Territorio
Oggi sciopero generale dei dipendenti degli uffici postali
Ad Andria alcune succursali potrebbero restare chiuse, garantiti servizi essenziali
Andria - venerdì 4 novembre 2016
Braccia incrociate per l'intera giornata di oggi con manifestazioni regionali, in Puglia mobilitazione a Bari. Sciopero nazionale di Poste Italiane, ad Andria alcune succursali potrebbero restare chiuse mentre saranno comunque garantiti i seguenti servizi: accettazione delle raccomandate e assicurate; accettazione e trasmissione telegrammi e telefax.
La protesta è stata indetta unitariamente da Slc Cgil, Slp Cisl, Failp Cisal, Confsal Comunicazioni e Ugl Comunicazioni che contestano la riorganizzazione in atto e dicono "no a una privatizzazione che punta solo a fare cassa".
"Chiediamo al governo che l'azienda non sia totalmente privatizzata, che sia mantenuta l'unicità aziendale, che si utilizzino gli utili di bilancio per continuare a migliorare i servizi e le condizioni di lavoro sottolineano i sindacati dei lavoratori"-. Poste Italiane "non si svende e, per il servizio che rende al Paese, deve rimanere a maggioranza pubblica". I sindacati contestano in sostanza "l'attenzione esclusiva riservata al segmento finanziario: Poste è anche un'azienda logistica di primaria importanza nel panorama italiano e vuole continuare a esserlo".
E ancora al centro dello scontro il recapito a giorni alterni: "La posta va recapitata tutti i giorni, come afferma anche l'Unione Europea, e la riorganizzazione della divisione Poste Comunicazione Logistica deve essere fatta con investimenti mirati alla qualità del servizio, all'efficienza delle consegne, alla valorizzazione della straordinaria rete logistica dell'azienda. C'è una enorme fetta di mercato da intercettare e solo piani mirati in quel senso garantiranno in futuro la solidità di Poste e il mantenimento dei livelli occupazionali".
La protesta è stata indetta unitariamente da Slc Cgil, Slp Cisl, Failp Cisal, Confsal Comunicazioni e Ugl Comunicazioni che contestano la riorganizzazione in atto e dicono "no a una privatizzazione che punta solo a fare cassa".
"Chiediamo al governo che l'azienda non sia totalmente privatizzata, che sia mantenuta l'unicità aziendale, che si utilizzino gli utili di bilancio per continuare a migliorare i servizi e le condizioni di lavoro sottolineano i sindacati dei lavoratori"-. Poste Italiane "non si svende e, per il servizio che rende al Paese, deve rimanere a maggioranza pubblica". I sindacati contestano in sostanza "l'attenzione esclusiva riservata al segmento finanziario: Poste è anche un'azienda logistica di primaria importanza nel panorama italiano e vuole continuare a esserlo".
E ancora al centro dello scontro il recapito a giorni alterni: "La posta va recapitata tutti i giorni, come afferma anche l'Unione Europea, e la riorganizzazione della divisione Poste Comunicazione Logistica deve essere fatta con investimenti mirati alla qualità del servizio, all'efficienza delle consegne, alla valorizzazione della straordinaria rete logistica dell'azienda. C'è una enorme fetta di mercato da intercettare e solo piani mirati in quel senso garantiranno in futuro la solidità di Poste e il mantenimento dei livelli occupazionali".