Attualità
Nove anni dalla scomparsa di Paola Clemente: Andria ricorda l'operaia agricola morta di fatica nelle campagne
Manifestazione in piazza Catuma della Cgil e della Flai "Mai più morti di lavoro e di sfruttamento"
Andria - sabato 13 luglio 2024
3.56
Il 13 luglio saranno trascorsi nove anni della morte di Paola Clemente, l'operaia agricola morta di fatica nelle campagne di Andria. La sua vicenda giudiziaria non ancora conclusa, ha portato a svelare un sistema avanzato di caporalato, sfruttamento e sottosalario, condizioni estreme di lavoro soprattutto nelle caldi esatte della Puglia.
"Mai più morti sul lavoro e sfruttamento" il titolo scelto, in memoria di Paola Clemente e delle tante troppe vittime di lavoro e sfruttamento. Il 12 luglio in piazza Catuma ad Andria la comunità locale e le istituzioni si sono raccolte per l'iniziativa voluta dalla CGIL per ricordare l'indimenticata operaia agricola. Con i cittadini, con gli operai agricoli c'erano il segretario generale della Cgil Bat, Michele Valente; Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Puglia; Madia D'Onghia, docente di Diritto del lavoro; Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia; Francesca Re David, segretaria confederale della Cgil nazionale, la Sindaca di Andria Giovanna Bruno; Sergio Mazzia, Vice Prefetto della Bat con gli assessori regionali Sebastiano Leo e Debora Ciliento.
"Mai più morti sul lavoro e sfruttamento" il titolo scelto, in memoria di Paola Clemente e delle tante troppe vittime di lavoro e sfruttamento. Il 12 luglio in piazza Catuma ad Andria la comunità locale e le istituzioni si sono raccolte per l'iniziativa voluta dalla CGIL per ricordare l'indimenticata operaia agricola. Con i cittadini, con gli operai agricoli c'erano il segretario generale della Cgil Bat, Michele Valente; Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Puglia; Madia D'Onghia, docente di Diritto del lavoro; Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia; Francesca Re David, segretaria confederale della Cgil nazionale, la Sindaca di Andria Giovanna Bruno; Sergio Mazzia, Vice Prefetto della Bat con gli assessori regionali Sebastiano Leo e Debora Ciliento.
Una drammatica vicenda, anche grazie alle denunce della Cgil e della Flai, aveva scosso l'opinione pubblica e il sistema politico, portando a una legge avanzata di contrasto a caporalato e sfruttamento qual è la n.199 del 2016. Ma un legge non basta e nelle campagne si continua a morire. Altre furono le vittime in quella torrida estate del 2015, così come l'ultimo caso su cui indaga la magistratura con la morte di un lavoratore indiano a Laterza, nel tarantino. Così come Satnam Singh a Latina. Vite sacrificate sull'altare del profitto e di un sistema di fare impresa che non ha alcun rispetto delle persone.
Il caporalato nella sua quotidiana drammaticità, è un fenomeno complesso e come tale va trattato, cercando di porre in essere azioni corali e strategie di medio/lungo termine che agiscano su più livelli e variabili. Questo fenomeno non riguarda solo gli immigrati, ma come nel caso di Paola Clemente anche i cittadini italiani. Maggiori controlli ed aziende sane, insieme al rinnovo dei contratti di lavoro degli operai agricoli sono il valore aggiunto per dare tutele e salari adeguati e dignitosi. Solo se tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo in questa vicenda faranno la propria parte, si riuscirà a debellare questa odiosa quanto incivile pratica, indegna di una società civile.
Il caporalato nella sua quotidiana drammaticità, è un fenomeno complesso e come tale va trattato, cercando di porre in essere azioni corali e strategie di medio/lungo termine che agiscano su più livelli e variabili. Questo fenomeno non riguarda solo gli immigrati, ma come nel caso di Paola Clemente anche i cittadini italiani. Maggiori controlli ed aziende sane, insieme al rinnovo dei contratti di lavoro degli operai agricoli sono il valore aggiunto per dare tutele e salari adeguati e dignitosi. Solo se tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo in questa vicenda faranno la propria parte, si riuscirà a debellare questa odiosa quanto incivile pratica, indegna di una società civile.