Eventi e cultura
Non sono un assassino, Caringella presenta il suo thriller
Dibattito moderato da Attilio Romita, con la partecipazione del p.m. Luigi Scimè
Andria - domenica 10 maggio 2015
14.05
Venerdì scorso, nella sala convegni della Biblioteca Comunale di Andria, il consigliere di Stato Francesco Caringella ha presentato il suo legal thriller Non sono un assassino, che narra la storia del poliziotto Francesco Prencipe, accusato dell'omicidio del magistrato Giovanni Mastropaolo. Al dibattito, moderato dal caporedattore del Tgr Rai Puglia Attilio Romita, ha partecipato anche Luigi Scimè, Sostituto Procuratore della Repubblica di Trani. «Ho apprezzato la trama – ha sostenuto Scimè - perché non ci ho capito nulla fino alle pagine finali. In questo libro il caso giudiziario, tipico dei romanzi gialli, s'interseca perfettamente con le emozioni e lo spirito riflessivo dell'autore, che propone temi interessanti tra i quali spiccano il complicato rapporto tra genitori e figli ed il grigiore desolante tipico del carcere».
Caringella, che è stato un magistrato penale, ha costruito dal punto di vista dell'imputato la vicenda giudiziaria che stravolge la vita di Prencipe: «Mi sono immedesimato nell'incolpato ricordando un prezioso insegnamento di mio padre. Per giudicare un uomo, bisogna capirlo. Questo è il segreto di un giudice rispettabile, il quale deve disprezzare il potere per amore della verità». Nel thriller, il Pubblico Ministero designato ad interrogare il presunto colpevole è, non a caso, una donna. «Ritengo che le donne – ha dichiarato lo scrittore barese – siano più portate degli uomini ad essere scrupolose e profonde, l'uomo mantiene sempre un pizzico di fanciullesca superficialità». La presentazione del romanzo è stata anche l'occasione per riflettere sulla salute della Giustizia italiana, caratterizzata da lodevoli punti di forza ma anche da evidenti imperfezioni. Francesco Caringella e Luigi Scimè sono stati d'accordo nel constatare che non basta avere una scuola di magistratura di qualità, quando il sistema giudiziario risulta lento e macchinoso, gli avvocati sono troppi, i giudici pochi ed i giudizi arretrati abbondanti.
Erano presenti alla manifestazione, oltre a numerosi cittadini, il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, e l'assessore comunale alla Cultura, Antonio Nespoli.
Caringella, che è stato un magistrato penale, ha costruito dal punto di vista dell'imputato la vicenda giudiziaria che stravolge la vita di Prencipe: «Mi sono immedesimato nell'incolpato ricordando un prezioso insegnamento di mio padre. Per giudicare un uomo, bisogna capirlo. Questo è il segreto di un giudice rispettabile, il quale deve disprezzare il potere per amore della verità». Nel thriller, il Pubblico Ministero designato ad interrogare il presunto colpevole è, non a caso, una donna. «Ritengo che le donne – ha dichiarato lo scrittore barese – siano più portate degli uomini ad essere scrupolose e profonde, l'uomo mantiene sempre un pizzico di fanciullesca superficialità». La presentazione del romanzo è stata anche l'occasione per riflettere sulla salute della Giustizia italiana, caratterizzata da lodevoli punti di forza ma anche da evidenti imperfezioni. Francesco Caringella e Luigi Scimè sono stati d'accordo nel constatare che non basta avere una scuola di magistratura di qualità, quando il sistema giudiziario risulta lento e macchinoso, gli avvocati sono troppi, i giudici pochi ed i giudizi arretrati abbondanti.
Erano presenti alla manifestazione, oltre a numerosi cittadini, il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, e l'assessore comunale alla Cultura, Antonio Nespoli.