolazione? Era il 2005, quando Vendola, illudendo prima e deludendo poi i pugliesi, a sorpresa, riuscì a farsi eleggere promettendo la sanità pubblica per tutti. Il piano sanitario voluto dal centro-destra fu accusato di voler privatizzare la sanità pugliese a discapito della popolazione meno abbiente chiudendo reparti ed ospedali. Bene, ora sappiamo come sono andate veramente le cose, ovvero la prova che il centro sinistra, con un pessimo Presidente Vendola, ha gettato nel caos il nostro sistema sanitario e fatto chiudere, lui si ed ora non sappiamo con Emiliano, diversi reparti ed ospedali facendo declassare altri, compreso quello di Andria che nel precedente piano, quello approvato dal centrodestra, era considerato struttura di eccellenza. Una vergogna che non esime da responsabilità la stessa Aslbat, con una classe dirigenziale di responsabili che fanno il bello e il cattivo tempo nella stessa gestione ed organizzazione dell'Azienda, se tale si può considerare. Altro che autonomia, efficienza ed efficacia. Quello che fa più rabbia è che solo oggi, qualcuno si è svegliato per condannare lo stato pessimo del nostro sistema sanitario locale, quando andava già fatto, insistentemente, dal momento in cui il "commovente" Vendola, decise di penalizzare Andria e al sua comunità sottraendo e trasferendo reparti con relativo personale, giorno dopo giorno, abbandonando il nostro ospedale ad una lenta e costante agonia, nonostante il bacino d'utenza rappresentato da Andria e dai comuni limitrofi non solo provinciali. Oggi, si cerca di capire cosa in realtà stia accadendo all'ospedale di Andria con un nuovo pronto soccorso, definito "polo di eccellenza", che "più che soccorrere" rischia di "essere soccorso", stante l'atavica carenza di personale medico ed infermieristico nonostante sia aumentato il carico di lavoro determinato dagli oltre 150 accessi giornalieri e minimo 20 -25 ambulanze in arrivo giornalmente. Rimane poco da capire ancora, di fronte ad un evidente sfascio della sanità pugliese ed un territorio come il nostro con il più basso numero di posti letto disponibili, contro il quale nulla è stato fatto in questi ultimi dieci anni. Quella che era stata spacciata per la "primavera Vendoliana", quella del riscatto dei diritti garantiti ai pugliesi, maltrattati dal centro destra, quella degli ospedali per tutti, si è trasformata in un vero e proprio "inferno", non inverno; ovvero un girone infernale in cui siamo caduti grazie ad un piano ospedaliero che più che tener conto delle esigenze territoriali delle comunità pugliesi, ha badato a perseguire l'unico obiettivo vero di Vendola e della sua parte politica, ovvero tagliare drasticamente posti letto e strutture, come è stato fatto nella nostra Provincia, se tale possiamo considerarla ancora, senza curarsi delle conseguenze che, purtroppo, adesso si riversano su tanti cittadini molti dei quali in attesa per mesi se non addirittura anni per una visita specialistica o per farsi ricoverare e operare, costringendoli, loro malgrado, a viaggi della speranza anche fuori regione, con aggravio dei costi per la sanità pugliese e di spese per i tanti cittadini pugliesi che ormai non si possono più permettere. Ora si che possiamo parlare di vergogna se mancherà la consapevolezza da parte della comunità andriese che l'ospedale di Andria finirà per vedersi definitivamente sottrarre quegli altri pochi "scarsi" reparti rimasti in funzione».