Cronaca
Omicidio Di Vito: condanna in primo grado a 12 anni di reclusione per Celestino Troia
I difensori Ungaro e Malcangi annunciano il ricorso in appello
Andria - venerdì 15 ottobre 2021
15.18
Condannato in primo grado alla pena di 12 anni ed un mese di reclusione Celestino Troia, il 50enne andriese, unico imputato nel processo davanti alla Corte d'Assise di Trani per la morte di Gianni Di Vito, il 28enne tranese ferito mortalmente il 12 settembre del 2019 ad Andria, dopo una lite stradale per una mancata precedenza nei pressi di via Corato, angolo via Puccini. Con Di Vito erano nell'autovettura la moglie ed il figliuolo, che assistettero alla drammatica scena. La sentenza di primo grado è giunta oggi, venerdì 15 ottobre, dopo circa cinque ore di camera di consiglio.
La difesa, tramite gli avvocati Ungaro e Malcangi, che hanno già preannunciato appello, aveva chiesto, invece alla Corte, il riconoscimento dell'omicidio colposo con attenuante della legittima difesa o al massimo omicidio preterintenzionale. In sostanza il collegio giudicante non ha riconosciuto le aggravanti richieste dal pubblico ministero Lucio Varia e quindi, dopo il rito abbreviato, Troia è stato condannato per omicidio volontario non riconoscendo i futili motivi. I giudici tranesi hanno comunque accolto la tesi dell'accusa e degli avvocati della famiglia De Vito, Stella e Merafina, in merito alla volontarietà dei comportamenti scaturiti da una banale lite per una precedenza stradale. De Vito, dopo essere stato ferito gravemente, fu trasportato al pronto soccorso del "Lorenzo Bonomo", dove morì dopo poche ore.
Le indagini, affidate agli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Andria, avevano ricostruito tutti i momenti in cui Celestino Troia e Gianni Di Vito si affrontarono prima verbalmente e successivamente fisicamente. Il coltello utilizzato da Troia per ferire De Vito, un'arma bianca, a detta dell'omicida, venne abbandonata su via Bisceglie ma non è stata mai rinvenuta.
La difesa, tramite gli avvocati Ungaro e Malcangi, che hanno già preannunciato appello, aveva chiesto, invece alla Corte, il riconoscimento dell'omicidio colposo con attenuante della legittima difesa o al massimo omicidio preterintenzionale. In sostanza il collegio giudicante non ha riconosciuto le aggravanti richieste dal pubblico ministero Lucio Varia e quindi, dopo il rito abbreviato, Troia è stato condannato per omicidio volontario non riconoscendo i futili motivi. I giudici tranesi hanno comunque accolto la tesi dell'accusa e degli avvocati della famiglia De Vito, Stella e Merafina, in merito alla volontarietà dei comportamenti scaturiti da una banale lite per una precedenza stradale. De Vito, dopo essere stato ferito gravemente, fu trasportato al pronto soccorso del "Lorenzo Bonomo", dove morì dopo poche ore.
Le indagini, affidate agli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Andria, avevano ricostruito tutti i momenti in cui Celestino Troia e Gianni Di Vito si affrontarono prima verbalmente e successivamente fisicamente. Il coltello utilizzato da Troia per ferire De Vito, un'arma bianca, a detta dell'omicida, venne abbandonata su via Bisceglie ma non è stata mai rinvenuta.