Politica
Nuova PAC, Sindaco Giorgino: «Gravi le conseguenze per l'olivicoltura»
Incontro ieri sera in Sala Consiliare a Palazzo di Città ad Andria
Andria - venerdì 13 giugno 2014
13.43
Torna in primo piano la questione PAC, l'insieme delle norme europee che regolamentano le Politiche Agrarie Comunitarie. La nuova programmazione dell'Unione Europea, immaginata per i prossimi anni 2014/2020, ha pesantemente penalizzato proprio le culture italiane ed in particolar modo quelle del mezzogiorno ed entro il 1 agosto sarà necessario, per ogni stato membro, apportare i propri correttivi. Ieri pomeriggio, nella Sala Consiliare a Palazzo di Città ad Andria, il Primo Cittadino, Giorgino e l'assessore alle Attività Produttive, Benedetto Miscioscia, hanno incontrato le organizzazioni di categoria e quelle sindacali del settore agricolo, per discutere proprio di PAC. Ed è proprio il Sindaco a rivolgersi nuovamente al ministro Martina ed all'assessore regionale Nardoni, facendosi portavoce delle esigenze manifestate in modo compatto dalle categorie agricole.
«In ordine al percorso di definizione relativo alle scelte politiche nazionali di attuazione della nuova Pac, si stigmatizza la totale esclusione delle autonomie locali da qualsiasi forma di concertazione e condivisione - dice il Primo Cittadino - Si registra, così, un crescente malcontento tra gli operatori del settore ed in particolare in quello olivicolo, motore dell'economia locale. Ritengo sia opportuno sospendere ogni decisione ed utilizzare il tempo disponibile per riavviare opportuni approfondimenti al fine di migliorare il livello di condivisione, valutando compiutamente ogni effetto delle prossime scelte senza dover ricorrere a tardivi atti di resipiscenza. Occorre, infatti, entro il 1° agosto, rivedere l'attribuzione delle risorse destinate ai settori olivicolo e cerealicolo che, allo stato, sta allarmando il mondo imprenditoriale e lavorativo. Temo che si stiano sottovalutando le conseguenze socio-economiche dell'attuazione della nuova Pac, così come al momento concepita. Laddove non si addivenisse all'apertura di un tavolo di concertazione con il territorio, saranno intraprese altre iniziative tese a salvaguardare i livelli occupazionali e gli interessi economici dei settori interessati. Non possiamo accettare inermi soluzioni calate dall'alto che, senza alcuna concertazione con il territorio, rischiano di creare danni irreparabili all'economia locale - conclude Giorgino - Mi appello anche agli altri sindaci del territorio affinché si affronti uniti questa battaglia a difesa della nostra agricoltura».
«In ordine al percorso di definizione relativo alle scelte politiche nazionali di attuazione della nuova Pac, si stigmatizza la totale esclusione delle autonomie locali da qualsiasi forma di concertazione e condivisione - dice il Primo Cittadino - Si registra, così, un crescente malcontento tra gli operatori del settore ed in particolare in quello olivicolo, motore dell'economia locale. Ritengo sia opportuno sospendere ogni decisione ed utilizzare il tempo disponibile per riavviare opportuni approfondimenti al fine di migliorare il livello di condivisione, valutando compiutamente ogni effetto delle prossime scelte senza dover ricorrere a tardivi atti di resipiscenza. Occorre, infatti, entro il 1° agosto, rivedere l'attribuzione delle risorse destinate ai settori olivicolo e cerealicolo che, allo stato, sta allarmando il mondo imprenditoriale e lavorativo. Temo che si stiano sottovalutando le conseguenze socio-economiche dell'attuazione della nuova Pac, così come al momento concepita. Laddove non si addivenisse all'apertura di un tavolo di concertazione con il territorio, saranno intraprese altre iniziative tese a salvaguardare i livelli occupazionali e gli interessi economici dei settori interessati. Non possiamo accettare inermi soluzioni calate dall'alto che, senza alcuna concertazione con il territorio, rischiano di creare danni irreparabili all'economia locale - conclude Giorgino - Mi appello anche agli altri sindaci del territorio affinché si affronti uniti questa battaglia a difesa della nostra agricoltura».